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Paul Gaguin in mostra a Torino: 5 opere da non perdere

Paul Gauguin, La mostra, curata da Vincenzo Sanfo, racconta il percorso umano e artistico del celebre pittore francese, attraverso oltre160 opere provenienti da collezioni private e museali di Francia, Belgio e Italia.

Paul Gauguin in mostra a Torino dal 1° marzo al 29 giugno 2025, il Mastio della Cittadella di Torino ospita una straordinaria esposizione dedicata a Paul Gauguin, intitolata Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure. 

L’esposizione si concentra sulla produzione grafica di Gauguin, includendo xilografie, litografie, disegni e due dipinti a lui attribuiti. Inoltre, il percorso si arricchisce di opere di altri artisti dell’epoca, tra cui Vincent van Gogh, Jean-François Millet, Émile Bernard e Paul Sérusier, offrendo uno sguardo più ampio sul contesto artistico in cui Gauguin operava.

Un aspetto fondamentale della mostra è il racconto della trasformazione di Gauguin: da pittore parigino a viaggiatore inquieto, che cercava nella lontana Polinesia un mondo puro e incontaminato, lontano dalla civiltà occidentale. Tra le opere in esposizione, spiccano alcuni pezzi particolarmente significativi, che rappresentano al meglio il suo stile e la sua evoluzione artistica.

Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure è molto più di una semplice esposizione: è un vero e proprio viaggio nella mente di un artista rivoluzionario. Il percorso espositivo permette di immergersi nelle atmosfere polinesiane che lo hanno affascinato e di comprendere il suo contributo alla storia dell’arte.

La presenza di opere di altri grandi artisti dell’epoca arricchisce ulteriormente l’esperienza, offrendo un contesto più ampio per comprendere l’evoluzione dell’arte moderna.

Un’occasione unica per scoprire o riscoprire Paul Gauguin e la sua straordinaria avventura artistica e umana.

Paul Gauguin in mostra a Torino: un viaggio tra arte e avventura

Femme de Tahiti (1891) – L’incanto della Polinesia

Uno dei due dipinti attribuiti a Gauguin presenti in mostra, Femme de Tahiti cattura l’essenza del suo primo impatto con il mondo tahitiano. L’opera raffigura una giovane donna tahitiana, seduta in un’atmosfera contemplativa, con colori accesi e una composizione che richiama l’arte primitiva. Qui, Gauguin abbandona il naturalismo accademico per sperimentare nuove forme espressive, enfatizzando il contrasto tra la figura femminile e lo sfondo esotico.

L’opera è un perfetto esempio del suo stile sintetista, in cui i dettagli vengono ridotti all’essenziale e le campiture di colore piatto evocano più un mondo onirico che reale. Femme de Tahiti segna uno dei momenti cruciali della sua carriera: l’inizio della sua avventura nel Pacifico.

Le xilografie di Noa Noa (1893-94) – Il racconto di un viaggio

Uno dei nuclei più importanti della mostra è rappresentato dalle 23 xilografie che illustrano il suo celebre Diario di Noa Noa, scritto durante il primo soggiorno a Tahiti. Questi lavori sono vere e proprie testimonianze della sua esperienza polinesiana: immagini evocative in cui Paul Gauguin combina elementi mitologici, simboli della cultura locale e visioni personali.

Le xilografie di Noa Noa sono un perfetto esempio del suo approccio sperimentale: le figure sono stilizzate, i contorni netti e i dettagli ridotti all’essenziale, dando vita a immagini potenti e suggestive. Il diario stesso, con i suoi racconti e le sue incisioni, è una fusione tra realtà e immaginazione, un documento che restituisce il fascino e il mistero della Polinesia vista attraverso gli occhi di un europeo in cerca di un paradiso perduto.

Paysage TahitienUn acquerello dal cuore del Pacifico

Accanto alle xilografie, la mostra espone Paysage Tahitien, un raro acquerello attribuito a Paul Gauguin. L’opera raffigura un paesaggio polinesiano, con la vegetazione rigogliosa e le tonalità intense tipiche della sua tavolozza.

Se nei dipinti Paul  Gauguin utilizzava colori forti e netti, negli acquerelli emerge una delicatezza diversa, quasi lirica, che trasmette un senso di calma e armonia. Paysage Tahitien è un esempio del suo desiderio di rappresentare la natura incontaminata, lontana dall’industrializzazione e dalla frenesia europea.

Maschera di donna tahitiana “Tehura”L’arte della scultura

Paul Gauguin non fu solo pittore e incisore, ma anche scultore. La mostra ospita alcune delle sue creazioni tridimensionali, tra cui la Maschera di donna tahitiana “Tehura”, una scultura in bronzo patinato proveniente dal Musée Despiau-Wlérick in Francia.

Questa maschera, ispirata alle fattezze delle donne polinesiane, rappresenta un esempio della sua volontà di reinterpretare l’arte indigena attraverso un linguaggio nuovo e personale. Le forme sono semplificate, quasi arcaiche, in linea con la sua ricerca di autenticità e purezza.

La scultura mostra anche l’influenza dell’arte africana e oceanica, che Paul Gauguin studiava con interesse. Per lui, queste culture rappresentavano un’alternativa alla tradizione europea e un modello da cui trarre ispirazione per un’arte più spontanea e diretta.

L’Adieu à Gauguin di Paul SérusierL’omaggio di un amico

Tra le opere in mostra, un posto speciale è riservato a L’Adieu à Gauguin, un dipinto di Paul Sérusier, prestato dal Museo di Quimper. Quest’opera è un omaggio all’amico e maestro, realizzato poco dopo la sua partenza definitiva per Tahiti.

Sérusier, uno dei membri del Gruppo dei Nabis, fu profondamente influenzato da Paul Gauguin e dal suo approccio simbolista. Nel dipinto, la figura di Paul Gauguin appare come un’ombra lontana, quasi a simboleggiare il distacco e il viaggio senza ritorno dell’artista verso il Pacifico.

Quest’opera non è solo un tributo, ma anche la testimonianza dell’eredità lasciata da Paul Gauguin agli artisti europei: il suo rifiuto delle regole accademiche, la ricerca di una nuova espressività e il desiderio di esplorare mondi sconosciuti continuarono a influenzare intere generazioni di pittori.

 

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