C’è chi la definisce vandalismo, chi ribellione, chi pura arte. La street art, nata come espressione clandestina e illegale sui muri delle città, è oggi uno dei linguaggi visivi più potenti e riconosciuti al mondo.
Dai graffiti della New York degli anni Settanta fino ai murales monumentali che oggi colorano le periferie europee e sudamericane, l’arte di strada ha attraversato decenni di critiche, repressioni e appropriazioni culturali, trasformandosi in un fenomeno globale.
Ma chi sono davvero gli artisti che hanno dato vita a questo movimento? Quali storie si nascondono dietro le opere che oggi fotografiamo compulsivamente e condividiamo su Instagram, spesso senza sapere nulla dei loro autori? A queste domande cerca di rispondere Street Art.
Curiosità sulla Street art
L’identità di Banksy rimane ancora sconosciuta, ma ciò non gli ha impedito di diventare uno degli artisti più influenti e quotati del mondo.
In Italia, città come Roma, Milano e Bologna ospitano alcuni dei murales più importanti a livello internazionale, spesso visitati dai turisti come vere e proprie attrazioni culturali.
La street art è entrata persino nei musei: il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi hanno dedicato esposizioni a questo linguaggio.
Street art tutti i protagonisti e i segreti dell’arte di strada raccolti in un libro
Questo volume curato da Alessandra Mattanza è molto più di un semplice catalogo: è un mosaico di voci che restituisce la vitalità e la complessità della street art.
Un invito a guardare con occhi nuovi i muri delle nostre città e a comprendere come, dietro un disegno notturno o un’immagine improvvisa, si celi un atto di libertà, un’urgenza di comunicare, un desiderio di bellezza e verità.
Ecco perché, se vogliamo davvero conoscere il nostro tempo, non possiamo ignorare questa forma d’arte nata ai margini e arrivata al centro del dibattito culturale mondiale.
“Street art protagonisti si raccontano” (White Star), un libro curato da Alessandra Mattanza con l’introduzione di Chris Versteeg, che offre un punto di vista unico: non quello di critici o storici dell’arte, ma degli stessi 24 street artist che hanno contribuito a rendere celebre questo linguaggio.
La forza delle voci dirette
Il grande pregio del volume sta proprio nella sua impostazione: lasciare parlare gli artisti. Non c’è filtro accademico, non ci sono interpretazioni esterne, solo la voce di chi, armato di bombolette, stencil o pennelli, ha sfidato le regole e ha portato l’arte fuori dai musei.
Tra i protagonisti troviamo nomi ormai entrati nell’immaginario collettivo come Banksy, il misterioso writer britannico che ha fatto della provocazione il suo marchio di fabbrica; TVBOY , conosciuto per le sue opere ironiche e politiche che spesso rielaborano icone pop; David Choe, artista americano capace di passare dai murales ai fumetti, fino al design; e ROA, autore belga celebre per i suoi giganteschi animali monocromatici.
Accanto a loro compaiono figure meno note ma altrettanto determinanti, che mostrano quanto la street art sia un fenomeno corale e internazionale.
Dalla clandestinità al mercato
Uno dei temi più interessanti che emergono dal libro è il paradosso della street art: nata come arte effimera e ribelle, spesso cancellata o perseguita dalle autorità, oggi è entrata a pieno titolo nel mercato dell’arte, con opere battute all’asta per cifre da capogiro.
Banksy è il caso più eclatante, ma non l’unico. Questo passaggio dalla clandestinità alle gallerie ha sollevato molte domande: la street art perde autenticità quando viene staccata dai muri e venduta a collezionisti? Oppure dimostra, proprio attraverso questa metamorfosi, la sua forza dirompente e la capacità di resistere a ogni tentativo di controllo?
Gli artisti intervistati non danno una risposta univoca. Alcuni vedono con diffidenza l’ingresso nei circuiti istituzionali, altri lo considerano un riconoscimento inevitabile.
Tutti, però, ribadiscono il legame inscindibile con la strada: è lì che l’arte nasce e trova il suo senso più profondo, a contatto diretto con la comunità.
Provocazione, denuncia e poesia
Il libro non è solo una raccolta di aneddoti, ma anche un viaggio dentro le ragioni che spingono gli artisti a dipingere i muri. La street art è denuncia sociale, satira politica, ribellione contro le ingiustizie, ma anche poesia visiva capace di trasformare un quartiere anonimo in un luogo carico di significato.
Molti artisti raccontano di come la loro opera sia nata da un’urgenza: parlare della guerra, dell’ambiente, della discriminazione, o semplicemente regalare bellezza in contesti degradati.
La forza di questa forma d’arte è proprio la sua immediatezza: non ha bisogno di biglietti, cataloghi o spiegazioni, arriva dritta al passante, senza intermediari.
Una galleria a cielo aperto
Leggendo le testimonianze raccolte da Mattanza, si ha l’impressione di camminare in una galleria senza pareti, dove ogni muro diventa un quadro, ogni strada una pagina di diario collettivo.
È un’esperienza che molti di noi hanno provato almeno una volta: voltare l’angolo e imbattersi in un murale che sembra parlare direttamente a noi, con un messaggio tanto personale quanto universale.
La street art, in questo senso, è una delle poche forme d’arte davvero democratiche: non esclude nessuno, non richiede preparazione culturale, non conosce limiti di classe o di età.
È arte che appartiene a tutti e che, proprio per questo, riesce a incidere più a fondo nella coscienza collettiva.
Perché leggerlo oggi
“Street Art. I protagonisti si raccontano” non è solo un libro per appassionati, ma una chiave di lettura indispensabile per capire il presente.
Viviamo in un’epoca in cui le immagini dominano la comunicazione e in cui i social media trasformano un murale in icona virale nel giro di pochi minuti.
Eppure, dietro quell’immagine che vediamo condivisa centinaia di volte, c’è un artista con una visione, un contesto sociale, un’urgenza personale.
Questo libro ci ricorda di non fermarci alla superficie, ma di andare oltre, di chiederci sempre chi sta parlando e cosa vuole dirci. Inoltre, la street art ci pone davanti a un interrogativo cruciale: che ruolo ha oggi l’arte? È solo decorazione, intrattenimento, o può ancora essere un modo per scardinare coscienze e smuovere la società?