Resilienze 2.0 a cura di Luciana Littizzetto e Cristina Fossati, è la mostra collettiva a Palazzo Saluzzo Paesana a Torino sul tema della resilienza, a cavallo tra pittura, scultura e video-installazione. Il concetto di resilienza deriva dalla psicologia ma qui a parlarne sono una decina di artisti italiani e internazionali
MILANO – Il settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana a Torino ospita per tutta l’estate la mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo ”Resilienze 2.0”, co-curata da Luciana Littizzetto e Cristina Fossati. In questa mostra il tema della resilienza è declinato nella pittura, nella scultura, nella video-installazione.
LA MOSTRA – La mostra raccoglie nella cornice istituzionale di Palazzo Saluzzo Paesana le opere di 10 artisti italiani e internazionali invitate dalle curatrici a declinare il concetto di resilienza che oggi è usato in tantissimi campi: resilienza in ingegneria significa la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi; in informatica vuol dire resistere all’usura; in ecologia indica la capacità dell’ecosistema di mantenere un equilibrio quando arriva un agente esterno e l’invenzione di strategie per ricostruirlo; mentre in psicologia la resilienza è la capacità di affrontare le avversità, di superarle e di uscirne addirittura rinforzati. Da questi presupposti, parte il concept della mostra di Palazzo Saluzzo fino alla metà di settembre. «La nostra intenzione è stimolare i giovani artisti a ripartire, a trovare il senso, a indagare la possibilità, a declinare di nuovo una qualche forma di futuro.» affermano le curatrici. Il Palazzo dei Marchesi Saluzzo di Paesana, sede espositiva di Resilienze 2.0, è il più vasto ed articolato palazzo nobiliare della città di Torino, un vero capolavoro del Barocco piemontese, destinato fin dai secoli precedenti a esplorare le avanguardie artistiche.
GLI ARTISTI – In mostra sono esposte le opere di una decina di artisti, italiani e internazionali, tra cui Alessandro Gioiello, classe 1982, ironico appassionato d’arte classica che ‘sposta’ i protagonisti dei suoi dipinti (così come si fa con lo strumento ‘bacchetta’ su photoshop) creando surreali collage pittorici; Cornelia Badelita, specializzata in incisioni; Mizokami Kazumasa, il filosofo che si esprime con la ceramica, creando prati fioriti su cui le sue sculture di grandi dimensioni imprimono la propria traccia e Nadir Valente, le cui opere realizzate con risme di carta e post-it, ricreano oggetti della vita quotidiana. Nicus Lucà, video-artista torinese, a Resilienze 2.0 e sulle orme di Isgrò, presenta un’opera controversa, creata con centinaia di pacchetti di sigarette su cui l’artista ha però cancellato la parola ‘fumo’; Sarah Ledda preferisce invece la pittura e ritratti sfocati di bambini; mentre The Bounty Killart, collettivo torinese formato da quatro elementi, parte dalla scultura classica realizzando ironiche installazioni che rimandano all’immaginario collettivo e infine Valerio Berruti, artista polimaterico espone un lavoro incentrato sulla figura del fanciullo. In mostra anche David Bowes e Zhang Zhe.
2 luglio 2014
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