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Alberto Giacometti, l’artista svizzero che ha cambiato la scultura del Novecento

La mostra ''Alberto Giacometti'' inaugura oggi il ''nuovo corso'' della GAM di Milano quale polo espositivo internazionale dedicato alla scultura moderna, dopo il recente riallestimento degli spazi e dei percorsi espositivi. Il visitatore potrร  seguire, attraverso le sculture...

Inaugura oggi a Milano la retrospettiva dedicata ad Alberto Giacometti, scultore, pittore e stampatore svizzero, realizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi e curata da Catherine Grenier, Chief Curator e Direttore della Fondazione. In mostra l’intero percorso artistico di uno dei più significativi scultori del Novecento, tra cui capolavori assoluti come ”Femme qui marche”, ”La cage”, o la monumentale ”Grande femme IV”

MILANO – La mostra ”Alberto Giacometti” inaugura oggi il ”nuovo corso” della GAM di Milano quale polo espositivo internazionale dedicato alla scultura moderna, dopo il recente riallestimento degli spazi e dei percorsi espositivi. Il visitatore potrà seguire, attraverso le sculture, i dipinti e i disegni (si tratta di circa una sessantina di opere) realizzati tra gli anni Venti e Sessanta, l’evoluzione artistica di Giacometti, dai suoi inizi in Svizzera alla maturità, trascorsa perlopiù nell’atelier di rue Hippolyte-Maindron a Parigi: un percorso cronologico che si articola in 5 macro sezioni; dall’esordio a contatto con il Post-cubismo e il Surrealismo, all’età più avanzata, durante la quale il filo conduttore diventa la perpetua ricerca di qualcosa che gli sfugge. La mostra rimane aperta fino all’1 febbraio 2015.

ALBERTO GIACOMETTI – Giacometti nasce il 10 ottobre 1901 a Borgonovo, piccolo villaggio della Svizzera italiana. E’ già nei primi decenni del Novecento che Alberto si dedica alla scultura, scolpendo i ritratti dei famigliari: la madre Annette, i fratelli Diego, Bruno e Ottilia. Tra il 1920-21 accompagna il padre, pittore, in Italia e qui scopre Tintoretto, Bellini, Giotto, ma anche l’arte barocca. Nel 1922 arriva a Parigi e quattro anni dopo si stabilisce nell’atelier di rue Hippolyte-Maindron 46. Qui entra in contatto con Jean Cocteau, i coniugi Noailles e André Masson, che lo introducono nella cerchia surrealista di André Breton. Nel dicembre del 1934 viene allestita la sua prima mostra personale a New York, alla Galleria Julien Levy. Intanto scoppia la guerra e Giacometti si rifugia in Svizzera. Quando rientra a Parigi, nel 1945, riabbraccia il fratello Diego che fino ad allora si era occupato di conservare il suo atelier nello stato in cui l’aveva lasciato e ritrova i compagni di un tempo, come Sartre o Simone de Beauvoir. Riprende a scolpire nudi e teste, deciso a non lasciarle rimpicciolire; ma malgrado ogni sforzo, le sue figure si allungano e si assottigliano sempre più. Tra gli anni ’50 e ‘60 è protagonista di numerose mostre, da Parigi (Galleria Maeght) a New York, da Londra, a Venezia (in occasione della Biennale d’Arte) passando per Zurigo e Copenaghen. Giacometti muore l’11 gennaio 1966, non prima di aver fondato la Fondazione a suo nome.

8 ottobre 2014

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