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“Palermo mon amour”, la mostra fotografica alla scoperta del capoluogo siciliano

La Fondazione Merz a Torino ospita la mostra “Palermo mon amour”, una mostra fotografica che ripercorre la storia del capoluogo siciliano attraverso artisti del calibro di Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino.

La Fondazione Merz a Torino ospita la mostra “Palermo mon amour”. Attraverso fotografie in bianco e nero di fotografi professionisti che hanno potuto chiamare casa la città di Palermo, la mostra racconta le diverse vicende che si sono susseguite nella seconda metà del secolo scorso.

Palermo, una città ricca di contraddizioni

La città di Palermo nella seconda metà del secolo scorso è stata teatro di una quotidianità inquinata dalla mafia, dalle manifestazioni studentesche e dalle occupazioni. Tutto ciò, tuttavia, non ha bloccato l’esigenza di rinascere nel secondo dopoguerra, né l’esigenza di creare piccoli attimi di armonia in una quotidianità disarmante.

Lo dimostrano le numerose rappresentazioni teatrali e i festeggiamenti delle diverse festività nazionali, così come i bambini che giocano per strada e le donne che si riposano all’ombra di un ombrellone. Lo dimostrano i sorrisi intrappolati negli scatti fotografici che è possibile ammirare in mostra.

“Palermo mon amour”, la mostra

Palermo mon amour”, Palermo amore mio, è il titolo della mostra che è stata allestita negli spazi della Fondazione Merz in via Limone 24, a Torino. La curatrice è Valentina Greco. Attraverso fotografie in bianco e nero, viene narrata la storia della città di Palermo nella seconda metà del secolo scorso.

I fotografi protagonisti di “Palermo mon amour”

Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino. Sono loro le fotografie esposte in “Palermo mon amour”. Tutti loro portano nel cuore Palermo, che è stata città natale per tutti eccetto Zecchin, che si è trasferito da Milano.

Tutti loro vivono appieno un secolo colmo di eventi quale si è rivelato essere il Novecento, che ritraggono attraverso la semplicità gentile e giocosa della quotidianità. Gli scatti in mostra veicolano la miseria e il degrado che ha lasciato la Seconda guerra mondiale, narrandoci gli Anni Cinquanta e Sessanta, quando si poteva scorgere l’evidente ferita lasciata dalla guerra nello sguardo di coloro che sono stati intrappolati nelle fotografie, nonostante tutti loro siano impegnati in attività quotidiane.

Le donne che lavorano a maglia, i bambini che giocano, gli uomini che rincasano dopo una lunga giornata di lavoro sono il simbolo del profondo desiderio di guardare al futuro e lasciare il passato alle spalle.

Tutti questi fotografi portano nel cuore l’esigenza di mostrare al mondo la vita quotidiana dei più fragili attraverso foto di reportage di cronaca che hanno la capacità di spiegare meglio di tante parole vuote.  Le vite di questi artisti si incontrano per dare vita a piccole realtà che hanno lo scopo di porre sotto i riflettori ciò che tutti loro amano maggiormente: la fotografia e la città di Palermo.

Alla fine degli Anni Sessanta Letizia Battaglia e Franco Zecchin fondano “Il laboratorio dell’If”, luogo in cui si formeranno diversi fotografi. Lia Pasqualino si formerà nella scuola creata da Letizia Battaglia.

Uno sguardo nuovo

“Palermo mon amour” non è una mostra ma una passeggiata attraverso le strade di una città ferita che porta nel cuore la necessità di rinascere e di dimostrare al mondo le sue possibilità celate dai potenti che hanno deciso di prenderne possesso senza conservare nel cuore l’amore per la città.

È proprio questo amore che vediamo ritratto nelle fotografie in bianco e nero ricoverate negli spazi degli di via Limone 24 a Torino. Ed è la manifestazione di questo amore ad aiutare lo spettatore a comprendere l’anima della città, che risulta invisibile a chi non la conosce.

Credits: Fondazione Merz

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