Palazzo Vendramin Grimani è un palazzo veneziano dove il tempo sembra essersi fermato. Non nei silenzi immobili di un palazzo abbandonato, ma nel racconto vivo e intimo di chi lo ha abitato, amato, trasformato. È il cuore della mostra “Di storie e di arte. Tre secoli di vita a Palazzo Vendramin Grimani”, allestita dalla Fondazione dell’Albero d’Oro e aperta al pubblico fino al 23 novembre 2025.
Più che una semplice esposizione, si tratta di un viaggio affascinante nelle stanze di un palazzo che, per oltre trecento anni, ha custodito la memoria di alcune tra le famiglie più illustri della Serenissima: i Vendramin, i Grimani Giustinian, i Marcello. Nobili veneziani che, tra fasti, politica, arte e quotidianità, hanno lasciato un’impronta precisa nei muri e nelle collezioni di Palazzo Vendramin Grimani, nel sestiere di San Polo, affacciato sul Canal Grande.
La mostra è il risultato di quattro anni di ricerche e recuperi storici, un lavoro paziente che ha riportato alla luce dipinti preziosi, arredi originali, libri, abiti, documenti d’archivio e testimonianze private rimaste a lungo invisibili.
Palazzo Vendramin Grimani: 5 opere o oggetti che raccontano meglio di tutto lo spirito della mostra
Palazzo Vendramin Grimani non è solo un elegante edificio affacciato sul Canal Grande, nel cuore del sestiere di San Polo: è uno dei luoghi simbolo della storia veneziana, testimone di tre secoli di vita aristocratica, cultura e trasformazioni.
Le sue origini risalgono al 1449, quando i fratelli Andrea e Luca Vendramin acquistarono una casa-fondaco di forme bizantine. Fu proprio Andrea Vendramin, divenuto doge nel 1476, a lasciare una prima impronta importante sulla dimora. Ma è all’inizio del Cinquecento, grazie a Giovanni Vendramin, che il palazzo assume l’aspetto rinascimentale che ancora oggi lo contraddistingue: una facciata armoniosa, interamente rivestita in pietra d’Istria, arricchita da dettagli in marmo pregiato e inserti di porfido rosso egiziano.
Nel 1517, con il matrimonio tra Elisabetta Vendramin e Antonio Grimani, nasce il ramo dei Grimani di San Polo, poi conosciuto come Grimani dall’Albero d’Oro. Da quel momento, il palazzo diventa il cuore della vita familiare e mondana di questa importante casata.
Tra le figure più celebri che hanno abitato queste stanze c’è Pietro Grimani (1677-1752), doge di Venezia dal 1741 e raffinato uomo di cultura, in contatto con personalità come Isaac Newton e socio onorario della Royal Society di Londra.
La lunga storia del palazzo si intreccia anche con quella di Maria Carolina Grimani Giustinian, ultima erede della famiglia, e prosegue fino al Novecento, quando la dimora passa a nuovi proprietari e, infine, viene restaurata e valorizzata grazie alla Fondazione dell’Albero d’Oro.
Oggi Palazzo Vendramin Grimani è molto più di un luogo di memoria: è uno spazio vivo, in cui si raccontano non solo l’arte e gli oggetti preziosi del passato, ma anche le storie quotidiane, le passioni e le abitudini di chi lo ha abitato per secoli.
Di storie e di arte non è solo una mostra d’arte: è una grande operazione di memoria. Ogni sala, ogni oggetto, ogni documento riporta alla luce frammenti di vite private e collettive, costruendo un racconto emozionante e autentico della Venezia che fu.
Visitare Palazzo Vendramin Grimani oggi significa entrare in un mondo dove l’arte non è mai disgiunta dalla vita quotidiana. Un luogo che celebra la storia non solo come passato da conservare, ma come esperienza da rivivere.
I pastelli di Rosalba Carriera
Tra le artiste più celebri del Settecento veneziano, Rosalba Carriera è famosa per i suoi ritratti in pastello, delicati ed eleganti, capaci di catturare la grazia dei volti aristocratici. In mostra se ne possono ammirare ben quattro, appartenuti in passato proprio alle famiglie residenti a Palazzo. Sono opere che raccontano non solo il gusto artistico dell’epoca, ma anche l’orgoglio di farsi ritrarre da una donna considerata una pioniera nell’arte europea.
Il ritratto di Elisabetta Corner Grimani Giustinian di Angelica Kauffmann
Un’altra donna artista straordinaria in mostra è Angelica Kauffmann, tra le più apprezzate pittrici del Neoclassicismo. Il suo Ritratto di Elisabetta Corner Grimani Giustinian è una finestra sulla società veneziana di fine Settecento, tra eleganza, potere e appartenenza familiare.
La lira chitarra del 1805
Oggetto raffinato e raro, esposto nella Sala delle Quattro Famiglie, è la splendida lira chitarra datata 1805. Questo strumento musicale racconta la passione dei Grimani per la musica e il teatro, ma anche il gusto per gli oggetti di pregio capaci di coniugare arte, artigianato e cultura.
Le porcellane da banchetto del XVIII-XIX secolo
La vita quotidiana dei nobili veneziani passa anche attraverso i dettagli della tavola. Straordinarie sono le porcellane, le argenterie e i servizi esposti nel Portego, un tempo cuore dei banchetti più sontuosi del palazzo. Oggetti che raccontano usi, mode e rituali della convivialità aristocratica.
I documenti d’archivio del Doge Pietro Grimani
La Sala del Doge celebra Pietro Grimani (1677-1752), politico, uomo di cultura e doge dal 1741. I documenti in mostra, accuratamente recuperati dagli archivi, testimoniano le sue missioni diplomatiche, i rapporti internazionali e la complessa rete di potere veneziana del Settecento.