Sei qui: Home » Arte » Jordan Buschur, ”Dipingo libri perché sono una metafora della vita, i contenitori delle nostre memorie’

Jordan Buschur, ”Dipingo libri perché sono una metafora della vita, i contenitori delle nostre memorie’

Jordan Buschur è una giovane artista americana che, oltre all'amore per l'arte, condivide anche l'amore per i libri. Sono loro, infatti, i soggetti principali delle sue opere che lei definisce come ''dei contenitori di memoria'...

Libri e arte. Un duetto che ci piace molto. E se vi dicessimo che nel mondo dell’arte esiste una donna che dipinge solo libri? Lei è Jordan Buschur, una giovane artista che ha unito in una sola arte le sue due più grandi passioni. Ecco l’intervista

MILANO – Jordan Buschur è una giovane artista americana che, oltre all’amore per l’arte, condivide anche l’amore per i libri. Sono loro, infatti, i soggetti principali delle sue opere che lei definisce come ”dei contenitori di memoria’. Direttrice della Galleria d’Arte EisentragerHoward presso l’Università del Nebraska, ha scoperto questa magnetica attrazione per i libri nel 2008 ma ha iniziato a dipingerli solo nel 2011. Ma dove trova l’ispirazione, e quali sono i libri più amati dall’artista? Abbiamo scoperto di più su di lei e sulle sue opere, con questa breve intervista che Jordan Buschur ci ha rilasciato.

Iniziamo con la prima domanda obbligatoria: perché i libri?

Devo dire che, come lettrice e rilegatrice di libri, ho sempre avuto un’attrazione quasi magnetica verso i libri. Lo stesso, mi succede con i quadri. Quindi ho semplicemente unito queste due grandi passioni, e i libri sono diventati i soggetti perfetti per le mie opere.

Lei descrive i libri  come “contenitori di memorie e saggezza per ogni persona”. Ci spieghi meglio.

I libri, di fatto, sono dei contenitori. Chi accumula libri, raccoglie idee e storie, e questo raggruppamento si identifica con la memoria e la conoscenza di ogni individuo. Alcuni dei mie quadri rappresentano delle pile di libri, larghe e molto alte, quasi ad altezza uomo. I libri, quindi, diventano un vero e proprio supporto fisico per l’essere umano, come una metafora di vita.

 

Si ricorda quando ha dipinto il suo primo libro? Ci racconti del suo incontro con i libri e l’arte.

Inizialmente mi occupavo di arte figurativa. Di solito dipingevo facendo riferimento ad immagini prese dai giornali oppure da vecchi libri. Ogni immagine era scelta per il suo potenziale di comunicazione: doveva contenere più domande che risposte. Cercavo qualcosa di psicologico, che esprimesse diversi significati. Nel 2008 ho iniziato a cercare ispirazione nelle librerie, questa è stata la prima volta che ho dipinto un libro. Ho capito subito che potevo fare molto di più con questa idea, ma l’ho tenuta dentro di me fino al 2011. Da questo momento in poi ero pronta ad abbandonare l’arte figurativa per incontrare i miei nuovi soggetti.  Così ho acquistato alcuni vecchi libri che ho sparpagliato nel mio studio insieme a delle vecchie giacche impolverate. Era ovvio che doveva diventare un quadro quell’immagine: così ho scattato una foto e poi è nato il mio primo dipinto “Who Cares”

Da lettrice, quanti libri ha nella sua casa? E qual è l’ultimo che ha letto?

Ho molti libri d’arte, narrativa, graphic novels, manuali sul giardinaggio e sulla teoria femminista, romanzi d’amore…insomma, tanti, ma non abbastanza da riempire la libreria. L’ultimo libro che ho letto è stato “Il cardellino” di Donna Tartt. Ora invece, sto leggendo una raccolta di saggi di Norman Bryson  “Lookng at the Ovelooked”

 

Dove trova l’ispirazione per i suoi quadri? Si affida solo alla sua immaginazione?

Creo delle installazioni nel mio studio e poi scatto delle fotografie. Ogni dipinto è legato uno all’altro, ogni quadro è un ispirazione per il prossimo.  Ovviamente mi ispiro tantissimo anche a pittori storici e contemporanei.

2 ottobre 2014

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata