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La magica potenza della pittura di Salvator Rosa

Oggi si ricorda l'anniversario di Salvator Rosa, una delle figure più eclettiche, ribelli e poliedriche dell’arte italiana in epoca barocca

MILANO – Oggi si ricorda l’anniversario di Salvator Rosa, una delle figure più eclettiche, ribelli e poliedriche dell’arte italiana in epoca barocca. Un pittore, incisore e poeta che nasce a Napoli nel 1615 e dopo aver perso i genitori entra a bottega per imparare a dipingere vendendo paesaggi e marine a poco prezzo per vivere. La formazione napoletana è fondamentale e rimarrà un segno di originalità per tutta la sua carriera: una pittura densa, materica. Attivo oltre che nella sua città, anche a Roma e Firenze, fu un personaggio eterodosso e ribelle, quasi un pre-romantico e dalla vita movimentata.

GLI INIZI TRA NAPOLI E ROMA

Il giovane Salvatore iniziò a manifestare il suo interesse per l’arte, apprendendo i primi rudimenti della pittura da uno zio materno per poi passare a lavorare con il cognato Francesco Fracanzano e quindi con Aniello Falcone (la cui influenza si avverte ne I pescatori di corallo) e Jusepe de Ribera. L’apprezzamento da parte di Lanfranco lo spinse a trasferirsi a Roma dove visse per due anni dal 1634, stabilendo i primi contatti con la Scuola dei bamboccianti, che in seguito rinnegherà.

ARTISTA POLIEDRICO

Tornato a Napoli si dedicò all’esecuzione di paesaggi con scene che anticiparono per certi versi alcuni temi romantici come le pittoresche scene di eventi spesso turbolenti, che diede in vendita per somme irrisorie. Ebbe grande attitudine per la pittura ma fu un artista eclettico e versatile, e si espresse anche nella recitazione, nella poesia e come musicista. Poeta, compose sette Satire (pubbl. postume, 1695), in cui espose i suoi orientamenti in campo artistico e filosofico.

“SALVATOR DELLE BATTAGLIE”

Il vivace artista fu soprannominato ‘Salvator delle battaglie’ per le numerose rappresentazioni pittoriche di grandiose e sceniche battaglie ma dipinse anche, durante il suo soggiorno fiorentino opere dal tono esoterico e magico come Streghe e incantesimi, 1646, National Gallery) e dai temi allegorici e filosofici (La Fortuna, Paul Getty Museum).

GLI ULTIMI ANNI ROMANI

A Roma produsse alcuni dipinti che dimostrarono una sorta di evoluzione dei precedenti soggetti, principalmente paesaggistici, a nuovi soggetti improntati ad un gusto classico, come La morte di Socrate. Verso la metà del XVII secolo dipinse la tela con Lot e le figlie, conservata a La Spezia nel Museo civico Amedeo Lia.Durante gli ultimi anni romani dipinse due capolavori di soggetto mitologico-morale come Lo spirito di Samuele evocato davanti a Saul dalla strega di Endor, acquistato da Luigi XIV e oggi al Louvre. Morì a Roma il 15 marzo 1673, e fu sepolto in Santa Maria degli Angeli con un monumento eretto dal figlio Augusto.

UNA PITTURA MATERICA ED ESPRESSIVA

La sua fama è legata soprattutto alla rappresentazione di paesaggi, caratterizzati da una natura aspra e selvaggia, alle scene di battaglia, contraddistinte da una cruda espressività, e alla predilezione per le tonalità scure e i contrasti luministici. Dipinse inoltre ritratti allegorici, soggetti mitici e biblici, dove l’intento moralizzante e filosofico è accentuato dalle atmosfere cupe e misteriose, e anche quadri legati a temi magici.

 

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