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L’arte per i terremotati, la “Venere di Urbino” esposta fino a Natale

La "Venere di Urbino" rimarrà in mostra fino a Gennaio alla Galleria Nazionale delle Marche" per incentivare il turismo nelle zone terremotate

MILANO – Solidarietà e bellezza. Questo il significato della scelta di prolungare per tutto Dicembre la permanenza nella Galleria Nazionale delle Marche della celebre Venere di Urbino del Tiziano. La decisione congiunta del direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt e del collega Peter Aufreiter, direttore della Galleria Nazionale delle Marche e del Polo Museale Regionale di mantenere fino al’8 Gennaio l’esposizione “La Venere di Urbino torna a Corte” è la risposta dell’Arte al terremoto. Un gesto di solidarietà teso a favorire il turismo del periodo natalizio nelle aree dell’Italia centrale colpite dal terremoto e che desidera inviare un messaggio a tutti coloro che transiteranno nella regione o che vorranno unire l’amore per l’arte ad un gesto concreto di sostegno alle zone terremotate.

ARTE SOLIDALE – “Privare gli Uffizi, ancora per tre settimane, di questo significativo quadro ci è apparso niente a confronto di quanto questa prolungata permanenza nelle Marche potrà restituire alle sue popolazioni in termini di maggiore attrattività turistica per i visitatori e di conforto per gli abitanti.” spiega il direttore Eike Schmidt Intorno alla celebrazione delle maggiori festività ruota una grossa parte dei flussi di spostamento che attraversano la Penisola da nord a sud e viceversa. Dotare una fra le regioni centrali, colpite dalla recente calamità, di una carta in più per fortificare il suo già significativo appeal, è il minimo che potessimo fare”.

IL VIAGGIO DELLA VENERE – La Venere di Urbino è uno dei quadri più famosi dei maestri italiani. Venne commissionato nel 1538 da Giudiobaldo II Della Rovere, duca di Camerino e futuro signore di Urbino e del Montefeltro proprio per le stanze del palazzo urbinate. Conservata agli Uffizi, negli ultimi 13 anni il grande dipinto su tela, dal messaggio erotico e simbolico assai complesso, è stato ammirato anche nel Museo del Prado di Madrid, nel Palais des Beaus Arts di Bruxelles, nella National Gallery of Western Art di Tokyo e nel Palazzo Ducale di Venezia, ma non era mai tornato a Urbino dal quale mancava da quasi cinque secoli.

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