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“Una fabbrica culturale”, l’ultimo progetto di Renzo Piano a Mosca

L’architetto Renzo Piano giunge a Mosca per lavorare al progetto di riqualificazione di una ex centrale elettrica abbandonata ormai da anni, la Ges-2.

MILANO – Uno spazio dove la “gente potrà incontrarsi, sostare in biblioteca, andare al cinema a vedere un film o ascoltare musica. Diventando più consapevole dell’ambiente”. Così Renzo Piano descrive il suo ultimo progetto, nella capitale russa. L’architetto italiano è infatti volato a Mosca per recuperare un vecchio edificio abbandonato, una ex fabbrica elettrica, e renderlo uno spazio destinato alla cultura. A pochi metri dal Cremlino l’archistar porterà nuova luce con un ambizioso progetto che verrà realizzato grazie all’impegno della fondazione VAC di Leonid Mikhelson, l’uomo a capo del colosso degli idrocarburi Novatek.

FABBRICARE ENERGIA CULTURALE – «Ho cominciato la mia storia di architetto costruendo un museo come fosse una fabbrica, il Centre George Pompidou di Parigi, e oggi sono qui a Mosca davanti a una fabbrica dismessa, per far sì che produca energia culturale». Un progetto ambizioso, in un’epoca particolarmente delicata sul fronte politico e diplomatico. L’opera di Piano si annuncia dunque come una vera propria avventura votata a veicolare cambiamento e regalare alla città un centro polifunzionale in cui aggregarsi, apprendere e far circolare correnti contemporanee.

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LANTERNA MAGICA – «Qui porterò la luce – ha detto Renzo Piano a Sergeij Sobianin – Signor sindaco, questo posto produceva luce, e io le garantisco che tornerà a farlo, sarà una lanterna magica nel cuore di Mosca». Il polo, il cui rilancio dovrebbe essere ultimato nel 2018, sorgerà su un’area complessiva di 31mila metri quadri, avrà una superficie espositiva di 9mila metri quadri, e secondo le stime accoglierà 750mila visitatori l’anno.

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