“È sempre stato celebrato un Dante militante e poco affettuoso e così a scuola lo abbiamo odiato, hanno fatto di tutto per allontanarcelo e invece bisogna avvicinarlo a noi. Ho sempre pensato che il Divin Poeta andasse risarcito”. Così il regista Pupi Avati ha raccontato il suo DANTE, film in sala dal 29 settembre con 01.
Dante, il film
Dante muore in esilio a Ravenna nel 1321. Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga.
Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto del Sommo Poeta, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Alighieri, fino a poterci narrare la sua intera storia.
Il cast
Dante muore esattamente 701 anni fa, nella notte tra il 13 e il 14 settembre. Ed è dalla sua morte che prende spunto il film di Pupi Avati con un cast stellare: Sergio Castellitto nei panni di Giovanni Boccaccio, Alessandro Sperduti che interpreterà il Sommo Poeta, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Gianni Cavina, Erica Blanc, Milena Vukotic, Carlotta Gamba nei panni di Beatrice tra i tanti.
La bellezza di raccontare il Sommo Poeta
Pupi Avati visibilmente commosso racconta l’emozione con cui ha portato sul grande schermo uno dei simboli della cultura italiana come il sommo Poeta. “Nei miei tanti film ho raccontato quanto possa essere eccezionale, addirittura eroica, la normalità degli esseri umani. Ora invece ho cercato di dire che, per quanto sublime, il genio, condivide, come farebbe ognuno di noi, le angustie che ci riserva la vita. Poter narrare Dante Alighieri per la sua umanità, è stato quel dono che attendevo da vent’anni.”