Anthea Hamilton a Roma una mostra imperdibile

26 Settembre 2025

Scopri Cold Cold Heart, la mostra di Anthea Hamilton alla Fondazione Memmo di Roma: un viaggio tra sculture, corde, desiderio e identità, dove l’arte si intreccia al corpo e alla trasformazione.

Anthea Hamilton a Roma una mostra imperdibile

Quando il corpo incontra lo spazio e la forma diventa racconto, Anthea Hamilton è lì. Artista britannica tra le più visionarie della scena contemporanea, porta a Roma una serie di installazioni e sculture che esplorano il nodo fisico, simbolico, affettivo tra corpo, desiderio, identità e rappresentazione.

Alla Fondazione Memmo, fino al 2 Novembre 2025, nel cuore del centro storico romano, si apre un percorso espositivo che, come una ragnatela, unisce arte concettuale, pratiche artigianali, codici queer e gesti teatrali. Il titolo?  Soft you.

I legami di Anthea Hamilton: sculture, corde e trasformazioni tra arte e desiderio

Ogni opera in mostra è un piccolo enigma. Corde avvolgono corpi o li lambiscono, evocando lo shibari, l’antica tecnica giapponese di legatura, non solo come pratica erotica, ma come gesto estetico e performativo.

Il nodo, qui, non è costrizione ma legame affettivo, tensione plastica che chiede di essere guardata e compresa nel suo doppio livello: forma e contenuto, bellezza e desiderio.

Anthea Hamilton non costruisce mai immagini rassicuranti. Le sue installazioni giocano con materiali inaspettati, strutture architettoniche, oggetti ibridi tra design e ready-made, generando un effetto di sospensione tra l’organico e l’industriale, tra l’intimo e il collettivo.

Arte e identità: una questione di equilibri

Formatasi al Royal College of Art, cresciuta tra cultura visiva britannica, architettura e influenze afrodiscendenti, Anthea Hamilton ha sempre sfidato l’idea di arte come forma conclusa.

La sua è una ricerca sul linguaggio: quello visivo, corporeo, simbolico. La forma si piega, si intreccia, si duplica. E allo stesso tempo riflette la fragilità e la forza del corpo umano.

Al centro della mostra ci sono i suoi celebri “soft sculptures” e nuovi interventi inediti pensati per gli spazi della Fondazione. Le superfici sono porose, i materiali ruvidi, i colori accesi ma mai decorativi.

Tutto è parte di un equilibrio precario: ogni opera è un punto di domanda sospeso tra costruzione e decostruzione.

L’invisibile che ci plasma

“La forma sembra semplice, ma non lo è mai del tutto”, racconta l’artista. Ogni opera nasce da una riflessione sul corpo e sulle sue trasformazioni, ispirata anche da racconti, aneddoti e testi.

In mostra, ad esempio, c’è un’opera nata da una pagina di un libro in cui si parlava di un uomo che assemblava oggetti in scatole come se stesse componendo un uovo: un gesto di pazienza, cura, archiviazione del desiderio.

Hamilton recupera quel gesto e lo trasforma in una scultura che si piega, si stringe, si torce.  Un oggetto d’arte che diventa racconto intimo.

Anthea Hamilton: oltre la forma, l’energia

Classe 1978, finalista al Turner Prize 2016 con il progetto Project for a Door, Anthea Hamilton è da anni una delle voci più originali della scena internazionale.

Le sue opere sono esposte nei maggiori musei del mondo: dalla Tate alla Biennale di Venezia, ma è nei contesti site-specific come questo che la sua ricerca trova piena forza.

Il suo lavoro attraversa moda, design, architettura e performance, e rompe le regole dell’arte installativa con una delicatezza sovversiva. Le sue figure non raccontano storie lineari, ma immaginano altre possibilità, altri spazi, altri futuri.

Curiosità su Anthea Hamilton: Lo sapevi che…?

Anthea Hamilton è nota per aver realizzato una scultura monumentale a forma di fondoschiena maschile, diventata virale durante il Turner Prize 2016.

Ha collaborato con brand come Gucci, ma le sue opere sono sempre politiche, anche quando si presentano come fashion.

Alla Fondazione Memmo arriva Soft You, la prima mostra romana di Anthea Hamilton: un viaggio tra scultura, performance e installazioni immersive, dove Shakespeare incontra Roma, il corpo e l’identità si intrecciano, e l’arte diventa metamorfosi.

Un consiglio per chi è a Roma

Se sei in città tra settembre e ottobre, non perdere questa occasione. Soft you alla Fondazione Memmo non è solo una mostra: è un’esperienza che invita a guardare dentro ciò che ci lega, anche quando non si vede. Ingresso gratuito, spazio immersivo, e un’artista da tenere d’occhio per capire dove va l’arte del futuro.

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