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Jack London, gli aforismi più celebri

In occasione dell'anniversario della scomparsa di Jack London, avvenuta il 22 novembre 1916, vi proponiamo i suoi aforismi più belli

MILANO – Jack London è uno di quelli scrittori che cominci ad amare da ragazzo, grazie alla semplicità con cui ti comunica le sue storie, e smetti di leggerlo in tarda età, quando, furioso, butti via i suoi libri, non riuscendo a sopportare l’idea di aver già letto (anche più di una volta) tutto quello che ha scritto. Un autore di immenso talento, che ha insegnato agli scrittori del Novecento l’impianto naturalistico, la linearità della prosa, il perpetuo affidarsi a un istinto narrativo, incurante dell’ansia di sperimentazione. Per omaggiarlo, in occasione dell’anniversario della scomparsa, avvenuta il 22 novembre 1916, vi proponiamo i suoi aforismi più belli.

 

“L’adolescenza è l’epoca in cui si conquista a morsi l’esperienza…”

 

“E’ più facile appoggiarsi a un altro che stare in piedi da solo…”

 

“Il desiderio è il padre del pensiero.”

 

“La vita viveva della vita. Vi erano quelli che divoravano e quelli che erano divorati…”

 

“C’è un’estasi che segna il culmine della vita, e oltre il quale la vita non può andare. E il paradosso dell’esistenza è che tale estasi giunge quando si è più vivi e consiste nella più completa dimenticanza dell’essere vivi…”

 

“Vorrei piuttosto essere ceneri che polvere! Vorrei piuttosto che la mia scintilla bruciasse tutta e subito in una fiamma brillante piuttosto che si consumi sino allo stoppino. Vorrei piuttosto essere una superba meteora, ogni atomo di me in uno splendore magnifico, che un pianeta sonnacchioso e permanente. La funzione propria dell’uomo è di vivere, non di esistere. Io non sprecherò i miei giorni nel cercare di prolungarli. Io userò il mio tempo…”

 

“La paura! Quell’eredità della vita selvaggia a cui nessun animale può sfuggire…”

 

“L’uomo, in cui la vita scorre più irrequieta, l’uomo, ribelle alla legge che stabilisce che ogni movimento deve alla fine cessare…”

 

“Non puoi aspettare che arrivi l’ispirazione. Devi andarne in cerca con un bastone…”

 

“Non ti astenere. La vita e l’amore, si offrono a noi, la notte e il giorno, pongono la loro condizione. Accogliamo i loro doni, non chiediamo più…”

 

“Quell’irrequietezza era diventata acuta, dolorosa, giacché sapeva finalmente, chiaramente, che cosa gli occorresse: la bellezza, la cultura intellettuale e l’amore…”

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