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Roald Dahl, le frasi più belle tratte dai suoi libri

Roald Dahl è lo scrittore per bambini più amato di sempre. Vi proponiamo alcune delle frasi più belle tratte dai suoi libri per bambini

I libri di Roald Dahl continuano a conquistare grandi e piccini con le loro bellissime storie. Lui stesso diceva: “Non ho niente da insegnare. Voglio soltanto divertire. Ma divertendosi con le mie storie i bimbi imparano la cosa più importante: il gusto della lettura.” Eppure, anche se è passato tanto tempo dalla pubblicazione del suo primo romanzo, I Gremlins nel 1943, Roald Dahl continua a essere amato dai bambini e dagli adulti di tutto il mondo e i suoi lettori sanno che, oltre alle risate e al divertimento, i suoi libri ci regalano bellissimi messaggi legati all’amore, all’amicizia e all’importanza della famiglia.

Roald Dahl, le frasi più belle tratte dai suoi libri

In occasione dell’anniversario di Roald Dahl, nato il 13 settembre 1916 a Llandaff, Cardiff, Regno Unito e scomparso il 23 novembre 1990 a Oxford, Regno Unito, abbiamo deciso di proporvi alcuni celebri brani tratti dai suoi scritti.

Dal libro al film, 9 curiosità su La fabbrica di cioccolato

Dal libro al film, 9 curiosità su “La fabbrica di cioccolato”

Ecco 9 curiosità sul capolavoro di Roald Dahl “La fabbrica di cioccolato”, il romanzo fantastico con protagonisti Willy Wonka e il piccolo Charlie che ha ispirato la trasposizione cinematografica di Tim Burton del 2005

La fabbrica di cioccolato

Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora.

Solo una volta all’anno, in occasione del suo compleanno, a Charlie Bucket era dato assaggiare un po’ di cioccolato. Tutta la famiglia metteva da parte i soldi per quella speciale occasione e quando il grande giorno finalmente arrivava, gli regalavano sempre una tavoletta di cioccolato che Charlie poteva mangiare tutto da solo. Ogni volta che ne riceveva una, nel meraviglioso giorno del suo compleanno, la riponeva con cura in una scatolina di legno e ne faceva tesoro come se si trattasse di un lingotto di oro fino; nei giorni seguenti si permetteva soltanto di guardarla, senza neanche sfiorarla. Infine, quando proprio non ce la faceva più, ne scartava un angolino, scopriva una porzione piccola piccola di cioccolato e ne addentava un minuscolo pezzetto – appena appena abbastanza da permettere al dolce sapore del cioccolato di spandersi deliziosamente su tutta la lingua. Il giorno dopo dava un altro piccolo morso e così via, giorno dopo giorno. E così Charlie faceva in modo che una tavoletta di cioccolato da pochi soldi gli durasse più di un mese.”

Credo…” cominciò a dire a voce bassa, “credo proprio che… prenderò un’altra di quelle tavolette di cioccolata. Lo stesso tipo di prima, prego”.
“Perché no?” disse il grassone, allungando di nuovo la mano dietro di sé per prendere un’altra tavoletta di Cioccocremolato Delizia Wonka al Triplosupergusto. Quindi la mise sul bancone.
Charlie la prese e ne strappò via l’involucro… e all’improvviso… da sotto la carta… apparve un bagliore dorato.
Il cuore di Charlie di fermò.
“ma è un Biglietto d’oro!” gridò il negoziante, facendo un salto di mezzo metro

Willy Wonka: Cosa ti fa sentire meglio quando ti senti a pezzi?
Charlie: La mia famiglia

Il GGG di Roald Dahl

Sofia non riusciva a prender sonno.
Un raggio di luna che filtrava tra le tende andava a cadere obliquamente proprio sul suo cuscino.
Nel dormitorio gli altri bambini sognavano già da tempo. Sofia chiuse gli occhi e rimase immobile tentando con tutte le sue forze di addormentarsi. Ma niente da fare. Il raggio della luna fendeva l’oscurità come una lama d’argento e andava a ferirla in piena faccia.

Pre… prego, non mi mangi» balbettò Sofia. Il gigante scoppiò in un boato di risata. «Solo perché io è un gigante, tu pensa che io è un buongustoso canniballo?» esclamò. «Ha ragione, proprio! I giganti è tutto canniballo e assassinistro! Ed è vero che si pappa i popolli della terra! Ora noi si trova nel Paese dei Giganti! E i giganti è dappertutto! Là fuori c’è il famoso Crocchia-Ossa! E Crocchia-Ossa si crocchia ogni sera due popollani e se li ciuccia per cena!

Un rumore da spaccarti le orecchie! Un rumore di ossa crocchiate che si sente crizze-crazze per chilometri!» «Ahia, ahia!» gemette Sofia. «Crocchia-Ossa non mangia che gente del popollo gallese» disse il gigante. «Ogni notte galoppa nel Galles per papparsi i Gallesi». La rivelazione ferì così profondamente il patriottismo di Sofia, che fu subito assalita da una gran furia. «E perché i Gallesi?» s’indignò. «Che cos’è che non va con gli Inglesi?» «Crocchia-Ossa dice che i Gallesi è molto più sugoso e smaccheramelloso! Crocchia-Ossa dice che il popollo Gallese ha un profumo sensuoide. Dice che i Gallesi del Galles ha gusto di gallo». «Può darsi» disse Sofia. «Certo che può darsi!» esclamò il gigante. «Ogni popollo è godurioso e diverso. Qualcuno è smaccheramelloso e qualcuno è schifezza. Lo Spaniolio è pieno di schifezza. Nessun gigante mangia lo Spaniolio, mai». «Perché no?» chiese Sofia. «Lo Spaniolio sa di olio» dichiarò il gigante.

Le streghe

Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope.
Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo.
Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.
Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque. Per questo è così difficile scoprirle.

Tesoro mio – disse infine la nonna – sei sicuro che non ti dispiace essere un topo per tutto il resto della tua vita?». «Sicurissimo – dissi. – Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami.

Matilde

«Papà, mi compreresti un libro?» «Un libro? E per che cavolo farci?» «Per leggerlo». «Diavolo, ma cosa non va con la tele? Abbiamo una stupenda tele a ventiquattro pollici e vieni a chiedermi un libro! Sei viziata, ragazza mia!

Era così piacevole tener vicino una bevanda calda mentre leggeva e leggeva, nella sua stanzetta silenziosa. I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena d’avventure. Viaggiava su antichi velieri con Joseph Conrad. Andava in Africa con Ernest Hemingway e in India con Kipling. Girava il mondo restando seduta nella sua stanza in un piccolo villaggio inglese.

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