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Edouard Manet, la rivoluzione artistica

Oggi il mondo dell’arte e della cultura ricordano la morte di Edouard Manet, avvenuta a Parigi il 30 aprile del 1883. Stupirà sapere che Manet non volle mai essere identificato col gruppo degli Impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni...

“In una figura, cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà da sé”

 

MILANO – Oggi il mondo dell’arte ricorda la morte di Edouard Manet, avvenuta a Parigi il 30 aprile del 1883. Stupirà sapere che Manet non volle mai essere identificato col gruppo degli Impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Ciò perché, lungo tutta la sua carriera, egli preferì ottenere l’ammissione al Salon mediante un riconoscimento ufficiale dello Stato, e non «attraverso sotterfugi», come lui stesso affermò. Per questo si batté in difesa del principio della libertà espressiva dell’artista con opere che suscitarono scandalo presso i suoi contemporanei, come Colazione sull’erba e Olympia.

A partire dal 1869 si dedicò alla pittura en plein air (‘all’aperto’) e le sue uscite ai giardini delle Tuileries, sul retro del Louvre, divennero quasi degli appuntamenti mondani. Restò in attività fino al 1883, l’anno della sua morte. Manet raggiunse una grandissima fama e ancora oggi è considerato il più grande interprete della pittura pre-impressionista.

 

INIZI – Ėdouard Manet nasce a Parigi il giorno 23 gennaio 1832. La sua famiglia è benestante: il padre è il giudice August Manet, la madre invece è la figlia di un diplomatico. Sin da giovane Ėdouard ha la passione per l’arte e vorrebbe intraprendere la carriera artistica, che non gli viene però permessa dal padre, che lo iscrive al Collège Saint Rolin nel 1839. I risultati scolastici del giovane sono però scarsi, per cui il padre sceglie per il figlio la carriera nella Marina militare. Il giovane Manet però non supera le prove per accedere all’Accademia Navale ed è per questo motivo che si imbarca come mozzo a bordo della nave ‘Le Havre et Guadalupe’.

 

GLI STUDI E GLI ESORDI – Dopo questa esperienza torna a Parigi, riuscendo a convincere il padre a intraprendere la carriera artistica. August Manet cerca invano di fare iscrivere il figlio presso l’École des Beaux-Arts, ma il giovane Ėdouard nel 1850 preferisce studiare arte presso il celebre ritrattista francese Thomas Couture. Manet in questi anni apre uno studio d’arte con Albert de Balleroy e intrattiene una relazione amorosa con Suzanne Leenhoff, sua insegnante di pianoforte. Dopo sei anni Ėdouard lascia il suo maestro d’arte, poiché non si adatta al suo stile troppo banale e accademico.

 

L’artista francese viaggia molto, infatti, visita l’Olanda, l’Italia, l’Austria, la Germania, analizzando e studiando lo stile tonale utilizzato da Giorgione, Goya, Velazquez, Tiziano e i pittori olandesi del 1600 nelle loro opere. Il suo stile pittorico è molto influenzato anche dalla conoscenza delle stampe giapponesi. Dal 1856 studia presso l’Accademie, seguendo le lezioni di Léon Bonnat. Nell’Accademie, Manet conosce anche celebri artisti e numerosi intellettuali. Grazie alla pittrice francese Berthe Morisot, entra nella cerchia dei pittori impressionisti, stringendo amicizia con Edgar Degas, Camille Pissarro, Claude Monet, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne. Nel 1858 diventa amico del poeta Charles Baudelaire.

 

I CAPOLAVORI – Nel 1862, alla morte del padre, egli riscuote una grande eredità che gli permette di vivere bene e di dedicarsi per tutta la vita all’arte. In questo periodo realizza una delle sue opere più famose, ‘Le déjeuner sur l’herbe’, che suscita numerose polemiche, perché giudicata scandalosa.
Nel 1863 sposa la sua compagna Suzanne Lenhoff. Nel 1865 finisce di dipingere ‘Olympia’, dipinto che viene esposto al Salon, generando giudizi ancora più negativi. Sempre nello stesso anno si reca in Spagna, per poi tornare presto in Francia. In questi anni egli partecipa alle discussioni degli impressionisti presso il Café Guerbois e presso il Café della Nouvelle Athènes, ma mostrando un atteggiamento disinteressato. Nonostante il suo manifesto distacco verso il movimento impressionista, egli è considerato come colui che ha contribuito alla sua nascita.

 

Nel 1869 parte per Londra, in cui conosce la sua unica allieva, Eva Gonzales. Nel 1870 inizia la guerra franco-prussiana e l’artista si arruola come sottotenente nella Guardia nazionale. Dal 1873 in poi nelle sue opere artistiche è evidente l’utilizzo di uno stile pittorico impressionista. Una delle opere più celebri che egli realizza in questi anni è ‘ Bar aux Folies Bérgere’, in cui utilizza uno stile pittorico simile a quello dell’artista impressionista Claude Monet. Nel dipinto inoltre vengono scelti soggetti urbani. Nonostante ciò, Manet si distingue dagli altri artisti impressionisti per l’uso del colore nero nei suoi dipinti.

Per mostrare il suo distacco dal movimento impressionista, non partecipa mai a nessuna delle esposizioni impressioniste.

 

GLI ULTIMI ANNI – Nel 1879 l’artista è colpito da una grave malattia, l’atassia locomotoria, che lo avrebbe accompagnato fino alla morte. Nel 1881 Manet inizia ad avere i primi riconoscimenti dal suo Paese, infatti, è insignito della Legion d’Onore dalla Repubblica francese e premiato presso il Salon. Il 6 aprile 1883 la malattia lo indebolisce ulteriormente, al punto che gli viene amputato il piede sinistro.

 

Dopo una lunga agonia, Ėdouard Manet muore il 30 aprile 1883 all’età di 51 anni.

30 aprile 2015

 

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