Michelangelo e Tommaso de’ Cavalieri l’amicizia che scolpì l’eternità

30 Luglio 2025

Scopri l'amicizia tra Michelangelo e Tommaso de' Cavalieri, un legame che ha scolpito l'eternità nella storia dell'arte.

Michelangelo e Tommaso de' Cavalieri l'amicizia che scolpì l'eternità

Il 30 luglio si celebra la Giornata mondiale dell’amicizia , e tra le grandi storie che la storia dell’arte e della letteratura ci hanno lasciato, ce n’è una che continua a vibrare sotto la superficie del marmo, tra i versi e i disegni di un genio assoluto: Michelangelo Buonarroti . Al centro di questo legame profondo, affettivo e intellettuale, c’è Tommaso de’ Cavalieri , nobile romano di eccezionale bellezza, più giovane di Michelangelo di quasi quarant’anni. Fu il grande amore spirituale del maestro, una musa, un confidente, e per molti studiosi, il destinatario privilegiato dei suoi sonetti più intensi e delle sue opere grafiche più enigmatiche.

Curiosità su Michelangelo e Tommaso

Quando Michelangelo morì, il nipote Leonardo Buonarroti volle pubblicare i suoi sonetti, ma modificò i pronomi maschili in femminili per nascondere i riferimenti a Tommaso. Solo nel XIX secolo vennero ristabiliti nella loro forma originale.

I disegni erotici: I disegni donati a Tommaso furono così intimi da scandalizzare alcuni collezionisti. Alcuni andarono perduti, altri furono tenuti nascosti per secoli.

Un amore filosofico: L’amore di Michelangelo si rifà al concetto platonico di eros come forza che eleva l’anima, ma non mancano nelle sue opere accenni al desiderio carnale represso.

Michelangelo e Tommaso de’ Cavalieri amicizia e amore negato

Michelangelo e Tommaso de’ Cavalieri ci mostrano come l’amicizia possa essere anche amore, e come l’amore, nella sua forma più elevata, possa generare arte eterna. Nella giornata mondiale dell’amicizia, vale la pena ricordare anche le relazioni queer della storia, quelle nascoste o celate, che hanno lasciato una traccia luminosa nella cultura.

Perché a volte, il marmo racconta molto più di quanto le parole possano dire. E in quei solchi di scalpello, pulsa ancora oggi l’emozione di un amore che ha sfidato il tempo.

Roma, 1532. Un incontro che segna una svolta

Michelangelo ha 57 anni. È già un artista riconosciuto, ha scolpito la Pietà, il David, ha affrescato la volta della Cappella Sistina. Tommaso, invece, è un giovane aristocratico romano di 23 anni, colto, affascinante, educato secondo i canoni della virtù umanistica.

Si incontrano a Roma, ed è subito un colpo di fulmine, non necessariamente carnale, ma certo totalizzante. Lo racconta Michelangelo stesso, nei versi che gli dedica: “Se il mio rozzo martello i duri sassi / forma d’uman aspetto or questo or quello, / dal mio amoroso intelletto è solo quello / che vive; l’altro ha man, ma non più passi.”

Da questo momento in poi, Michelangelo inizia a scrivere a Tommaso lettere e poesie appassionate, raffinate, intrise di allusioni neoplatoniche e di una tensione affettiva profondissima.

Alcuni studiosi hanno tentato di ridurre questa relazione a una semplice amicizia ideale, altri hanno colto la sua carica intensamente queer, velata ma potente.

I sonetti d’amore: l’estetica del desiderio maschile

Michelangelo scrisse a Tommaso quasi 30 sonetti e madrigali, molti dei quali presentano un’intensità tale da rendere evidente la profondità del sentimento.

Tra i più celebri vi è quello che recita: “Non ha l’ottimo artista alcun concetto ch’un marmo solo in sé non circonscriva col suo superchio; e solo a quello arriva la man che ubbidisce all’intelletto.”

In questi versi, l’amore diventa il principio ispiratore dell’arte, il desiderio maschile si sublima in forma perfetta. E se la società dell’epoca non permetteva l’espressione aperta di un amore omoerotico, Michelangelo seppe usare i codici della classicità per custodire e al tempo stesso rivelare i suoi sentimenti.

Il suo amore per Tommaso de’ Cavalieri è, sotto ogni punto di vista, un amore che scolpisce l’eternità. I disegni del desiderio: Ganimede, Tizio, il rapimento.

Michelangelo realizzò per Tommaso anche alcuni straordinari disegni, oggi conservati tra l’Ashmolean Museum e altri archivi internazionali, che furono donati come segno d’amicizia e affetto.

Tra questi, spiccano: Il Ratto di Ganimede, in cui il bellissimo giovane viene portato in cielo da Zeus trasformato in aquila, simbolo di un amore divino, idealizzato, ma fortemente erotico.

Tizio divorato dall’avvoltoio, un’immagine intensa del tormento interiore legato al desiderio non consumato.

Il sogno del pastore, interpretato da molti come un’allegoria della bellezza che risveglia l’anima. Queste opere, destinate a Tommaso, sono un unicum nella produzione michelangiolesca: private, intime, potenti.

Parlano con un linguaggio simbolico che riflette la filosofia neoplatonica, ma anche l’esperienza personale di un artista anziano che ama un giovane uomo in un mondo che non può comprendere del tutto il loro legame.

Un’amicizia oltre il tempo

Tommaso de’ Cavalieri fu vicino a Michelangelo fino alla fine. I due mantennero un rapporto duraturo, fatto di stima, affetto e presenza costante.

Quando Michelangelo morirà, sarà proprio Tommaso a scrivere una delle testimonianze più toccanti, definendolo “l’anima più nobile che io abbia mai conosciuto”. Anche dopo la morte dell’artista, Cavalieri continuerà a custodirne la memoria, a difenderne il lascito.

Il loro legame,  qualunque sia stata la sua natura intima, resta uno dei più straordinari esempi di amicizia queer nella storia dell’arte .

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