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“Sbellicarsi dalle risate”, l’origine del buffo modo di dire

L'espressione "sbellicarsi dalle risate" è quindi un'esagerazione che sottolinea l'intensità della risata, spesso usata per descrivere situazioni molto divertenti. Scopriamo l'origine di questo modo di dire e altre espressioni simili a esso.

A quanti capita di “sbellicarsi dalle risate” per una battuta, una barzelletta, una smorfia? Chi non ha mai adoperato questa locuzione che – come sappiamo – significa “ridere di gusto”, “ridere senza ritegno”, “smoderatamente”, “ridere senza riuscire a trattenersi”?

L’espressione “sbellicarsi dalle risate” è quindi un’esagerazione che sottolinea l’intensità della risata, spesso usata per descrivere situazioni molto divertenti. Pochi, però, e non vorremmo “apparire” presuntuosi, conoscono l’origine del modo di dire. Scopriamo insieme perché diciamo “sbellicarsi dalle risate”.

L’origine dell’espressione “Sbellicarsi dalle risate”

Da dove deriva viene, dunque il modo di dire “sbellicarsi dalle risate”? Dal verbo “sbellicare”, di uso intransitivo e rimasto, oggi, solo utilizzato nella locuzione suddetta e che letteralmente significa “rompere l’ombelico”, “aprire l’ombelico” e che adoperiamo nella sua forma riflessiva. Da “bellico” (ombelico) più il prefisso “s-“, che indica separazione o allontanamento.

Ragionandoci, il nesso ombelico-risate ha una sua logica: ridere in maniera smodata fa smuovere fisicamente la pancia (da cui, infatti, lo spanciarsi dalle risate). Colui che si “sbellica” dalle risate, quindi, quasi rompe – in senso figurato, naturalmente – l’ombelico.

Non solo nel linguaggio quotidiano: l’espressione è presente anche in diversi libri italiani e nella traduzione italiana di diverse opere celebri, come nel caso di “Germinale” di Émile Zola (Feltrinelli, 2013).

La Mouquette lo trovava tanto divertente da sbellicarsi dalle risate ma Étienne, a disagio, se ne andò seguito da Catherine sorridente.

Altre locuzioni simili e da conoscere

Sulla base di questo primitivo significato, sono nate altre locuzioni che alludono alla strana sensazione di sentirsi scoppiare l’addome per un attacco di riso, come “tenersi la pancia dalle risate”, “scoppiare dal ridere” e simili. Esistono, inoltre, altri due modi di dire assai popolari per indicare una risata senza contegno, utilizzati prevalentemente in contesti formali: parliamo delle espressioni “ridere a crepapelle” e “sbell.

Sempre a che fare con il riso, troviamo un’altra espressione, poco usata e conosciuta, ma meritevole di attenzione: “Ridere verde”. Usato raramente, si utilizza questo modo di dire quando si vuole mettere in evidenza il fatto che una persona ride forzatamente, senza averne voglia, perché dentro è piena di rabbia, di astio, d’invidia, d’impotenza. E perché “verde”? Il verde è il colore della bile, che un tempo si riteneva aumentasse di quantità sotto l’effetto dell’ira.

Quando il nostro interlocutore, invece, non riesce a farci “sbellicare dalle risate”, possiamo dirgli che “fa lo spirito di patata”. L’espressione si riferisce di solito a una persona insulsa, che fa battute sciocche credendo di essere spiritosa: “Giovanni, non fai ridere, il tuo è uno spirito di patata!”. Ma cosa c’entra la patata con la locuzione? Forse pochi sanno che dalle patate si ricava un alcol (spirito) per fare alcuni liquori meno pregiati di quelli ricavati dallo “spirito” dei cereali. Di qui l’espressione adoperata in senso figurato.

Perché diciamo così

Le espressioni “sbellicarsi dalle risate”, “ridere verde”, “fare lo spirito di patata” sono, insieme ad altri modi di dire, protagoniste all’interno del libro “Perché diciamo così” (Newton Compton), opera scritta dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato contenente ben 300 modi di dire catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Un lavoro di ricerca per offrire al lettore un “dizionario” per un uso più consapevole e corretto del linguaggio.

Un “libro di società” perché permette di essere condiviso e di “giocare” da soli o in compagnia alla scoperta dell’origine e dell’uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un volume leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche. Molte di esse sono cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.

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