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Lucio Fontana e Victor Vasarely, due mondi, due culture, due scuole a confronto

Il Museo d'Arte Contemporanea di Acri (MACA) apre al pubblico la grande mostra che mette a confronto l'arte di Victor Vasarely con quella di Lucio Fontana, un'esposizione pensata come spazio di dialogo...

Dal 12 luglio fino a metà ottobre, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) presenta la mostra ”Vasarely – Fontana. Due mondi, due culture, due scuole a confronto”, un’esposizione per far luce sul genio di questi due grandi artisti del Novecento, la cui influenza continua immutata ancora oggi

MILANO – Il Museo d’Arte Contemporanea di Acri (MACA) dal 12 luglio apre al pubblico la grande mostra che mette a confronto l’arte di Victor Vasarely con quella di Lucio Fontana, un’esposizione pensata come spazio di dialogo tra i due artisti all’interno del panorama artistico della seconda metà del Novecento, così lontani eppur così simili.

LA MOSTRA – Dall’importante valenza culturale, la mostra ‘Vasarely – Fontana. Due mondi, due culture, due scuole a confronto’ si pone l’obiettivo di gettar luce su due figure di assoluto primo piano del panorama artistico internazionale della seconda metà del ‘900, Lucio Fontana e Victor Vasarely , intendendoli quali maestri e fonti di ispirazione di molti dei nomi che hanno animato Parigi, Milano e Venezia, le capitali dell’arte europea tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Proprio nella capitale francese probabilmente i due si incontrarono, grazie ai contatti comuni del gruppo Abstraction-Création. «La grandezza delle idee di Fontana e Vasarely – afferma la curatrice Valmore Zordan –, di origini lontanissime l’uno dall’altro, argentino il primo e ungherese il secondo, ma accomunati dal viaggio verso i centri nevralgici dell’arte occidentale, Milano e Parigi, è riuscita a influenzare molti giovani artisti, che pur dimostrando la propria originalità hanno espresso nelle loro opere le idee formative dei due grandi maestri». La mostra trova così nei due maestri i fili conduttori di una serie di esperienze artistiche e creative tuttora vive e vitali nell’arte contemporanea, e soprattutto, prende a esempio le loro figure quali paradigmi dell’artista immerso nella realtà che lo circonda, anticipatore e interprete dei cambiamenti culturali della sua epoca. Da una parte vi sono le opere di Fontana e di Vasarely, e dall’altra quelle di tutti gli artisti da loro influenzati, a partire dalla corrente veneta e lombarda dello Spazialismo (Edmondo Bacci, Gianni Dova o Emilio Scanavino) fino ai “discepoli” di Vasarely, tra cui Francesco Guerrieri, Julio Le Parc, Jesus Raphael Soto o Gregorio Vardanega.

LUCIO FONTANALucio Fontana è stato un pittore, ceramista e scultore italo-argentino (1899 – 1968). A Milano frequentò l’Accademia di Brera e fu in contatto con il gruppo di artisti gravitanti intorno alla galleria del Milione, dove nel 1931, espose le sue prime sculture astratte. Membro del gruppo francese Abstraction-Création, nel 1935 aderì al movimento degli Astrattisti Italiani firmando il manifesto della Prima mostra collettiva di arte astratta italiana a Torino. Tornato in Argentina insegnò a Buenos Aires e nel 1946 stilò il Manifesto Blanco, che segnò l’inizio delle sue esperienze ‘spaziali’ e così l’anno seguente a Milano, sottoscrisse il primo manifesto del movimento spaziale. Al 1952 appartengono i primi buchi e le tele dipinte con colore spesso misto a frammenti di vetro (Concetto spaziale del 1952, collezione Fontana, Milano; Concetto spaziale del 1954, Galleria nazionale d’arte moderna, Roma) mentre nel 1958 appaiono i tagli nella tela (Attese del 1958, collezione Fontana, Milano) che Lucio sperimentò parallelamente nella scultura con la serie di Nature. Nel 1966 ottenne il Gran premio internazionale della pittura alla Biennale di Venezia. L’arte di Fontana ha influenzato moltissimi artisti, tra cui per esempio Manzoni e Castellani, fondatori della rivista Azimuth e poi della Galleria omonima (ma senza “h” finale).

VICTOR VASARELYVictor Vasarely è stato un pittore e grafico ungherese (1908 – 1997), uno dei maggiori esponenti della Optical Art. Frequentò a Budapest l’accademia Mühely, ispirata agli insegnamenti del Bauhaus di Walter Gropius. A Parigi dal 1930, fu in contatto con il gruppo Abstraction-Création e si dedicò, almeno fino al 1943, prevalentemente alla grafica; in quegli stessi anni cominciò anche a interessarsi a ricerche ottico-cinetiche lavorando su fogli di cellofan sovrapposti e ottenendo effetti di profondità in trasparenza (multi-dimensione). Intorno al 1955 i suoi esperimenti sulle impressioni di movimento provocate da una illusione ottica lo portarono a elaborare un linguaggio astratto che ha come fondamento l’unità plastica di forma, luce e colore (Manifeste Jaune del 1955). Espressione della sua poetica di integrazione delle arti è l’edificio, da lui stesso ideato nel 1975, che ospita la fondazione Vasarely ad Aix-en-Provence.

5 luglio 2014

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