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Anniversario Dante Gabriel Rossetti, le 5 opere più celebri dell’artista preraffaellita

Oggi il mondo dell’arte ricorda la scomparsa di Dante Gabriel Rossetti, avvenuta a Birchington nel 1882. Celebre pittore e poeta britannico, fu tra i fondatori del movimento artistico dei Preraffaelliti insieme a William Hunt...

“Nato con la sua vita, creatura di ardente sete e di squisiti appetiti, lì, accanto al suo cuore pulsava nelle tenebre – finché quel giorno una voce chiamò per lui, e i lacci del nascere si sciolsero”

 

MILANO – Oggi il mondo dell’arte ricorda la scomparsa di Dante Gabriel Rossetti, avvenuta a Birchington nel 1882.  Celebre pittore e poeta britannico, fu tra i fondatori del movimento artistico dei Preraffaelliti insieme a William Hunt, Ford Madox Brown e John Everett Millais.

 

LO STILE – L’affannosa ricerca di Rossetti si manifesta nella creazione ed evocazione di uno spazio simbolico contrapposto al virtuosismo compositivo della tradizione tardo rinascimentale. Le opere che questo pittore e poeta di origini italiane ci ha lasciato sono, infatti, il frutto più riuscito di una serie di suggestioni artistiche e letterarie che affondano le radici nella ricca tradizione di arte sacra italiana – da Giotto ai pittori precedenti a Raffaello – e nelle letture stilnovistiche. Ma Rossetti non rinnega mai la sua epoca di appartenenza e fin nelle sue prime composizioni pittoriche, che appartengono a quella fase iniziale del preraffaellismo definito “gotico” o “hard edge”, forte è la relazione tra gli elementi spirituali “primitivi” e iconografici dell’arte italiana e quelli passionali e inconsci del romanticismo ottocentesco. Quell’aura spirituale che Rossetti ardentemente ricerca in nome della verità viene qui raggiunta e sublimata dalla profonda umanità della Vergine che già incarna l’immagine stilnovistica della donna “angelicata” che il pittore svilupperà in modo più approfondito nelle opere successive. Coinvolto sempre più dalla lezione di Dante, che è per lui un modello di ispirazione non solo per quanto riguarda l’arte ma anche la vita, Rossetti crea delle splendide opere ispirate alla Vita Nuova e alla Divina Commedia, come la Beata Beatrix (1864-1870) e la Pia de’ Tolomei (1868).

 

Nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, vi proponiamo una piccola selezione tra i suoi capolavori.

 

1. ECCE ANCILLA DOMINI – Il dipinto, realizzato tra il 1849 4 1850, mostra il momento dell’Annunciazione, in cui l’Arcangelo Gabriele comunica a Maria il concepimento e la futura nascita di Gesù Cristo. La vicenda è rappresentata con un estremo realismo, ravvisabile tanto nei colori e nello stile pittorico quanto negli atteggiamenti dei personaggi. L’Arcangelo Gabriele è dipinto in forma completamente umana, si trova in piedi di fronte al letto della vergine e le porge un giglio; come Maria è avvolto in una veste candida, il cui orlo inferiore porta forti riflessi dorati. La Madonna, seduta su un umile giaciglio, appare spaventata e timorosa, diversamente dai consueti dipinti sullo stesso tema. Altri elementi presenti nel quadro sono la stola rossa e la tenda azzurra vicino alla finestra, oltre alla colomba, simbolo dello Spirito Santo; tutti possiedono un preciso valore simbolico.

 

 

2. BEATA BEATRIX – L’intera opera è un’allegoria sull’amore in cui l’artista ritrae la scena della morte di Beatrice Portinari così come descritta ne la Vita nuova di Dante Alighieri. In particolare, viene rappresentata l’ultima frase del prosimetro, in cui il poeta scrive: ‘Quella beata Beatrice che gloriosamente mira alla faccia di colui qui est per omnia soecula benedictus’. L’artista raffigura la protagonista con le sembianze della propria moglie, Elizabeth Siddal. Così come Dante idealizzò l’amore nella figura di Beatrice, così Rossetti idealizza il concetto di amore con la propria consorte, morta suicida nel 1862.

 

 

3.VENERE VERTICORDIA – La Venus Verticordia fu dipinta nel 1868 ed è considerato vertice della ricerca Preraffaellita. Un’immagine potente ed “eversiva” della sensualità femminile in piena epoca Vittoriana. L’opera causò la fine dell’amicizia tra Dante Gabriel Rossetti ed il celebre storico dell’arte inglese John Ruskin che ne avversò la “rivoluzionaria” sensualità. La  “Venere Verticordia” dell’artista ha i capelli rossi, simbolo del male per il medioevo, richiamo della stregoneria, ma ha l’aureola in testa: è un sincretismo pagano – cristiano. Ha un seno nudo che emerge timidamente da dietro il braccio, l’altro è coperto; ha le labbra carnose e rosse e lo sguardo fisso. Maria è nell’aureola, Eva nella mela. La freccia, poi, è il simbolo di cupido. La Venere è immersa in una cornice floreale e circondata da farfalle, simbolo della bellezza che è fugace ma irretisce. Anche i fiori hanno una simbologia importante: si passa dal giglio, simbolo di purezza, del quadro “Ecce ancilla domini” (del 1850) alle rose rosse che circondano Venere. 

 

 

4. PERSEFONE – Questo celebre dipinto fu realizzato nel 1874. L’artista coglie la giovane dea nell’attimo decisivo della sua vicenda: sta assaggiando il melograno che la condannerà  a restare negli Inferi con Ade. Il quadro trasmette un’emozione intensissima, si è catturati dallo sguardo della fanciulla, cupo, teso. Un sguardo che va oltre l’osservatore, verso qualcosa che l’osservatore stesso non può vedere.

 

 

5. LA SPOSA – Il dipinto fu realizzato tra il 1865 e il 1866. Protagonista è la donna al centro, la sposa, vestita con un abito verde smeraldo e colta mentre si sta togliendo il velo. È attorniata dalle sue ancelle, e il tutto è raffigurato con un notevole gusto per l’esotico, come possiamo notare osservando, il ragazzino di colore, i tessuti dei vestiti (quello della sposa assomiglia a un kimono giapponese), i gioielli: il tutto realizzato con colori molto vivi. Densa risulta la simbologia dell’opera: il ragazzo in primo piano tiene un vaso di rose (simbolo di bellezza), le ancelle invece portano dei gigli rossi che sono simbolo di purezza e rimandano direttamente al testo del Cantico dei Cantici (‘Il mio amato è mio e io sono sua, egli pascola il suo gregge tra i gigli’, Cantico dei Cantici, 2:16), ma il cui colore potrebbe anche essere letto come simbolo di passione amorosa.

 

 

 

9 aprile 2015

 
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