Sei qui: Home » Arte » ”Da Giotto a Gentile”, la pittura e la scultura italiana tra Due e Trecento raccontata da Vittorio Sgarbi

”Da Giotto a Gentile”, la pittura e la scultura italiana tra Due e Trecento raccontata da Vittorio Sgarbi

Inaugura domani, il 26 luglio, nella splendida cornice di Fabriano la mostra “Da Giotto a Gentile” a cura di Vittorio Sgarbi. Dopo Favignana, Sgarbi ritorna sulla terra ferma tra Marche ed Umbria...

Da Giotto a Gentile, è solo l’ultimo capitolo di una mostra che indaga la pittura e la scultura italiana tra Due e Trecento, e che mette sotto i riflettori le opere di due grandi Maestri come appunto Giotto e Gentile da Fabriano, che ritorna così nella sua città natale

MILANO – Inaugura domani il 26 luglio, nella splendida cornice di Fabriano la mostra ”Da Giotto a Gentile” a cura di Vittorio Sgarbi. Dopo Favignana, Sgarbi ritorna sulla terra ferma tra Marche ed Umbria, luoghi un tempo frequentati proprio da quelle maestranze che diffondevano il nuovo idioma giottesco.

LA MOSTRA – Le Marche, e Fabriano in particolare, tornano protagoniste di primo piano nel panorama culturale italiano e delle grandi mostre con questa esposizione che vuole indagare il ruolo della pittura e della scultura fra Due e Trecento. L’iniziativa accende i riflettori su uno smisurato patrimonio artistico medievale in gran parte “sommerso” e inscindibile dal contesto paesaggistico e ambientale. La mostra, che si aprirà al pubblico il 26 luglio fino alla fine di novembre, sarà ospitata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e in tre splendide chiese del circuito urbano, esponendo oltre 100 opere tra cui dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, ma anche sculture, oreficerie rarissime, miniature, manoscritti e codici. Opere delicate e preziose, concesse in prestito dai più prestigiosi musei italiani e stranieri. Un’ampia sezione della mostra è dedicata anche ai raffinati dipinti su tavola realizzati da Allegretto Nuzi dopo il suo rientro dalla Toscana in occasione della peste del 1348: tavole e polittici caratterizzati da elette figure ispirate ai modelli fiorentini e senesi ma rielaborati in chiave cortese, come testimoniano le varie redazioni della “Madonna dell’Umiltà”. La mostra si chiude con alcuni capolavori di Gentile, come la Crocefissione del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, o la raffinata Madonna dell’umiltà del Museo Nazionale di San Matteo di Pisa: lo stile elegante e forbito esibito dal caposcuola del Gotico Internazionale rivela la consuetudine giovanile con i pregiati ed eleganti apparati presenti nella città di origine.

FABRIANO – Un territorio apparentemente periferico, marginale rispetto ai tradizionali e acclamati circuiti del turismo culturale, ma deposito vasto e inestimabile di capolavori artistici medievali in gran parte poco noti, se non addirittura sconosciuti. Fin dal Medio Evo Fabriano è una città rinomata per la qualità della produzione della carta e una delle capitali economiche della regione Marche, recentemente riconosciuta come Città creativa dell’UNESCO per l’artigianato, le arti e le tradizioni popolari. Consolidatosi il potere longobardo su Fabriano, l’egemonia culturale dell’Umbria vide la sua affermazione nel corso del Trecento, sia dal punto di vista artistico che sotto il profilo dei valori spirituali. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivace realtà di fede che si avvalse della pittura come di un efficace strumento propagandistico ed educativo.

25 luglio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© Riproduzione Riservata