Sei qui: Home » Arte » Il talento di Michelangelo Buonarroti in mostra a Vienna

Il talento di Michelangelo Buonarroti in mostra a Vienna

Michelangelo è l’artista per antonomasia, la perfetta incarnazione del genio rinascimentale. Nato a Caprese, in provincia di Arezzo, nel 1475 e morto a Roma nel 1564, è stato scultore, pittore, architetto e poeta.

Michelangelo Buonarroti, talmente unico da essere riconosciuto anche soltanto col nome Michelangelo, ha saputo mostrare fin da quando era bambino le sue abilità artistiche. Già dalle prime copie di opere di grandi artisti, come ad esempio quelle di Giotto e di Masaccio, eseguite in giovanissima età, è facile riconoscere un talento straordinario, assolutamente fuori dal comune.

Talento che lo ha accompagnato per tutta la vita fino a quando, all’età di 88 anni, è morto dopo una breve malattia. Il suo corpo è stato trasportato segretamente dal nipote Leonardo a Firenze e ha trovato degna sepoltura in Santa Croce.

La nuova mostra “Michelangelo e le sue conseguenze”

Già dal titolo di questa straordinaria e particolare mostra si possono intuire gli intenti di chi l’ha organizzata. Dal 15 settembre al 14 gennaio 2024, l’Albertina Museum di Vienna presenterà importanti opere che rappresentano il corpo, sia maschile sia femminile, dal Rinascimento al XX secolo. La mostra affiancherà opere di Michelangelo, Raffaello, Dürer e Rembrandt mettendole in stretto dialogo.

Ma l’artista centrale è e resta Michelangelo e la portata innovativa che ha influenzato l’intero corso dell’arte che è venuta dopo di lui, in particolare le incisioni e i disegni.

Un corpo dinamico

Michelangelo è l’artefice di quello che è stato definito il “corpo dinamico”. È stata proprio la sua capacità rappresentativa che ha permesso a tutti gli artisti giovani del suo tempo di respirare l’innovazione portata da questi corpi. In moltissimi, infatti, accorrevano a guardare i suoi cartoni preparatori.

Spesso, le figure del suo Giudizio Universale, il grandioso affresco realizzato tra il 1536 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII a decorazione della parete dietro l’altare della Cappella Sistina, sono state prese come punto di partenza per le scelte successive dei manieristi.

L’anatomia umana

Nell’opera di Michelangelo la nuova centralità è rappresentata proprio dalla perfezione delle sue figure, dall’anatomia umana studiata nei dettagli e portata all’esasperazione. Tutto questo ha imposto un nuovo standard in termini di proporzioni e movimento.

Le opere esposte di Michelangelo sono gli studi che l’artista realizzò per l’affresco incompiuto della “Battaglia di Cascina”.

Dal Rinascimento al XX secolo: rappresentare il corpo femminile

È soltanto durante il Rinascimento che il corpo femminile è tornato a essere protagonista. Gli artisti in mostra hanno disegnato corpi femminili in posa, mentre Michelangelo si è orientato maggiormente sui corpi maschili.

Le opere in mostra spaziano dal Rinascimento fino al XX secolo, quando ormai il canone della bellezza e della perfezione nella rappresentazione non era più il centro dell’arte.

L’ercole di Goltzius e i nudi femminili seduti

Fra le opere esposte in mostra sarà presente anche l’incisione realizzata nel 1589 da Hendrick Goltzius che raffigura l’Ercole e gli studi di nudo femminile seduto di Michelangelo realizzati fra il 1530 e il 1536. Queste opere sono state messe in dialogo con i nudi femminili realizzati da Dürer, Rembrandt e Hans Baldung Grien.

L’impatto incredibile di Michelangelo

È facile, quindi, comprendere come l’opera di Michelangelo, i suoi disegni in particolare, ebbe un’influenza indiscussa e indiscutibile in tutta la produzione grafica del XVI e del XVII secolo. Gran parte delle opere esposte è di proprietà all’Albertina Museum e tra queste vi sono anche i disegni di Raffaello.

La mostra rappresenta un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti dell’arte, ma anche per gli studiosi di questa branca così speciale.

Ph: (Michelangelo Buonarroti; Nudo maschile visto di spalle, 1504 circa; matita nera, lumeggiatura di bianco; foto per la stampa © Museo ALBERTINA, Vienna)

© Riproduzione Riservata