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Salvatore Fiume, poliedricità dell’arte

Artista a tutto tondo, ha speso la sua vita occupandosi di letteratura, pittura, sceneggiatura, scultura e teatro. Salvatore Fiume, siciliano, con la sua arte ha affascinato il mondo e adesso le sue opere si trovano nei più importanti musei del pianeta.

MILANO – Un artista completo, che ha saputo declinare il suo estro in differenti campi artistici e che oggi avrebbe compiuto 100 anni. Pittura, scultura, architettura, scenografia e letteratura lo hanno interessato durante tutta la vita e a queste realtà si dedicato sempre con rinnovata passione. Parliamo di Salvatore Fiume, l’artista siciliano che ha raccolto nella propria pittura tutta l’arte figurativa italiana, dal Trecento al Novecento rendendo la sua cifra stilistica unica ed inconfondibile. Per il centenario della sua nascita, la Fondazione che porta il suo nome ha voluto mostrare al pubblico le collezioni private e pubbliche meno conosciute o difficilmente accessibili dell’artista siciliano vissuto in Lombardia per quasi 60 anni.

STILE – Dalle sue opere si riconosce l’interesse e l’ammirazione per la Pittura Rinascimentale sebbene sia stato definito da alcuni critici un anticonformista del Novecento, un “artista volutamente oltre le mode, deliberatamente concentrato sulla propria ricerca” stilistico pittorica. Le opere dagli anni Ottanta (del Novecento) in poi sono caratterizzate dalle tonalità cromatiche forti ed accese, queste opere mostrano temi fantastici; atmosfere magiche, metafisiche e surrealiste; oltre ad odalische e scene esotiche. Essendo un fervente cattolico le sue opere a carattere religioso trasmettono la luce della fede, grazie al loro elemento teologico, che apre il cammino verso la conoscenza e la relazione con Dio Padre. L’opera sacra di Fiume mostra l’assimilazione compiuta alla Divina Rivelazione, divenendo così per l’osservatore un mezzo spirituale, ascetico e mistico.

EVENTI PER IL CENTENARIO – Dopo la mostre ospitata al museo della Scala e il convegno che si è tenuto in questi giorni all’Università statale di Milano, Salvatore Fiume ha conquistato i Musei Vaticani e arriverà alla Reggia di Monza dal 10 dicembre 2015 al 24 gennaio 2016.

SALVATORE FIUME– Pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, nasce a Comiso, in Sicilia, il 23 ottobre 1915. Dopo i primi studi a Urbino e a Milano, nel 1938 si trasferisce a Ivrea, presso la Olivetti, come art director di una rivista culturale particolarmente cara al presidente Adriano Olivetti. Nel 1943 pubblicò il romanzo “Viva Gioconda!”. Esordisce nel 1946 con due mostre ove si presenta con lo pseudonimo Francisco Queyo. La sua prima mostra personale è del 1949, con le opere “Isole di statue” e “Città di statue” (a carattere metafisico) ottenne critiche positive. Il 1949 fu invece l’anno della sua prima mostra ufficiale, sempre a Milano, alla Galleria Borromini, dove le sue Isole di statue e Città di statue suscitarono molto interesse presso la critica. Durante la mostra alla Borromini, il direttore delle Collezioni del MoMA di New York, Alfred H. Barr Jr, acquistò la Città di statue del 1947 che ora si trova al MoMA, mentre la collezione Jucker di Milano acquisì un dipinto esposto in quella stessa mostra. Nel 1950 fu Alberto Savinio, fratello di Giorgio de Chirico, a favorire la sua partecipazione alla Biennale di Venezia dove espose il trittico Isola di statue (ora nei Musei Vaticani) che gli valse un’intera pagina della rivista americana “Life”. Nel 1952 la sua prima esperienza come scenografo per il Teatro alla Scala di Milano. Negli anni Sessanta Salvatore Fiume continua a produrre nuovi lavori e ad esporre in molte città in una mostra itinerante composta da cento quadri.
Nel 1967 Salvatore Fiume lascia la sua impronta nell’arte mondiale con un grande mosaico che decora l’abside della Basilica dell’ Annunciazione a Nazareth. La sua prima mostra come scultore fu nel 1976 alla Galleria l’Isola di Milano. Negli anni ’80 e ’90 tiene grandi mostre a Roma, Montecarlo, Milano conquistando grande popolarità. Nel 1988, l’Università di Palermo gli conferisce la laurea ad honorem in Lettere Moderne come riconoscimento per la sua attività di narratore, poeta e drammaturgo. Muore a Milano il 3 giugno 1997 assistito dalla compagna Zeuditù che gli è stata vicino negli ultimi vent’anni della sua vita. Attualmente le sue opere sono esposte nei più importanti musei del pianeta, oltre che in chiese e luoghi di culto cristiani.

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