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Ambroise Vollard, il pensiero di Luigi Pirandello nell’opera di Pablo Picasso

Luigi Pirandello e Pablo Picasso con opere come "Uno, nessuno e centomila" e "Ambroise Vollard" ci ricordano che la comprensione di noi stessi e degli altri è sempre in evoluzione, mai definitiva.

Il 28 giugno celebriamo l’anniversario della nascita di Luigi Pirandello, uno dei giganti della letteratura italiana e mondiale. Nato nel 1867, Pirandello ha rivoluzionato il teatro e la narrativa, esplorando temi profondi come l’identità, la realtà e l’illusione.

Tra le sue opere più emblematiche troviamo il romanzo Uno, nessuno e centomila, che rappresenta una riflessione complessa e affascinante sulla natura dell’identità umana.

Questo tema si presta a un interessante parallelismo con il ritratto cubista Ambroise Vollard di Pablo Picasso, un’opera che, come il romanzo di Pirandello, sfida la nostra percezione della realtà e dell’identità.

Ambroise Vollard

La frammentazione dell’immagine

Pablo Picasso, con il suo ritratto di Ambroise Vollard, realizzato nel 1910, esplora temi simili attraverso una prospettiva visiva. Vollard, un noto mercante d’arte, è raffigurato secondo lo stile cubista, dove l’immagine è scomposta e ricomposta in una serie di piani e angoli.

Questa frammentazione rappresenta una sfida alla percezione tradizionale, mostrando come un singolo soggetto possa essere visto da molteplici angolazioni contemporaneamente.

Il ritratto di Picasso, con le sue molteplici prospettive e facce, suggerisce che l’identità visiva è complessa e sfaccettata, non unitaria.

Vollard dichiarò:

“Il ritratto che mi fece Picasso è tutt’ora considerato uno dei suoi più importanti. Si tratta di un quadro del periodo cubista che oggi si trova al museo di Mosca. Un dipinto di fronte al quale perfino i presunti intenditori cedono alla sorniona tentazione di chiedere cosa rappresenti. Ebbene, davanti a quel ritratto il figlio di un mio amico, un bambino di quattro anni, ha allungato il dito e ha detto senza esitare: «Questo è Vollard».”

Questo aneddoto evidenzia come lo sguardo puro e intuitivo di un bambino possa percepire immediatamente l’essenza di un’immagine, al di là delle sue complesse frammentazioni.

Uno, nessuno e centomila

La molteplicità dell’Essere

Uno, nessuno e centomila racconta la storia di Vitangelo Moscarda, un uomo che, dopo una banale osservazione da parte della moglie, inizia a mettere in dubbio la propria identità.

La scoperta che le persone lo vedono in modi diversi lo conduce a un percorso di decostruzione del sé, fino a concludere che egli non è uno, ma molti, e quindi nessuno in particolare.

Pirandello esplora la frammentazione dell’identità, suggerendo che ogni individuo è costituito da una molteplicità di maschere che cambiano a seconda delle circostanze e delle percezioni altrui.

Il parallelismo tra Luigi Pirandello e Pablo Picasso

Entrambe le opere, sebbene appartenenti a forme d’arte diverse, mettono in discussione la nozione di identità fissa e immutabile. Pirandello, attraverso la narrazione, e Picasso, attraverso l’immagine, suggeriscono che l’essenza di una persona non può essere catturata in una singola definizione o rappresentazione.

La frammentazione del sé in “Uno, nessuno e centomila” trova un eco visivo nelle scomposizioni cubiste di Picasso, dove l’unità del soggetto è dissolta in una miriade di punti di vista.

Allo stesso modo, lo sguardo attento e spontaneo dei bambini può cogliere l’essenza nascosta dietro le apparenze frammentate, rivelando una verità che gli adulti spesso complicano con eccessive interpretazioni.

Il senso di identità e le maschere sociali

In una società sempre più complessa e stratificata, le maschere sociali diventano un modo per navigare tra le aspettative e i giudizi degli altri.

Queste maschere, spesso imposte dalla necessità di conformarsi o di proteggere la propria vulnerabilità, possono oscurare la vera essenza di una persona.

Tuttavia, i bambini, con la loro innocenza e onestà, riescono a vedere oltre queste maschere.

La loro capacità di riconoscere simbolicamente i veri volti, senza essere influenzati dai pregiudizi sociali, ci ricorda l’importanza di guardare il mondo con occhi freschi e aperti.

Identità e contemporaneità: L’eredità di Pirandello e Picasso nell’era digitale

Nell’era contemporanea, le riflessioni di Pirandello e Picasso sull’identità assumono una nuova rilevanza.

Oggi, con l’avvento dei social media e delle tecnologie digitali, la frammentazione dell’identità è più evidente che mai.

Gli individui presentano sé stessi attraverso una molteplicità di “maschere” digitali sui vari social network, creando identità multiple e spesso contrastanti.

La vita online di una persona può differire notevolmente dalla sua realtà offline, e questa duplicità rispecchia le preoccupazioni pirandelliane riguardo alla percezione e alla molteplicità del sé.

Inoltre, l’uso di algoritmi e intelligenza artificiale per analizzare e prevedere il comportamento umano introduce un ulteriore livello di complessità.

Le nostre identità vengono scomposte in dati e categorie, simili alle frammentazioni visive di Picasso, e ricostruite in modi che spesso sfuggono al nostro controllo.

La sensazione di essere osservati, giudicati e categorizzati secondo parametri invisibili ricorda la crisi identitaria di Vitangelo Moscarda, amplificando la percezione di essere contemporaneamente uno, nessuno e centomila.

L’eredità di Pirandello e Picasso nell’esplorazione dell’identità umana

L’anniversario della nascita di Luigi Pirandello ci offre l’opportunità di riflettere su come la letteratura e l’arte possano convergere nella loro esplorazione dell’identità umana.

Pirandello e Picasso, attraverso i loro rispettivi mezzi, ci invitano a guardare oltre le apparenze e a riconoscere la complessità intrinseca di ogni individuo. Le loro opere ci ricordano che siamo tutti, in un certo senso, uno, nessuno e centomila, e che la nostra comprensione di noi stessi e degli altri è sempre in evoluzione, mai fissa o definitiva.

In questo giorno speciale, celebriamo Luigi Pirandello non solo come uno scrittore straordinario, ma anche come un pensatore profondo che, insieme a Picasso, ha arricchito la nostra comprensione dell’essere umano.

Le loro intuizioni, oggi più che mai, ci aiutano a navigare le complesse realtà dell’identità nell’era digitale.

Lo sguardo attento dei bambini, che riconoscono l’essenza dietro le apparenze, ci ricorda che spesso la verità si trova nella semplicità e nell’immediatezza delle percezioni non influenzate dai pregiudizi.

I bambini, infatti, riescono a guardare oltre le maschere sociali imposte, riconoscendo simbolicamente i veri volti delle persone.

Questa capacità di vedere oltre le apparenze superficiali ci ispira a cercare l’autenticità in noi stessi e negli altri, andando oltre le etichette e le categorizzazioni sociali.

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