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Inaugurata a Bologna la mostra ”A lezione di razzismo”, per scoprire come il fascismo educava i giovani all’odio

Fino all’8 marzo sarà possibile visitare la mostra “A lezione di razzismo - Scuola e libri durante la persecuzione antisemita”, esposta al Museo Ebraico di Bologna...

I materiali dell’archivio storico di Indire in esposizione alla mostra sull’antisemitismo nella scuola fascista

BOLOGNA – Fino all’8 marzo sarà possibile visitare la mostra “A lezione di razzismo – Scuola e libri durante la persecuzione antisemita”, esposta al Museo Ebraico di Bologna. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Fondazione Ambron Castiglioni di Firenze, Museo ebraico di Bologna e Indire (Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e sottolinea l’importanza delle immagini nello sviluppo della persecuzione antisemita negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.

EDUCAZIONE FASCISTA – L’Archivio storico dell’Indire ha messo a disposizione il suo patrimonio documentario per dare vita a un percorso in cui quaderni, materiali didattici, libri e fotografie delineano i processi formativi con i quali si tentò di costruire il nuovo uomo fascista: attraverso la creazione del nemico interno, l’esclusione dei diversi, il mito della razza e della pura stirpe italica. La mostra è finalizzata a mettere in luce alcuni aspetti spesso poco considerati, relativi all’applicazione delle leggi razziali del 1938 nella scuola fascista. Tra i documenti della mostra figurano anche quaderni e album di piccoli studenti ebrei alla vigilia delle leggi razziali.

INTOLLERANZA – “Assistiamo a fenomeni di crescente intolleranza – dichiara Flaminio Galli, Direttore Generale dell’Indire – e questa mostra rappresenta un fermo richiamo a non abbassare la guardia su questo fronte. L’archivio storico dell’Indire è un prezioso strumento di conoscenza della scuola del ‘900. L’Istituto è orgoglioso di mettere a disposizione della società italiana questo patrimonio di grande valore”. “Con questa mostra – aggiunge Pamela Giorgi, curatrice e ricercatrice dell’Indire – si vuole evidenziare come la politica razziale del regime non ebbe il suo inizio nei pochi mesi antecedenti alle leggi razziali del 1938, ma ben prima, nel corso della politica coloniale e imperialistica dell’Italia nel nord Africa. È un modo per spiegare soprattutto alle nuove generazioni che le politiche di esclusione non nascono mai istantaneamente, ma sono sempre il frutto di processi lenti e mirati, in grado di causare violenza e separazione profonda all’interno di una stessa comunità”.

 

27 gennaio 2015

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