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Ecco perché quello del bibliotecario è il lavoro dei sogni, non solo per i booklover

Poco stress, compiti creativi, un ruolo fondamentale per la società. Ecco nove buone ragioni per cui il mestiere di bibliotecario potrebbe essere il lavoro ideale di molte persone

MILANO – Il bibliotecario è una di quelle figure ormai stereotipate e quando sentiamo nominare questa professione ci vengono in mente o i bibliotecari impertinenti, che non fanno altro che interrompere conversazioni e intimare il silenzio, o le bibliotecarie sexy alla American Pie, errore decisamente più selvaggio. E’ ora di accantonare ogni stereotipo, il magazine Buzzfeed ha fornito in un articolo ben nove motivi validi per rivalutare questa stimabile professione.

1.     I bibliotecari sono rilassati
Il sito CarrerCast.com e un portale di ricerca di lavoro globale che offre la possibilità di visionare annunci di lavoro a livello nazionale, in America. Oltre a questo, Tony Lee, il proprietario del sito internet, si occupa anche di sondaggi e quello che ha catturato maggiormente la nostra attenzione è il sondaggio  che riguarda il livello di stress delle varie professioni. “Se la tua vita è già piena di stress, potresti prendere in considerazione una professione che offra la sicurezza del lavoro, una buona prospettiva di assunzione e un buono stipendio ma che garantisca anche poche esigenze fisiche, poche scadenze e poco pericolo”, dice il signor Lee. Nella classifica di CareerCast.com questa professione risulta essere una delle occupazioni meno stressanti.

2.    La scienza bibliotecaria è in evoluzione
Abbiamo esordito dicendo che dobbiamo dimenticarci di ogni stereotipo. Dunque, dobbiamo dimenticarci anche di quelle interminabili pile polverose di libri, che spesso compaiono nei film. Grazie alla moderna tecnologia informatica e ai laureati sempre più specializzati in basi di dati e biblioteconomia, la scienza libraria è in continua evoluzione. La biblioteconomia, ossia la disciplina che studia l’organizzazione delle biblioteche, l’archivistica e gli schemi di classificazione sono sempre più studiati e approfonditi nelle facoltà umanistiche e il lavoro del bibliotecario è un lavoro complesso che pretende anni di studio, infatti, i candidati più richiesti sono proprio quelli che presentano nei loro curricula dei Master in biblioteconomia o dei Master in scienze e tecnologie informatiche. I bibliotecari si sono evoluti in professionisti dell’informazione.

3.    I bibliotecari possono lavorare per i Musei, per gli uffici legali e persino per le Steak House
La blogger Merdith Myers è laureata in Biblioteconomia e scienza dell’informazione; ha deciso di aprire un blog personale dove racconta le sue esperienze e quelle delle persone con la sua stessa qualifica. Ciò che emerge è quasi sconvolgente: lei stessa, innanzitutto, ha creato un brand di moda. Il suo motto è “bisogna avere dei vestiti letteralmente favolosi e se c’è una cosa più intelligente di leggere un libro è indossarlo”. Questa linea di moda un po’ Carrie Bradshaw e un po’ Alice in Wonderland è una linea di vestiti a tema letterario. Una bibliotecaria che si occupa di moda, chi l’avrebbe mai detto? Ma non è finita qui: nel suo blog Meredith lascia molto spazio anche ai suoi colleghi. In un articolo molto interessante, a proposito di una steak house americana, scopriamo che il ristorante Bern’s Wine Cellan è aperto dal 1956 e il proprietario, durante l’intervista, oltre ad introdurre il proprio locale descrivendolo come “arte in bistecca”, conferma che per lavorare in un luogo che vanta una cantina con più di novantamila bottiglie di vini molto diversi tra loro un bibliotecario esperto di archivistica è una manna dal cielo. Le prospettive occupazionali per queste figure specializzate sono tantissime: dai musei agli uffici legali e, perché no, anche le steak house.

4.    Essere bibliotecari può essere divertente
Steven Kemple, bibliotecario della Public Library of Cincinnati e nella Hamilton Conty’s Main Library, indossa un costume da gorilla, si siede a terra in una delle sale della biblioteca in cui lavora e inizia a sfogliare un libro. Steven definisce questa pratica come un modo sperimentale per richiamare la curiosità dei suoi mecenati. “Il bibliotecario” dice “non è molto diverso da un artista. Una delle principali funzioni della biblioteca pubblica è quella di promuovere una cittadinanza informata e per rendere la gente informata – aggiunge – è indispensabile suscitare la curiosità nelle persone. La curiosità spesso e volentieri inizia con lo stupore e indossare un costume da gorilla è un modo efficace per creare meraviglia”. Secondo Steven Kemple creare situazioni incongrue nel giusto modo crea curiosità nelle persone e se per far sì che i bambini (e gli adulti) si avvicinino alla lettura e alla biblioteca serve indossare un costume da gorilla, signori, questa non è pazzia, questa è genialità.

5.    I bibliotecari sono super creativi
La figura del bibliotecario è una figura attiva nell’organizzazione di eventi che riguardano i bambini. In quasi tutte le biblioteche, infatti, vengono organizzati laboratori creativi destinati ai più piccoli; attività ricreative anche tematiche, soprattutto a ridosso delle feste,  e pomeriggi di studio per i ragazzi, ma anche letture di gruppo e corsi di lettura ad alta voce. Chi pensate che sia l’organizzatore di tali imprese? Ovviamente il fido bibliotecario  sempre pronto a intrattenere e coinvolgere bambini di ogni età in attività divertenti e formative.

6.     I bibliotecari possono essere creativi anche nei programmi per gli adulti
Il divertimento non è un privilegio solo per i più piccoli, anche gli adulti hanno la possibilità di divertirsi in biblioteca. Le iniziative sono davvero tantissime, ad esempio, quando il Natale si avvicina la Centennial Library organizza l’UGLY CHRISTMAS SWEATER CRAFT NIGHT. In questo evento unico e speciale tutti i partecipanti dovranno essere pronti a creare il maglione natalizio che sia il più brutto possibile, “tu ci fornisci il maglione e noi ti forniremo la bruttezza”, cita la locandina. I maggiorenni potranno partecipare ad eventi come il BOOKS & BREWS, durante il quale le presentazioni di libri e la degustazione di birra si uniscono in un frizzante connubio. Ma in biblioteca non si parla solo di romanzi. Il cinema e la musica? I bibliotecari pensano proprio a tutto: L’Oak Park Public Library organizza il MOVIEOKE, un evento in cui i partecipanti sono invitati a riprodurre le scene dei loro film preferiti esattamente come avviene durante i canonici karaoke.

7.    I bibliotecari possono essere supereroi
Flynn Carsen è IL bibliotecario. Questo personaggio cinematografico, interpretato dall’attore statunitense Noah Wyle, è il protagonista di una trilogia per la televisione. Si tratta di un bibliotecario supereroe che  deve proteggere una collezione di reperti leggendari e mitici,  l’Indiana Jones dei bibliotecari, astuto, scaltro e pronto a tutto pur di portare a termine le sue missioni. Nelle serie televisive il bibliotecario più famoso in assoluto è sicuramente Rupert Edmund Giles, personaggio di Buffy l’ammazzavampiri. Interpretato da Anthony Head, Giles è la risposta a tutti i problemi di Buffy: dispone di una vastissima conoscenza in fatto di demoni, vampiri ed altre creature delle tenebre; conosce la magia; è in grado di praticare incantesimi, riti evocativi e riti protettivi; è un abilissimo stratega, molto intelligente e pieno di risorse e riesce sempre a salvare la protagonista  da tutte le sue disavventure. Come se non bastasse, questo bibliotecario è anche poliglotta: conosce alla perfezione lingua antiche e moderne, è abilissimo nel combattimento e nelle arti marziali, insomma, un vero superhero.

8.    Alcuni dei nostri autori preferiti sono bibliotecari
Marcel Proust, ad esempio, nel 1896 lavorò come volontario presso la Bibliothèque Mazarine. In verità subì forti pressioni da parte del padre per ottenere quel lavoro e restò in carica per pochissimo tempo. Probabilmente al lavoro pratico del bibliotecario, Proust preferì quello intellettuale dello scrittore, non è un caso che le sue opere siano entrate nel novero dei grandi classici della letteratura. Insomma, ottenne in un tempo davvero breve un congedo per malattia, che venne prolungato per anni fino a quando non fu considerato dimissionario. Altro grandissimo scrittore-bibliotecario è  Jorge Luis Borges, decisamente più appassionato al mestiere, che nel 1946, a causa della sua avversione nei confronti del governo di Juan Domingo Perón,  fu costretto ad abbandonare la sua posizione di bibliotecario. Jacob Grimm, uno dei due fratelli famosi in tutto il mondo per le loro favole, e Madeleine L’Engle, Joanna Cole e Beverly Cleary e tanti altri ancora.

9.    I bibliotecari fanno la differenza
Glennor Shirley gestisce da più di diciassette anni le biblioteche  per l’intero sistema carcerario Jessup Correctional Institution nel Maryland. In un’intervista, il bibliotecario Shirley ha rivelato che molti dei 1700 ospiti della struttura prima dell’incarcerazione non avevano mai messo piede in una biblioteca, ma, una volta entrati non sono più riusciti a farne a meno. Glennor rivela che molti dei detenuti fanno buon uso della biblioteca, ‘la biblioteca diventa un luogo per migliorare le capacità di lettura – aggiunge – scrivere una lettera a casa, guardare un video didattico sulla meccanica delle auto o solo fuggire , mentalmente ‘. Quando la giornalista domanda quali siano i libri più letti dai detenuti la risposta è, primo tra tutti, Harry Potter seguito dall’enciclopedia medica: “ogni volta che l’infermeria somministra qualche farmaco, i ragazzi vogliono verificare che sia quello giusto per le loro esigenze” dice sorridendo. Tra le varie iniziative , Shirley ha proposto un programma dove gli uomini hanno la possibilità di leggere libri ai propri figli durante l’orario di visita, un momento cruciale in cui il rapporto padre-figlio si consolida. La speranza di questo bibliotecario-missionario è che con gli stimoli giusti i detenuti, una volta scontata la pena, potranno tornare a vivere nella società e potranno tornare più maturi e più genuini di prima.

 

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