Certosa di Pavia: un capolavoro di storia, arte, architettura

19 Settembre 2025

La Certosa di Pavia è uno dei capolavori dell'arte medievale lombarda con una storia da conoscere e opere d'arte da guardare.

Certosa di Pavia

La Certosa di Pavia è uno dei monumenti principali dell’arte e della storia rinascimentale della Lombardia ma un po’ anche di tutta Italia. Una struttura dove sono passate due grandi famiglie, i Visconti e gli Sforza, prima di finire nelle mani dei monaci, dai Certosini ai Cistercensi, fino ad oggi quando con l’addio degli abati dalla struttura, la gestione della Certosa è passata nelle mani della Regione, nel dettaglio, ai Musei Lombardi.

Certosa di Pavia: storia

La storia della Certosa di Pavia tocca 3 secoli solo per la sua costruzione. La posa della prima pietra infatti risale alla fine del XIV secolo, precisamente il 27 agosto del 1396 giorno in cui Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, assieme ai tre figli posò la prima pietra della Certosa della Madonna delle Grazie, facendo suo un voto della moglie, Caterina, che voleva un luogo di culto per celebrare la forza della casata ed un mausoleo. Non solo.

Giangaleazzo Visconti infatti voleva un altro luogo di culto centrale per il suo ducato, oltre al Duomo di Milano, simbolo della città e chiesa dei nobili e del popolo. Nei suoi progetti infatti la Certosa di Pavia doveva diventare il luogo di culto centrale proprio del suo Ducato.

I lavori durarono decenni e proseguirono dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti (nel 1402) e persino dopo l cambio della famiglia dominante in Lombardia, dai Visconti agli Sforza. La chiesa fu consacrata nel 1497, 101 anni dopo la posa della prima pietra ma per vedere completati tutti i lavori, soprattutto quelli della facciata, bisognerà aspettare il XVI secolo, precisamente il 1507.

La struttura della certosa di Pavia venne destinata ai monaci Certosini, che entrarono in contatto con gli Sforza grazie alla loro collaborazione nel recuperare il famoso marmo bianco di Carrara con cui è stata realizzata la facciata principale. Inizialmente erano 12 i monaci che occupavano e vivevano nella Certosa di Pavia, in clausura totale e ferrea.

La situazione restò così, tra guerre, assedi e varie vicende politiche locali, fino al 1782 quando l’imperatore austriaco Giuseppe II il 16 dicembre cacciò i certosini dal monastero e divenne proprietario della Certosa di Pavia e delle sue terre. Seguirono poi i decenni delle guerre di liberazione del nord Italia, con Francia ed Austria, fino al 1843 quando i monaci certosini rientrarono nel monastero. Con la nascita del regno d’Italia poi, nel 1866 venne dichiarato Monumento Nazionale Italiano di proprietà del neonato regno italiano.

Importante per il futuro della Certosa fu, durante i lavori di risistemazione della Biblioteca, l’aiuto di un giovane sacerdote, Achille ratti. Sacerdote che divenne poi Pontefice con il nome di Papa Pio XI che nell’ottobre 1930 decise di riaffiorare il monastero ai frati certosini.

Con la fine della seconda guerra mondiale e travolti da uno scandalo legato alla conservazione nella struttura del corpo di Benito Mussolini, il Duce, i monaci certosini lasciarono la struttura che finì ai frati Carmelitani. Questo fino al 1961 quando, il Concilio Vaticano II riaffilò per l’ennesima volta il monastero ai Cistercensi. Fino ad oggi, al 2025, con l’addio dei frati ed il passaggio allo Stato per la gestione degli spazi molti dei quali da decenni adibiti a Museo

Certosa di Pavia: arte

Abbiamo detto prima che la costruzione della certosa fu lunga, essendo durata nel complesso più di 100 anni. Questa estesa durata dei lavori è visibile anche dal punto di vista architettonico; furono infatti diversi gli architetti che disegnarono le varie parti della Certosa di Pavia dando origini ad un mix di stili che la rendono da una parte poco lineare ma dall’altra unica ed irripetibile.

Il responsabile e disegnatore del primo progetto fu Bernardo da Venezia. Dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti le opere vennero affidate a Giovanni Solari (dal 1428 al 1462) ed in seguito, fino al 1481, al figlio, Guiniforte Solari. La chiusura di tutte le opere spettò infine a Giovanni Antonio Amadeo.

Dal punto di vista artistico ed architettonico sono 4 i punti d’interesse della Certosa di Pavia: la facciata, la Chiesa, i chiostri, il Museo.

La facciata viene considerata dagli esperti di arte uno dei grandi capolavori del Rinascimento lombardo. Il marmo bianco (proveniente dalle cave di Carrara, con enormi fatica), le decorazioni con le sculture di maestri come Benedetto Briosco la rendono unica. Il portale al centro, il più ricco e decorato, porta con se l’immagine sacra per eccellenza all’epoca: la Madonna con il Bambino. Accanto ed attorno decine di statue e riferimenti religiosi (scene della Bibbia, volti e figure di diversi profeti), ma anche i simboli della famiglia Visconti e poi degli Sforza. Insomma: l’arte al servizio del potere spirituale e temporale.

La chiesa poi venne progettata cercando di costruire una struttura dalle dimensioni enormi, forse anche superiori nei desideri iniziali a quella del Duomo di Milano. Lo stile racconta di influenze tardo-gotiche e rinascimentali, portate dai vari architetti che hanno realizzato il progetto.
La struttura è a tre navate con diverse piccole cappelle laterali che non seguono un unico stila ma appaiono decorate in maniera differente l’una dall’altra.

La cupola è stata affrescata da Pietro Sorri ed Alessandro Casolani. Ma è nelle cappelle laterali e negli interni della chiesa che si possono ammirare opere d’arte di alta scuola. Ci sono infatti dipinti dei Mantegazza, Pietro Perugino, il Bergognone (sua la Pala di San Siro, visibile nella quinta cappella destra, o la Crocifissione, nella quarta), Guercino (sua la Madonna con bambino ed i santi Pietro e Paolo, uno dei capolavori dell’arte barocca, situate nella sesta cappella a destra) ed i Procaccini.

Ci sono poi due opere, le principali, da visionare all’interno della chiesa, a cominciare dalla Tomba di Gian Galeazzo Visconti, con una enorme scultura in marmo bianco. E, soprattutto, il Pollittico di Perugino. Nella seconda cappella a sinistra infatti è da ammirare quello che resta dell’opera realizzata nel 1499 e composta da una tavola centrale con raffigurata la Madonna in adorazione del Bambino sorvegliata da tre angeli. Le parti laterali vedono L’arcangelo Michele e l’Arcangelo Raffaele con Tobiolo. Nell’altra tavola ecco invece una rappresentazione di Dio, come in altre opere dello stesso pittore.

La parte centrale si trova ancora nella Certosa, le altre alla National Gallery di Londra.

Imperdibili anche i chiostri, i tipici colonnati dei monasteri. Su tutti lasciatevi portare nel Chiostro grande, tra colonne di marmo bianco e rosa dove si è fatta davvero la vita di questo monastero.

C’è poi il Museo della Certosa di Pavia, fino a poco tempo fa gratuito ma che d’ora in avanti richiede il pagamento di un biglietto di ingresso.Il Museo della Certosa di Pavia è situato su due piani del Palazzo Ducale e offre la possibilità di osservare dipinti statue e calchi che nella Certosa avevano trovato lungo le varie fasi storiche della sua vita, una casa ed ospitalità. Spiccano sculture di Antonio Mantegazza e quadri di Bergognone.

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