Conclude la saga La passione secondo Thérèse, in cui Benjamin dovrà di nuovo fare i conti con la polizia e le sue indagini, a causa di un omicidio, questa volta del promesso sposo di Thérèse.
Ogni romanzo della saga è costellato da personaggi bizzarri e inverosimili, ai quali il lettore si affezione pagina dopo pagina. La lettura scorre instancabile perché si è letteralmente trascinati dal narratore nella storia, che diventa sempre più incredibile ed esagerata. Ma il lettore deve fidarsi di Pennac e lasciarsi condurre nei vicoli di Belleville e imparare ad amare e conoscere i suoi abitanti, in primis la famiglia di Benjamin.
La meraviglia e lo stupore dell’autore verso il genere umano traspaiono dalle pagine, nelle quali si addensa uno stile comico, ironico e umoristico – nonostante il filo conduttore delle storie siano omicidi e indagini poliziesche – imbastito di metafore e giochi lessicali.
Uno stile fantasioso, coinvolgente e incalzante, che richiede comunque una certa concentrazione nella lettura, contraddistingue la penna di Daniel Pennac, che è in grado di raccontare le brutture e le efferatezze della società moderna con tatto e originalità.
Proprio per tutte queste caratteristiche, sarebbe un vero peccato privarsi dell’estro creativo di Pennac e non leggere i suoi romanzi (preferibilmente in ordine cronologico, poiché legati in successione gli uni agli altri). E proprio per lo stesso motivo, è bene non nutrire troppe aspettative nella versione cinematografica dal titolo Il paradiso degli orchi (2013) di Nicolas Bary, che risulta incapace di condensare personaggi, stile e tematiche che Pennac sviluppa nei sei romanzi.
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Valentina Morlacchi
9 ottobre 2015