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Stanisław Jerzy Lec, uno dei più grandi aforisti del Novecento

Il 7 maggio del 1966 si spegneva a Varsavia Stanisław Jerzy Lec. Scrittore e poeta di spessore, è ricordato soprattutto per l’arguzia, la saggezza e l’ironia dei suoi aforismi, che ne hanno fatto uno dei pensatori più importanti del Novecento...

Il 7 maggio del 1966 si spegneva a Varsavia Stanisław Jerzy Lec. Scrittore e poeta di spessore, è ricordato soprattutto per l’arguzia, la saggezza e l’ironia dei suoi aforismi, che ne hanno fatto uno dei pensatori più importanti del Novecento. La sua opera più famosa, “Pensieri spettinati” è una raccolta di aforismi di sferzante ironia, volti a mostrare l’assurdità del vivere e della realtà quotidiana.

 

“Tutto è illusione. Compresa la frase precedente.”
 
“Sono molti a starsene con le dita nel naso mentre la nazione vive i suoi momenti storici. E per lo più questi signori provengono da famiglie nelle quali il mettere le dita nel naso è considerato una cosa orribile.”
 
“Ci saranno sempre degli esquimesi pronti a dettare le norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura.”
 
“Non è cieca la via da cui si può far marcia indietro.”
 
“La nostra ignoranza raggiunge mondi sempre più lontani.”
 
“Bisogna sempre essere se stessi. Il cavallo, senza ussero, resta sempre un cavallo. L’ussero senza cavallo è soltanto un uomo.”
 
“Non credete alle favole, erano vere!”
 
“Aveva la coscienza pulita. Mai usata.”
 
“Bisogna continuamente ricominciare dalla fine.”
 
“Bisogna essere decisi anche per tergiversare.”
 
“Capita di dover tacere per essere ascoltati.”
 
“C’è chi vorrebbe capire ciò in cui crede, e chi vorrebbe credere in ciò che capisce.”
 
“Da quando si è messo in piedi sugli arti posteriori, l’uomo non sa più riacquistare l’equilibrio.”
 
“È triste quando l’esistenza che ti è più cara è l’esistenza del problema.”
 
7 maggio 2015
 
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