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Fausto Gilberti, quando l’illustrazione è minimal ma rock

Artista, pittore, disegnatore con le sue tavole illustra e racconta l'arte del Novecento con ironia e curiosità. In particolare ci spiega quella contemporanea e concettuale

MILANO – Fausto Gilberti è un artista e disegnatore. “È un omino esile, con occhi grandi e stralunati, corpo statico e piatto, sguardo sorpreso e interdetto”. Un po’ come i personaggi delle sue illustrazioni, dei libri di arte o musica pubblicati per Corraini, come l’ultimo dedicato a Lucio Fontana. Le sue tavole illustrano e raccontano l’arte del Novecento, in particolare quella concettuale. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio il suo lavoro, l’arte minimal il cui design parte da Piero della Francesca passando da Andrea Pazienza e arrivando fino a Damien Hirst.

 

Artista e illustratore, chi è veramente Gilberti?

Sono un pittore e un disegnatore. Lavoro nel mondo dell’arte contemporanea da circa vent’anni, e negli ultimi cinque mi sono dedicato anche ai libri illustrati, portando sulle pagine gli stessi soggetti, gli stessi “omini” neri, statici, secchi, diversi ma sempre uguali, che ho sempre disegnato e dipinto sulle tele e sulle carte appese alle pareti dei musei e delle gallerie d’arte.

 

Da dove nasce il suo stile minimalista e sintetico? Chi sono i suoi maestri?

Nasce dopo un lungo lavoro, iniziato molti anni fa, improntato sulla ricerca di un mio segno grafico personale che ho usato per rappresentare la figura umana, in chiave universale, ridotta ai minimi termini. I miei maestri sono stati tutti quei pittori e disegnatori che come me hanno lavorato sulla riduzione del loro segno e sulla costruzione di uno stile riconoscibile che li rappresentasse inequivocabilmente come Jean Dubuffet, Keith Haring e molti altri.

Le mie fonti di ispirazione sono e sono sempre state molte. I fumetti (Andrea Pazienza è stato uno dei miei miti da ragazzo); la letteratura (Raymond Carver, J.D. Salinger, Daniel Pennac, Corman McCarthy, Italo Calvino…); i video clips musicali (Chris Cunningham e Spike Jonze); il cinema d’autore (David Lynch, Lars Von Trier, Hayao Miyazaki…); l’arte contemporanea (Damien Hirst, i fratelli Chapman, Tino Seghal…); l’arte antica (Piero della Francesca, Sassetta, Hieronymus Bosch).

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Si è dedicato molto a raccontare nei libri l’arte contemporanea (Klein, Fontana…) come mai questa scelta?

L’idea mi è venuta dopo aver finito il mio terzo libro: Bianca.

Stavo cercavo una storia nuova, divertente, intelligente e curiosa.

Era la primavera di due anni fa, e una domenica… andai a vedere la retrospettiva di Piero Manzoni a Palazzo Reale a Milano portandovi anche i miei due figli piccoli di 7 e 8 anni.

Ebbene fu proprio davanti alla reazione entusiasta e divertita dei miei bambini di fronte alle strabilianti e bizzarre opere di Manzoni che capii di aver trovato, finalmente, la mia nuova storia da raccontare ai bambini (ma non solo).

Una storia vera. La storia di Piero Manzoni e della sua opera più famosa: “La merda d’artista”.

 

Lo stile minimal serve a farlo apprezzare anche ai più piccoli?

Nel momento in cui ho deciso di realizzare libri illustrati (per bambini si, ma non solo) sapevo che avrei incontrato un pubblico molto differente rispetto a quello a cui ero abituato come artista. E mi sono chiesto come i miei disegni minimal sarebbero stati letti da un pubblico fatto di piccoli lettori più abituato a illustrazioni a colori e, spesso, ricche di dettagli.

Tuttavia non ho pensato di modificare o trasformare il mio segno per renderlo più “illustrativo e narrativo”. Ho mantenuto tutto così com’era: minimo, stilizzato, nero, statico, evocativo.

 

Con le illustrazioni spazia dall’arte al rock, ha qualche altro progetto in cantiere per il prossimo futuro?

Tante idee mi frullano sempre in testa, e quando una di queste comincia ad ossessionarmi capisco che è arrivato il momento ideale per concretizzarla trasformandola in un’opera: un libro o un quadro! In futuro vorrei continuare a raccontare storie di artisti contemporanei bizzarri e originali che non sono mai stati raccontati ai bambini. Ma per ora non ho ancora deciso quali saranno. Ne ho individuati alcuni, ma non ho ancora trovato la giusta chiave di lettura per raccontarli in modo divertente e ironico come ho già fatto con Lucio Fontana, Marcel Duchamp, Yves Klein. Piero Manzoni e Jackson Pollock.

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