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In Toscana la mostra dedicata a Winckelmann, Firenze e gli Etruschi

Sarà in scena fino al 30 gennaio, presso il Museo Archeologico di Firenze, la mostra dedicata al padre dell'archeologia moderna J.J. Winckelmann

MILANO – Inaugurata lo scorso maggio, presso il Museo Archeologico di Firenze, l’esposizione dedicata a Johann Winckelmann sarà in scena fino al 30 Gennaio 2017. La mostra fiorentina è stata la prima di una lunga serie di celebrazioni Winckelmaniane previste in varie città europee in occasione del  300entesimo anniversario di nascita (Stendal, 9 dicembre 1717) e il 250esimo anniversario di morte (Trieste, 8 giugno 1768) del padre dell’archeologia moderna,

IL SOGGIORNO A FIRENZE – Tra il settembre del 1758 e l’aprile del 1759 Winckelmann soggiornò a Firenze per lavorare al catalogo delle gemme intagliate del barone von Stosch e, in quell’occasione, lo studioso poté visitare alcune collezioni d’arte della città. approfondendo lo studio della civiltà etrusca. Ad essere preso in esame, nella prima sezione della mostra, è proprio l’ambiente culturale fiorentino con il quale Winckelmann venne a contatto durante quegli anni.

LA MOSTRA – L’esposizione, dal titolo “Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell’archeologia in Toscana”, è suddivisa in tre sezioni nelle quali sono esposte, nel Salone del Nicchio, del Museo, più di 100 opere: manoscritti, vasi greci ed etruschi, statue in marmo e in bronzo, dipinti, stampe, urne e sculture etrusche, gemme e medaglie. Tra i pezzi più rari in esposizione ci sono i calchi della raccolta completa delle “Gemme Stosch”, la cosiddetta “Ballerina” (una statua romanda della collezione Riccardi finora mai uscita dalla sua sede) e la prima e finora unica edizione dell’opera omnia di Winckelmann, stampata a Prato tra il 1830 e il 1834. In mostra anche il “Manoscritto Fiorentino”, famoso taccuino di appunti dello studioso risalente al periodo trascorso a Firenze. Schedati nel catalogo ma non presenti in mostra anche “Chimera” e “Idolino di Pesaro” che saranno visibili nelle sale dello stesso Museo.

 

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