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Joan Jonas, l’artista pioniera della performance

Dal 2 Ottobre 2014 al 1 febbraio 2015 HangarBicocca presenta ''Light Time Tales'', la mostra antologica dedicata a Joan Jonas, protagonista dell'arte degli ultimi 50 anni, mostrando al pubblico il suo percorso e la sua costante evoluzione artistica...

Joan Jonas, classe 1936 è una delle più riconosciute artiste viventi; affermatasi negli anni ’60 e ’70 grazie alla sua pionieristica pratica performativa e video, non ha più smesso di stupirci. Il suo lavoro ha reinterpretato in modo originale la relazione tra l’arte e le forme della narrazione, includendo nelle sue opere, video, installazioni e performance intrecciati in un continuo rinnovamento di soluzioni formali

MILANO – Dal 2 Ottobre 2014 al 1 febbraio 2015 HangarBicocca presenta ”Light Time Tales”, la mostra antologica dedicata a Joan Jonas, protagonista dell’arte degli ultimi 50 anni, mostrando al pubblico il suo percorso e la sua costante evoluzione artistica. Appuntamento speciale il 21 ottobre, in occasione della performance ”Reanimation”, realizzata in collaborazione con il musicista e compositore jazz Jason Moran. Nel 2015 inoltre, Joan Jonas rappresenterà gli Stati Uniti d’America alla Biennale di Venezia, 56° Esposizione Internazionale d’Arte, con un progetto presentato dal MIT List Visual Arts Center.

LA MOSTRA – Il titolo della mostra fa riferimento tanto alle caratteristiche del lavoro dell’artista “time based”, basato sul tempo e sulla luce, sul video e sul racconto, quanto alla specificità di HangarBicocca: uno spazio esteso, in cui il buio accoglie le opere come gioielli luminosi capaci di raccontare una storia “antica”. La rassegna comprende dieci installazioni e nove video monocanale, riunendo per la prima volta in Italia le più importanti opere di Joan Jonas: dalle più storiche come “Mirage” (1976/1994/2005) e “Volcano Saga” (1985/1994) alle più recenti come “Lines in the Sand” (2002), “Reanimation” (2010/2012/2013) e altre mai esposte in Europa, come “Double Lunar Rabbits”, (2010), oltre a una nuova produzione site-specific. Le opere sono mostrate insieme a film e video prodotti dagli anni ‘60 a oggi, come “Wind” (1968) e “Merlo” (1974).

I TEMI – Tra le prime artiste donne a utilizzare il video accanto alla performance, Joan Jonas fin dagli anni ‘60 esplora il tema dell’identità e le relazioni tra il corpo e la sua rappresentazione. Partendo da una formazione legata alla storia dell’arte e alla scultura, il linguaggio di Jonas attraversa la danza, il cinema sperimentale, la musica contemporanea, il teatro giapponese Nō e Kabuki e il disegno. Fortemente influenzata dalle varie forme della letteratura, utilizza specchi, maschere, costumi, veli e travestimenti per indagare i codici della rappresentazione; avvia un intenso lavoro sui testi e sulla traduzione di narrazioni in movimento, soffermandosi sullo studio del sonoro messo in relazione al tempo e allo spazio. Forte rilievo nel pensiero dell’artista ha la natura, considerata come un contesto in continua evoluzione da preservare poiché fonte di sostentamento spirituale: i paesaggi, sia urbani sia naturali, e gli animali sono spesso i protagonisti delle sue opere, capaci di offrire al pubblico un’esperienza di forte coinvolgimento emotivo.

30 settembre 2014

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