Lucio Fontana una mostra e un libro per conoscere l’artista

9 Ottobre 2025

Scopri la mostra “Mani-Fattura” alla Collezione Peggy Guggenheim: le ceramiche di Lucio Fontana rivelano il lato più materico e umano dell’artista.

Lucio Fontana una mostra e un libro per conoscere l'artista

Dall’11 ottobre 2025 al 2 marzo 2026, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia celebra uno degli artisti più radicali del Novecento con la mostra “Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana”. Questa esposizione apre uno squarcio, è il caso di dirlo, su una produzione spesso trascurata ma fondamentale nel percorso dell’artista: la ceramica.

Lucio Fontana un’artista italiano internazionale in mostra: tra dipinti, sculture e monografie

Un dialogo vivo tra materia e idea. Mani-Fattura è più di una mostra: è una riscoperta di Fontana come artigiano e scultore. È un ponte tra il primitivo e il futuribile. Accompagnata da un ricco catalogo Marsilio Arte e da un programma di attività gratuite sostenute dalla Fondazione Araldi Guinetti e da Bottega Veneta, questa esposizione coinvolge il pubblico in un percorso sensoriale e culturale.

L’artista con le mani nella terra

Curata da Sharon Hecker, la mostra propone un viaggio attraverso circa 70 opere ceramiche, molte delle quali mai esposte prima. Queste opere raccontano un Lucio Fontana quasi primitivo nel suo approccio fisico alla materia, eppure modernissimo nel gesto, nella visione e nel linguaggio.

La mostra abbraccia quasi l’intera parabola creativa dell’artista: dagli anni argentini al ritorno in Italia in pieno regime fascista. Dal secondo esilio sudamericano alla ricostruzione del dopoguerra, fino al periodo ad Albissola Marina. Qui, il laboratorio ceramico diventa un crocevia di collaborazioni con architetti, designer, artigiani e poeti.

Ceramiche che parlano alla città

Non è solo la ceramica da cavalletto quella che Fontana esplora. Le sue opere dialogano con l’architettura urbana, si integrano nei fregi degli edifici, nelle facciate di cinema e scuole, nei rivestimenti di chiese e tombe. Questa mostra mette in luce la vocazione pubblica e collettiva della sua arte.

Una seconda anima

La ceramica, definita da un critico dell’epoca come la “seconda anima” di Fontana, oggi torna al centro dell’attenzione. Questo grazie al rinnovato interesse per questo materiale nell’arte contemporanea.

Un libro per conoscere l’uomo dietro l’artista

Per chi volesse approfondire la figura umana e artistica di Fontana, è imperdibile il libro “Lucio Fontana. L’artista che bucava la materia per guardare l’infinito” di Paolo Campiglio. In queste pagine non si racconta solo il mito, ma l’uomo: fisico da boxeur, spirito inquieto, sopravvissuto alla Grande Guerra.

Campiglio mostra un Fontana combattivo ma ironico, generoso, affamato d’arte e di vita, capace di amare senza misura, come con Teresita Rasini, la donna della sua vita, e di sostenere i colleghi più giovani senza invidia. Il libro racconta anche i suoi dubbi, le sue lotte, le sue intuizioni: come il Manifiesto Blanco, pietra miliare del movimento spazialista, che segnerà l’inizio di un nuovo modo di intendere lo spazio pittorico.

Con uno stile limpido e profondo, Campiglio ci restituisce un artista refrattario ai compromessi. Travolto da una visione, ma sempre radicato nella materia, nei gesti, nella realtà. Un artista che ha saputo passare dalla polvere dell’argilla ai buchi del cosmo.

La narrazione si apre su un Fontana già teso tra due estremi: l’Italia e l’Argentina. La tradizione e la rivoluzione, la famiglia e l’arte. Le prime pagine delineano la figura di un giovane uomo temprato dalla Grande Guerra.

È qui che si forma, nel corpo e nello spirito, il Lucio Fontana che rifiuterà per tutta la vita ogni gabbia, ogni regola imposta dall’alto. Campiglio ha l’abilità rara di intrecciare i passaggi biografici con le tappe evolutive della poetica fontaniana. Il giovane artista, rientrato a Milano senza commissioni e con poche risorse, si ritrova a combattere non solo con la fame, come confesserà in una lettera al padre, ma con un sistema dell’arte ancora ancorato al culto dell’ottocento, del figurativo, dell’imitazione del vero.

Fontana porta invece il gesto, la fenditura, la luce che attraversa la materia. Ma per arrivarci, ci mostra Campiglio, c’è un percorso umano faticoso e commovente, fatto di viaggi, collaborazioni, incontri e fallimenti. Uno degli elementi più apprezzabili del libro è l’attenzione al Fontana scultore e ceramista, un aspetto spesso marginalizzato nella narrazione dominante, ma che oggi, come dimostra la mostra “Mani-Fattura” alla Collezione Peggy Guggenheim, torna al centro dell’attenzione critica.

Campiglio restituisce dignità a queste “felici intuizioni”. Mostrandoci come Fontana trovasse nella manipolazione dell’argilla e della materia un canale espressivo tanto urgente quanto quello pittorico. Tuttavia, il cuore del libro risiede nel tentativo di umanizzare l’icona.

Fontana non è solo il teorico dello Spazialismo, l’autore dei Concetti spaziali, ma un uomo attraversato da dubbi, slanci, affetti e ossessioni. Il rapporto con le sue due madri, la generosità verso gli artisti più giovani (di cui amava circondarsi non per vanità, ma per linfa vitale), e soprattutto l’amore fedele e dolente di Teresita Rasini, compagna di una vita, sono tratteggiati con delicatezza e precisione.

Il risultato è una biografia che vibra come una delle sue tele: sotto la superficie si aprono spazi, squarci, rivelazioni. L’ironia, la fisicità, la provocazione, ma anche la fragilità e la fame (non solo di cibo, ma di senso, di forma, di nuovo) convivono in un racconto che non idealizza, ma nemmeno distrugge. È uno sguardo che comprende e restituisce l’artista nella sua totalità, con quella “temperatura sopra il normale voltaggio” che Raffaele Carrieri, non a caso, usò per descrivere la sua potenza.

Campiglio ha scritto un libro fondamentale per chi voglia capire Fontana oltre il gesto. È anche un contributo necessario a una nuova critica d’arte che non separi mai l’uomo dall’opera, l’intuizione dalla carne, il manifesto dalla vita quotidiana. Perché, come ci dimostra questo volume, ogni squarcio porta con sé un mondo interiore da attraversare.

In conclusione, il contributo di Lucio fontana all’arte contemporanea è innegabile e continua a influenzare nuove generazioni di artisti.

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