Le Olimpiadi antiche, iniziate nel 776 a.C. a Olimpia, non erano soltanto una celebrazione dello sport e della competizione, ma rappresentavano anche un’importante manifestazione artistica e culturale.
La loro influenza si estese ben oltre le corse e i combattimenti, permeando ogni aspetto della vita greca, inclusa l’arte.
Tra i numerosi capolavori scultorei ispirati agli eventi olimpici, il Discobolo di Mirone si erge come uno dei simboli più illustri dell’arte dell’epoca, ed è riconosciuta ancora oggi come simbolo dell’atleta olimpico.
Il Discobolo di Mirone
Analisi dell’opera
La scultura del Discobolo, o “Lanciator di disco”, realizzata da Mirone nel V secolo a.C., rappresenta una delle pietre miliari della scultura greca classica.
Mirone, uno dei più celebri scultori dell’antichità greca, è noto soprattutto per il suo contributo fondamentale alla scultura del periodo classico.
Attivo nel V secolo a.C., Mirone rappresenta uno dei protagonisti principali dello sviluppo dell’arte scultorea durante l’era della cosiddetta “scuola severa”, che precedette il periodo di massimo splendore dell’arte greca.
Questo capolavoro incarna perfettamente il concetto di armonia e perfezione fisica che caratterizzava gli ideali olimpici.
La scultura, conservata in copie romane, raffigura un atleta nel momento cruciale della sua preparazione per il lancio del disco.
La posa tesa, l’equilibrio tra movimento e staticità e la dettagliata rappresentazione dei muscoli conferiscono all’opera un senso di dinamismo e perfezione estetica.
Il Discobolo non è solo una celebrazione della competizione sportiva, ma anche un esempio di come la scultura greca esplorasse e rappresentasse la bellezza ideale del corpo umano.
La raffinatezza della scultura di Mirone si riflette nella sua capacità di trasmettere l’energia cinetica attraverso una forma staticamente equilibrata.
Questo equilibrio tra movimento e immobilità, tra tensione e rilassamento, rappresenta l’ideale dell’armonia fisica e mentale a cui aspira l’atleta olimpico.
Cicerone scrisse in merito alla produzione artistica dello scultore greco antico, attivo tra il 480 e il 440 a.C :
“Le opere di Mirone non sono ancora vicinissime alla verità, nondimeno non si esiterà a dichiararle belle; quelle di Policleto sono ancora più belle e già veramente perfette secondo la mia opinione”.
L’influenza delle Olimpiadi sull’arte e sull’architettura
Oltre alle sculture come il Discobolo, le Olimpiadi antiche influenzarono notevolmente anche l’architettura e l’arte figurativa del tempo.
Gli impianti sportivi di Olimpia erano adornati da magnifiche opere di scultura e pittura, che riflettevano non solo la grandezza delle gare, ma anche la devozione alla perfezione e alla bellezza ideale.
Edifici come il Pritaneo, il Buleuterio e lo Stadio erano non solo centri di attività e competizione, ma anche spazi in cui l’arte celebrava l’eroismo e l’eccellenza degli atleti.
Il frontone orientale del tempio di Zeus, databile tra il 480 e il 460 a.C., è uno degli esempi più significativi di come le Olimpiadi influenzarono l’arte.
Questo capolavoro scultoreo, attribuito probabilmente a Fidia, ritrae la mitica corsa tra Pelope e Oinomao, un evento leggendario che simboleggiava la nascita delle Olimpiadi.
L’intensità del momento catturato nel frontone, con le quadrighe pronte a scattare, trasmette una potente sensazione di dramma e tensione che riflette l’importanza e l’emozione dei giochi olimpici.