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Arte contemporanea. Istruzioni per l’uso

Difficile, incomunicabile, incomprensibile, vagamente offensiva. Questi sono soltanto alcuni dei giudizi che spesso vengono sussurrati, davanti a un'opera d'arte contemporanea. Dietro ad ogni opera, invece, si nascondono...

Francesco Poli è professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera a Milano, ma insegna anche a Parigi e a Torino. Grande appassionato e studioso di questa disciplina, nel suo ultimo volume ci spiega come capirla meglio, senza farci prendere dal panico davanti a un’opera di arte contemporanea. Il testo, edito da Electa, è tra le novità editoriali di questo autunno

MILANO – Difficile, incomunicabile, incomprensibile, vagamente offensiva. Questi sono soltanto alcuni dei giudizi che spesso vengono sussurrati, davanti a un’opera d’arte contemporanea. Dietro ad ogni opera, invece, si nascondono anni di ricerca e riflessione, e illuminanti significati che l’autore Francesco Poli cerca di spiegarci in questo libro dal titolo ”Non ci capisco niente. Arte contemporanea istruzioni per l’uso”, edizioni Electa.

IL VOLUME – Grazie a una narrazione fluida, adatta anche a chi affronta per la prima volta l’arte contemporanea, e a un ricco apparato iconografico, il libro presenta artisti ed opere suggerendo al lettore una nuova prospettiva, aiutandolo a focalizzare lo sguardo sugli aspetti fondamentali. Le opere, circa sessanta, sono presentate con un breve ritratto biografico dell’artista, più alcune curiosità legate all’opera stessa: materiali, tempo di realizzazione, quotazione d’asta. Capiremo così perché un orinatoio ha cambiato il corso dell’arte contemporanea e perché per amare l’arte bisogna prima conoscerne le ragioni. Da Warhol a Fontana, Poli introduce il lettore-spettatore ai ”Concetti spaziali” e alle celebri ”Attese”: chi non conosce quei tagli a prima vista così enigmatici? In un gesto che dura un istante, si gioca la natura dell’opera, che apre la tela alla terza dimensione, rendendola virtuale ed illusoria.

E ancora, l’autore rende esplicite le serie di numeri di Roman Opalka, arrivato a scrivere oltre 5.500.000 numeri, in circa 230 dipinti; fornisce la chiave di lettura per le mappe di Boetti; spiega la missione totalizzante dell’arte di Joseph Beuys; racconta le bandiere di Jasper Johns, i giochi ambigui di Jeff Koons, l’enigma dell’esistenza effimera in Damien Hirst, le performance di Marina Abramović, la complessità della dimensione umana femminile presentata nelle opere di Shrin Neshat.

24 settembre 2014

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