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Camille Pissarro, l’anima dell’Impressionismo

Camille Pissaro fu un poeta della campagna dalla pittura sciolta e luminosa, che ha dato vita ad un'immensa produzione di dipinti e disegni, di paesaggi, vedute cittadine, ritratti, nature morte e scene di genere

 

MILANO – Una pittura sciolta e luminosa, che ha dato vita ad un’immensa produzione di dipinti e disegni, di paesaggi, vedute cittadine, ritratti, nature morte e scene di genere. Camille Pissaro fu un poeta della campagna, che seppe rendere con dolcezza i campi a primavera e in inverno, gli orti, la terra lavorata, la neve, la bonomia rustica. Nessuno più di lui ha saputo esprimere nelle sue opere la poesia agitata delle città. Pissaro fu il più prolifico autore di stampe tra gli impressionisti e si cimentò in varie tecniche, a volte mescolandole. Scene urbane o paesaggi traboccanti di luce sono i tipici soggetti della sua pittura.

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Gli esordi

Pissarro nacque il 10 luglio 1830 a Charlotte Amalie, nelle allora Antille danesi (divenute poi le Isole Vergini americane), da padre francese di origini ebraico-portoghesi e da madre creola nativa dell’isola. Dapprima commesso nella bottega del padre, ed avendo una grande passione per il disegno, appena poté Pissarro scappò di casa alla volta del Venezuela, dove eseguì i suoi primi dipinti per pagarsi il viaggio per l’Europa.

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A Parigi

Camille Pissarro, fino allora autodidatta, arriva a Parigi dove frequentò l’École des Beaux-Arts e studiò le opere di Gustave Courbet, Charles-François Daubigny e Jean-Baptiste Camille Corot, che lo ispirarono in modo particolare. Su consiglio di Corot, si reca a dipingere all’aria aperta nelle piccole cittadine di provincia e lungo i fiumi. Entra in contatto con Claude Monet, diventa amico di Cézanne e Guillaumin. Come molti altri pittori, è un assiduo frequentatore del Café Guerbois, il locale di Batignolles dove si tengono accese discussioni sull’arte, esercitando una forte influenza su alcuni compagni, tra cui Monet e Cézanne. Nei quadri di Pissarro alle atmosfere cupe risultanti dalle influenze del realismo Barbizon, appaiono un colorismo più libero, un anticipo dell’impressionismo.

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Il periodo impressionista

Dal 1859 iniziò a frequentare l’Académie Suisse, dove conobbe Claude Monet. Incominciò a dipingere en plein air nei piccoli paesi di periferia e lungo i fiumi. Nello stesso anno partecipò per la prima volta al Salon con un paesaggio di Montmorency. Nel frattempo conobbe Paul Cézanne e Guillaumin e divenne loro amico. Rifiutato al Salon nel 1861 e nel 1863, decise di esporre al Salon des Refusés. Allo scoppio della guerra franco-prussiana si rifugiò in Gran Bretagna (1870-71), dove si interessò a Constable e Turner; al ritorno fu al centro del gruppo definito poi scuola di Pontoise (formato da Cézanne, A. Guillaumin, P. Gauguin) e giocò un ruolo primario nell’organizzazione della prima mostra degli Impressionisti, nel 1874. Per il suo carattere aperto e conciliante, il suo aspetto simile ad un profeta con la lunga barba bianca, e gli incoraggiamenti che sapeva infondere nei giovani artisti (fu lui, infatti, a scoprire il genio di Van Gogh), venne visto da tutti gli Impressionisti come l’anima che seppe mantenere unito il gruppo per tanti anni. Morì a Parigi il 13 novembre del 1903.

 

Credit: “Avenue de l’Opera Rain Effect”, Pissarro, 1898

 

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