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Raffaello-Perugino, scoperto un nuovo ritratto della Maddalena

Raffaello-Perugino: il maestro del Sanzio ha dipinto nel 1504 una delle più belle Maddalene della Storia dell’Arte. Il viso è quello di sua moglie Chiara Fancelli, ma secondo un gruppo di studiosi, il ritratto sarebbe stato realizzato da Raffaello. Il dipinto è ora al centro di uno studio.

Raffaello-Perugino: un’unione che ha creato capolavori nell’arte che resteranno per sempre. Raffaello è l’allievo, Perugino è il maestro. Raffaello è poi diventato l’artista conosciuto in tutto il mondo. Perugino resta uno dei migliori pittori del Rinascimento, ma non ha mai raggiunto la notorietà di Raffello, pur essendo stato lui a insegnare il mestiere al Sanzio.

Una delle Maddalene più belle di sempre

Il quadro al centro del dibattito è una Maddalena dai capelli scuri, dal volto angelico, dagli occhi pieni di sentimento e dalle splendide dita affusolate. È il ritratto di Chiara Fancelli, moglie del Perugino. Il quadro è datato 1505, misura 46 x 34 cm e appartiene a un collezionista privato che vive fuori dall’Italia. È realizzato a olio su una tavola di legno di pioppo.

Raffaello-Perugino: lo studio

L’opera è al centro di uno studio che verrà pubblicato a breve sulla rivista scientifica “Open Science, Art and Science” e avrà come titolo “La Maddalena di Raffaello ovvero quando l’allievo supera il Maestro”.

Ma alcuni risultati dello studio sono stati anticipati da una conferenza internazionale che si è svolta a Pergola (Pesaro Urbino) intitolata “La Bellezza Ideale-La visione della perfezione di Raffaello Sanzio”, a cui hanno partecipato esperti dell’arte come madre Maria Cecilia Visentin, docente pontificia specializzata in iconografia religiosa dell’ordine dei Servi di Maria; Annalisa Di Maria tra i massimi esperti internazionali di Leonardo da Vinci e del Rinascimento italiano, il professore emerito Jean-Charles Pomerol della Sorbona, e Andrea da Montefeltro, ricercatore e scultore.

Un risultato supremo del Rinascimento italiano

Sono stati questi esperti a dichiarare che la Maddalena rappresenta “un supremo risultato artistico del Rinascimento italiano”, di un capolavoro di Raffaello riscoperto. Di questa Maddalena, come d’uso ai tempi delle botteghe, esistono diverse copie, ma quella di Raffaello risulterebbe superiore sia dal punto di vista stilistico, sia dal punto di vista tecnico, anche per l’uso dello sfumato di Leonardo, che Raffaello ripropone, e per l’utilizzo della tecnica dello spolvero, individuata da studi tecnici.

Tutte le versioni della Maddalena

Della splendida Maddalena esiste una versione, oggi conservata alla Galleria Palatina, autenticata come di mano del Perugino. Ne esiste un’altra conservata a Villa Borghese e realizzata da una bottega. Ma per gli esperti, la versione di Raffaello sarebbe addirittura precedente a quella del Perugino e sarebbe stata il modello per la realizzazione delle successive Maddalene.

I dubbi degli esperti

Emergono, però, parecchi dubbi su questa scoperta. Altre correnti di pensiero sostengono che si tratti “soltanto” di una copia del Perugino e che, nella migliore delle ipotesi, possa essere autografata. Inoltre, non è vero che il Perugino non utilizzò mai la tecnica dello spolvero. Inoltre, non si capirebbe come mai Raffaello, che nel 1504 era già un artista noto e indipendente, potesse aver deciso di dedicarsi a una copia di un’opera del suo antico maestro, visto che dalla sua bottega era uscito da anni.

Dal Rinascimento a oggi: storie di copie più o meno fortunate

il rapporto Raffaello-Perugino è stato un ponte dal Rinascimento a oggi. Un altro elemento da tenere in considerazione, infatti, è il fatto che quest’opera di Perugino è stata tra le più copiate del Perugino, proprio per la sua bellezza e per l’armonia della composizione. Nel 2019, la casa d’aste Mehlis ha venduto una copia ottocentesca della Maddalena firmata “R. Pisi Berneri” dal valore di 1.000 euro. A gennaio 2023 un’altra copia è stata venduta per 6.500 sterline presso la casa d’aste inglese John Nicholson.

L’opinione di Vittorio Sgarbi

A pronunciarsi sull’autenticità dell’opera c’è stato anche Sgarbi che avrebbe dichiarato: “Nessuna possibilità che il dipinto propagandato come Raffaello, e annunciato a Pergola, città affettuosa, sia del maestro urbinate. È soltanto uno scoop giornalistico, dal momento che si basa su una conoscenza di pochi trattandosi di un’opera in collezione privata, con la legittima aspirazione del proprietario di possedere un Raffaello”.

Sgarbi ha proseguito dicendo: “già è bizzarra l’idea di una Maddalena con le sembianze della moglie del Perugino, come è sospetta la pur legittima propensione di alcuni studiosi a pronunciarsi soltanto su grandi nomi: Raffaello, Leonardo, Botticelli. Perugino basta e avanza. L’opera annunciata come Raffaello è infatti una versione, forse autografa, di un prototipo di Perugino conservato a Palazzo Pitti, di cui si conosce un’altra versione alla Galleria Borghese.

Difficile che nel 1504, quando, in contrasto con il suo maestro nello Sposalizio della Vergine di Caen, Raffaello, con infinita grazia, dipinge il suo mirabile Sposalizio, ora a Brera, che è tanto più libero, nuovo e sciolto di quello del maestro, egli si applichi a fare una copia del Perugino, che in quel momento ha già lasciato alle spalle”.

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