Alla Fondazione Beyeler di Riehen vicino a Basilea, fino ai primi di settembre è in corso la grande retrospettiva dedicata a Gerhard Richter, probabilmente il più importante artista del nostro tempo. La mostra, curata da Hans Ulrich Obrist espone un centinaio di opere, tra ritratti, nature morte e paesaggi più una serie di fotografie sovra-verniciate
MILANO – La retrospettiva di Richter più vasta mai realizzata in Svizzera, è in corso alla Fondazione Beyeler, dallo scorso maggio fino ai primi di settembre, dal titolo ”Gerhard Richter: Pictures/Series”, una mostra sui 60 anni di carriera di questo artista, tuttora vivente, da molti considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea.
LA MOSTRA – Per la prima volta nella storia della curatela, la mostra è incentrata sulle serie dell’artista, sui cicli e sugli spazi interni, a cui si contrappongono una sequenza di opere singole che ormai hanno raggiunto lo status di vere e proprie icone dell’arte contemporanea. In mostra vi sono circa un centinaio di immagini, tra ritratti, nature morte, paesaggi, immagini astratte, insieme a due oggetti in vetro e a 64 fotografie sovra-verniciate. La selezione comprende l’arte di Richter dal 1966 ad oggi, inclusi i recenti lavori che non sono ancora mai stati esposti in pubblico; così come il ciclo delle 15 opere del MoMA di New York sulla Banda Baader-Meinhof (uno dei gruppi terroristici tedeschi di estrema sinistra più violenti nel periodo successivo alla 2° Guerra Mondiale) e sui conseguenti eventi del 18 Ottobre 1977. Lo stile di Richter si caratterizza dall’utilizzo di fotografie come base per i suoi dipinti figurativi, spaziando poi dalle immagini a campi monocromatici fino alle composizioni generate digitalmente. ‘Se le immagini astratte mostrano la mia realtà, allora i paesaggi e le nature morte mostrano il mio desiderio’, scrisse l’artista nel 1981.
BIOGRAFIA D’ARTISTA – Gerhard Richter, nato a Dresda nel 1932, vive e lavora a Colonia. Nel panorama artistico contemporaneo è considerato uno degli artisti più complessi e completi: il suo lavoro si snoda tra pittura, fotografia, installazione, scultura e grafica, raccontando storie e concetti di volta in volta diversi. Ha esposto nei musei più importanti del mondo: la sua quarta retrospettiva ad esempio, “Gerhard Richter: 40 Years of Painting”, curata da Robert Storr, ha aperto al Museo d’Arte Moderna di New York nel febbraio 2002, per poi essere trasferita a Chicago, a San Francisco (SFMOMA) e a Washington. Nel 2012 una retrospettiva della sua produzione artistica è stata invece ospitata presso il Centre Pompidou di Parigi. Fortemente influenzato dalla Pop art e dal Nouveau réalism, così come dalle soluzioni informali di Dubuffet e dalla nuova figurazione di Bacon, Richter si orientò verso una propria definizione pittorica del reale, elaborando le prime opere ispirate a immagini fotografiche di giornali, riviste o vecchi album di famiglia. La nuova tendenza a tradurre in immagini pittoriche, sfumate e prevalentemente in bianco e nero, una realtà fissata fotograficamente nasceva dall’esigenza, divenuta poi una costante del suo lavoro, di un’oggettività priva di emozione, fondata su pochi elementi: luce, colore e movimento.
1 luglio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA