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Le incursioni nella Natura e nella luce di Giovanni Segantini

Inaugurata oggi a Milano a Palazzo Reale, la mostra nasce dalla collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta ed è curata da una delle massime esperte dell’artista, Annie-Paule Quinsac. Grazie al prezioso aiuto della nipote Diana Segantini...

Milano rende omaggio a Segantini, con la più ampia retrospettiva mai progettata in Italia, dedicata a uno dei protagonisti della modernità europea; che col suo stare perennemente al confine, ha portato al di qua e al di là delle Alpi l’arte e il ricordo di Milano, dove l’artista ha passato 17 anni della sua vita. In mostra c’è la devozione alla Natura, la sospensione e il raccoglimento, la vita agreste e alcuni luminosi scorci dell’amata città meneghina

MILANO – Inaugurata oggi a Milano a Palazzo Reale, la mostra nasce dalla collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta ed è curata da una delle massime esperte dell’artista, Annie-Paule Quinsac. Grazie al prezioso aiuto della nipote Diana Segantini, l’esposizione racconta la sua carriera attraverso i luoghi che ha amato di più: da Milano alla Brianza ai Grigioni fino alle montagne svizzere dell’Engadina.

LA MOSTRA – La montagna come fonte d’ispirazione e al tempo stesso come fulcro della vita sociale ricreativa, come luogo di incontri, scambi e condivisione. L’arte di Segantini trascende ogni barriera culturale e naturale e si pone come metafora comune tra l’Italia e la Svizzera. In questo contesto, Milano assunse un ruolo centrale nella sua formazione, poiché qui venne a contatto con il Divisionismo, la Scapigliatura, il Simbolismo, il Liberty, cioè le principali correnti che animavano il panorama artistico dell’Europa di quegli anni. La retrospettiva espone oltre 120 opere divise in 9 sezioni e provenienti da importi musei e collezioni private sia europee che statunitensi, con alcuni focus sul disegno.

LE SEZIONI – La mostra si apre con una sezione introduttiva che raccoglie documenti, fotografie, lettere e libri che raccontano la sua famiglia e i rapporti con gli amici di un tempo per poi proseguire con la serie degli autoritratti. Nella sezione Gli esordi vi sono i primi dipinti dedicati a Milano, come Il Naviglio a Ponte San Marco del 1880. Il percorso espositivo continua con la serie intitolata Il ritratto. Dallo specchio al simbolo, tra cui spicca per colore e luce la tela del 1890, Petalo di rosa. Poi le Nature morte, fiori, frutta, pesci e volatili. La quarta sezione Natura e vita nei campi raccoglie i capolavori della vita agreste: La raccolta delle patate del 1886, La raccolta delle zucche (1884 circa), Alla stanga del 1886 e molte altre opere. Ancora paesaggi naturalistici nella sezione Natura e simbolo, che espone uno dei dipinti chiave della mostra: Ave Maria a trasbordo del 1886 così come Primavera sulle Alpi del 1897. La sesta sezione, Fonti letterarie e illustrazioni mostra l’evoluzione pittorica derivante da importanti opere letterarie come la Bibbia e Così parlò Zarathustra di Nietzsche. Il visitatore giunge quindi alla sezione dedicata al Trittico dell’Engadina, probabilmente il testamento spirituale dell’artista. Nella sezione conclusiva, La maternità sono presenti alcuni capolavori come Le due madri del 1889 e L’Angelo della Vita del 1894.

18 settembre 2014

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