C’è un’Italia che non dorme mai, nemmeno sotto il sole di agosto. Mentre le città si svuotano e le mete turistiche si affollano, l’arte resta, resiste e rilancia. Nelle sue forme più intense, più silenziose, più vere. Per chi non vuole “staccare la spina”, ma connettersi a qualcosa di più profondo, un’emozione, una visione, un’idea, agosto è il mese perfetto per lasciarsi attraversare dalle mostre che punteggiano il Paese. Dalla laguna veneziana al cuore di Catania. Non sono solo tappe culturali: sono viaggi, storie, voci che ci portano altrove, anche restando fermi.
L’Italia delle mostre d’agosto: 5 viaggi nell’arte che non va in vacanza
Le mostre d’agosto non sono “eventi culturali”: sono finestre aperte. Parlano di spazio e memoria, di corpi dimenticati, di lotte, di riscatto, di poesia.
Sono piccoli rifugi dalla banalità del caldo, dai tormentoni turistici, dalla superficialità dei giorni che si somigliano. In un’Italia che cambia, che riflette e si interroga, l’arte non è mai in ferie. È una voce che continua a parlare. Basta volerla ascoltare.
Venezia – Maria Helena Vieira da Silva: quando la pittura è spazio interiore
Alla Collezione Peggy Guggenheim, estate è sinonimo di continuità e visione. Fino al 15 settembre, tra le stanze affacciate sul Canal Grande, si può ammirare la mostra Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio.
Artista portoghese fra le più raffinate del Novecento, Vieira da Silva ha dipinto città, biblioteche e labirinti come fossero estensioni della mente.
Le sue opere sono mappe, enigmi, visioni, piene di linee, vuoti e architetture che sembrano fluttuare. L’omaggio della Guggenheim è un invito a rallentare, osservare, perdersi nel dettaglio. E fuori, nel giardino delle sculture, la laguna respira con lei.
Fino al 15 settembre 2025, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
Roma – inVisibili: quando il cinema è anche femminile
In un’Italia che ha visto il cinema nascere e reinventarsi, spesso sono state le donne a stare dietro le quinte. E a restarci, invisibili. La mostra inVisibili. Le pioniere del cinema, all’Istituto Centrale per la Grafica, restituisce loro la voce e il volto.
Una lunga galleria di ritratti, manifesti, materiali d’epoca racconta le registe, sceneggiatrici e montatrici dimenticate del Novecento: da Elvira Notari a Fernanda Pivano, da Esfir Shub ad Agnès Varda. È un viaggio commovente e necessario, soprattutto oggi, in un’industria ancora sbilanciata e piena di cancellazioni.
Fino al 28 settembre 2025, Roma – Istituto Centrale per la Grafica
Firenze – Lorenzo Bonechi e Haley Mellin: spiritualità e futuro
Nelle sale eleganti del Museo Novecento, Firenze intreccia due poetiche molto diverse ma in dialogo. Con La città delle donne, Lorenzo Bonechi ci riporta a un’arte sacrale, fatta di silenzi e icone.
Le sue figure femminili sono anime sospese tra misticismo e quotidianità. Ogni tela sembra una finestra aperta su un altrove antico e meditativo.
In parallelo, l’artista e attivista americana Haley Mellin ci parla invece del domani, della terra che abitiamo e di come possiamo immaginarla diversa.
Siamo natura è un’installazione ambientale e concettuale, fatta di materiali, parole e relazioni. Un progetto che parla di sostenibilità senza proclami, ma con la forza del gesto artistico.
Fino al 29 ottobre 2025, Museo Novecento, Firenze
Bologna – Jack Vettriano: la nostalgia è un dipinto
C’è chi lo considera il pittore più pop del Regno Unito, chi lo guarda con sospetto, chi se ne innamora senza condizioni. Jack Vettriano non è artista da mezze misure. E Bologna gli dedica una grande mostra a Palazzo Pallavicini, con oltre 50 opere capaci di evocare sensualità, mistero, noir e malinconia.
Le sue donne sono dive d’altri tempi, i suoi uomini ombre eleganti, i suoi sfondi malinconie da pellicola anni ’50. Ma sotto la superficie patinata, Vettriano cattura qualcosa di vero: il desiderio, l’attesa, la solitudine.
Fino al 21 settembre 2025, Palazzo Pallavicini, Bologna
Catania – Romanzo italiano: l’Italia vista da Sud
In Sicilia, l’estate si racconta in bianco e nero. Alla Galleria d’Arte Moderna di Catania, Romanzo Italiano riunisce due maestri della fotografia contemporanea: Franco Carlisi e Francesco Cito.
Due sguardi sul Sud diversi, ma complementari. Carlisi lavora sul vissuto privato: oggetti, case, gesti. Le sue foto sembrano provenire da un sogno familiare e inquieto. Cito è il cronista del reale: mafia, povertà, riti collettivi. Insieme, danno vita a un “romanzo” visivo che racconta l’Italia senza retorica, con tenerezza e precisione.
Fino al 27 agosto 2025, GAM – Catania