Sei qui: Home » Arte » Michelangelo e il Novecento, due grandi mostre tra Firenze e Modena

Michelangelo e il Novecento, due grandi mostre tra Firenze e Modena

La Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e la Galleria civica di Modena celebrano la ricorrenza del 450° anniversario della morte di Michelangelo con la mostra ''Michelangelo e il Novecento''...

Casa Buonarroti a Firenze e la Galleria Civica di Modena presentano la grande mostra ”Michelangelo e il Novecento” in occasione del 450° anniversario della morte dell’artista. La sede modenese ospita i risultati più recenti dell’influenza esercitata da Michelangelo sugli artisti contemporanei fino ai nostri giorni, mentre Casa Buonarroti raccoglie le opere degli inizi dello scorso secolo fino agli anni Settanta, accanto agli straordinari disegni di Michelangelo

MILANO – La Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e la Galleria Civica di Modena celebrano la ricorrenza del 450° anniversario della morte di Michelangelo con la mostra ”Michelangelo e il Novecento”, evento dedicato alla fortuna della figura e dell’opera dell’artista nel corso del secolo scorso che apre al pubblico a Firenze dal 18 giugno e a Modena dal 20 giugno, per chiudersi, in entrambe le sedi, il prossimo mese di ottobre. La mostra è un’occasione di studio e di ricerca per tentare di comprendere quanto sia stata vasta e profonda l’influenza di Michelangelo sulla scena culturale del secolo scorso, per quanto riguarda la scultura, l’architettura, il design e le arti visive in generale. In entrambe le sedi le opere si confrontano con disegni originali di Michelangelo, sette a Firenze, due a Modena, una prima assoluta per la città emiliana che non ha opere dell’artista nelle collezioni estensi.

LA MOSTRA DI FIRENZE – Il nucleo tematico fiorentino si riferisce ai centenari novecenteschi della morte e della nascita dell’artista che hanno coinvolto nel 1964 e nel 1975 la Casa Buonarroti e altre istituzioni fiorentine e italiane e in mostra ci sono circa settanta opere. Durante il mese di ottobre 2014 (dal 6 al 20) la mostra avrà anche una preziosa appendice alla Biblioteca di Scienze Tecnologiche dell’Università di Firenze, sede storica della Facoltà di Architettura. La sezione ospiterà filmati e video, oltre a volumi e riviste di proprietà dell’Università di Firenze che illustrano la fortuna del mito michelangiolesco fra gli anni Venti e gli anni Settanta del Novecento nell’arte e nell’architettura italiana.

Tra gli artisti in mostra a Firenze, solo per fare alcuni nomi, ci sono Joe Colombo, Alberto Giacometti, Renato Guttuso, Vassily Kandinsky, Le Corbusier, Henry Matisse, Claudio Parmiggiani, Giò Ponti, Aldo Rossi, Fabio Novembre ecc.

LA MOSTRA DI MODENA – Il nucleo tematico modenese si riferisce alla presenza di Michelangelo nella cultura visiva del XX secolo, un’influenza che spazia dalla citazione diretta al richiamo ideale e che abbraccia scultura, pittura, architettura, grafica, fotografia, video, design e che continua a esercitare il suo fascino anche sugli esiti recenti della ricerca artistica internazionale. L’allestimento propone opere monumentali e di grandi dimensioni, che sono oltre una trentina.
Tra gli artisti in mostra a Modena sono invece presenti Aurelio Amendola, Michelangelo Antonioni, Gabriele Basilico, Jan Fabre, Kendell Geers, Yves Klein, Robert Mapplethorpe, Ico Parisi, Thomas Struth.

L’INFLUENZA DI MICHELANGELO NELL’ARTE – Esempio di pienezza intellettuale, di magistero artistico e dignità morale, Michelangelo (1475-1564) resta per il Novecento uno straordinario punto di riferimento della vita culturale moderna e contemporanea, della sua storia, della società, delle arti e della civiltà produttiva: lascia una traccia indelebile nell’opera degli artisti che si sono confrontati con lui, tanto da costituire un focus di interesse e di approfondimento che continua a tradursi in dibattiti, convegni e mostre, che supera i confini degli studi sul Rinascimento e si inserisce in una prospettiva interdisciplinare e aperta della scena culturale internazionale. La presenza e il forte carattere iconico dell’artista non hanno eguali. Altri grandi del Rinascimento, come ad esempio Raffaello o Leonardo da Vinci, non hanno dato origine sul piano figurativo ad una ricaduta come quella cui ha dato vita l’opera michelangiolesca, talmente presente nell’immaginario del ‘900 che se ne è fatto uso e abuso, fino alla recente rappresentazione del David armato di mitragliatrice in una discussa pubblicità americana. Le icone michelangiolesche sono un unicum, dalla Pop Art in poi ritornano continuamente, spesso ridotte a oggetti kitsch o di consumo, o a statuette da bancarella.

13 giugno 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata