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”San Francesco in Meditazione”, il capolavoro di Caravaggio in mostra a Monza

Caravaggio a Monza per la prima volta. Al Serrone della Reggia è giunto il “San Francesco in Meditazione”, appartenente al patrimonio del Fondo degli Edifici di Culto e conservato a Roma, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte...

MILANO – Caravaggio a Monza per la prima volta. Al Serrone della Reggia è giunto il “San Francesco in Meditazione”, appartenente al patrimonio del Fondo degli Edifici di Culto e conservato a Roma, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. La tela negli ultimi anni è stata oggetto di approfonditi studi scientifici che ne hanno confermato l’attribuzione al Caravaggio, avanzata sin dal suo ritrovamento a Carpineto Romano.

 

L’EVENTO – La mostra, a ingresso gratuito, è promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e Il Cittadino di Monza e Brianza, mentre l’organizzazione dell’evento espositivo è curata da Culture. Negli spazi dell’orangerie progettata dal Piermarini, il pubblico potrà ammirarla gratuitamente in un allestimento che, oltre a contestualizzare storicamente il dipinto databile fra 1605 e 1606 – proprio al termine del periodo romano del Merisi, costretto alla latitanza dopo l’episodio di Campo Marzio (1606, appunto) -, trasmetterà ai visitatori le ragioni e il valore degli studi che hanno condotto all’attribuzione, soffermandosi sull’importanza e sull’essenzialità della composizione del quadro.

 
Parallelamente la mostra dedicherà un excursus alla figura del Santo e le informazioni troveranno finalmente sintesi e culmine al cospetto dell’ospite d’onore.L’iniziativa anticipa di poche settimane l’apertura delle manifestazioni che vedranno la Villa Reale come sede di rappresentanza in occasione di Expo 2015.

 

L’OPERA – La composizione del “San Francesco in Meditazione”, come accade per molti soggetti sacri del Caravaggio, è di straordinaria essenzialità. Il santo di Assisi è rappresentato con il teschio tra le mani e una croce lignea accanto, secondo un’iconografia che si rifà alle meditazioni cappuccine.

 
“Il dipinto, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma, fu ritrovato nel 1968 presso la chiesa di San Pietro di Carpineto Romano”, dichiara il curatore dell’esposizione Andrea Dusio. “Una volta pulito e confrontato con l’opera a medesimo soggetto sita in Santa Maria della Concezione in Roma, riconosciuta all’inizio del Novecento come autografa, nel 2009 è stato definitivamente attribuito al Merisi grazie agli studi compiuti da Rossella Vodret, Carlo Giantomassi e Donatella Zari. Lo studio ha contestualmente portato a ritenere la versione di Santa Maria della Concezione, plausibilmente, una seconda versione, non necessariamente autografa, e comunque elaborata nella prima cerchia degli imitatori del Caravaggio”.

 
2 aprile 2015

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