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Roma, la mela di Pistoletto alle terme di Caracalla

Dal 24 maggio al 25 settembre l'opera rimarrà nei sotterranei delle Terme di Caracalla
ROMA – Michelangelo Pistoletto ritorna alle Terme di Caracalla – dove era già intervenuto nel 2012 con il “Terzo Paradiso”- realizzando “La Mela Reintegrata”. Dal 24 maggio al 25 settembre l’opera illuminerà l’area romana.
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LA MELA – Una replica attesissima che condivide e integra il senso del “Terzo Paradiso”, realizzato con i frammenti di marmi e mosaici antichi propri del sito archeologico, creando uno stretto legame tra le rovine, l’architettura del passato e l’arte contemporanea, per una riflessione tesa verso il divenire. La “Mela Reintegrata” è scolpita in un blocco di marmo puro di Carrara. Il segno del morso, con tanto di punti di sutura ricavati dallo stesso marmo per provare la riconnessione del mondo naturale con il mondo artificiale: una ferita rimarginata. L’opera di dimensioni monumentali, dal diametro di 2,5 metri, entra in dialogo con l’oscurità dei sotterranei, profondi e labirintici, e con la tradizione classica rappresentata dalle antiche Terme che diventano con quest’opera promessa di continuità.
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IL PROGETTO – Il progetto, a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con RAM radioartemobile, è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma con Electa e nasce dall’idea di riflettere sul significato della mela nella storia, dai miti greci passando per la tradizione biblica e l’immaginario fiabesco, per arrivare ai giorni nostri e proiettarsi in scenari futuri.
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PISTOLETTO – “Il simbolo della mela (di Pistoletto) viene da lontano, attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine di quel paradiso artificiale che si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni totalizzanti di oggi. La Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario” spiega il critico Bonito Oliva.
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