La poetessa greca Saffo ci ha lasciato in eredità poesie e frasi capaci di riassumere il senso dell’amore in tutte le sue sfaccettature. Quello amoroso è un sentimento complicato, ma grazie alle parole opportune è possibile manifestare ciò che si prova dentro.
Chi era Saffo
Saffo è stata una poetessa greca vissuta fra il 630 a.C. e il 570 a.C. circa.
Già nell’antichità, a causa della bellezza dei suoi componimenti poetici e della conseguente notorietà acquisita presso gli ambienti letterari dell’epoca, la sua figura fu oggetto di vere e proprie leggende, poi riprese e amplificate nei secoli a venire, specie nel momento in cui, a partire dal XIX secolo, la sua poesia divenne paradigma dell’amore omosessuale femminile, dando origine al termine “saffico”.
Gli studiosi della biblioteca di Alessandria suddivisero l’opera della poetessa greca in otto o forse nove libri, organizzati secondo criteri metrici: il primo libro comprendeva i carmi composti in strofe saffiche, ed era composto da circa 1320 versi.
Di questa produzione ci sono rimasti oggi pochi frammenti: l’unico componimento conservatosi integro, immune dal passare del tempo, è il cosiddetto Inno ad Afrodite (fr. 1 V.), con cui si apriva il primo libro dell’edizione alessandrina della poetessa. In questo testo, composto secondo i criteri dell’inno cletico, Saffo si rivolgeva alla dea Afrodite chiedendole di esserle alleata riguardo a un amore non corrisposto.
L’amore secondo Saffo
Secondo Saffo l’amore è un sentimento totalizzante che si muove secondo due polarità fondamentali: la prima consiste nella gioia sessuale, la seconda è rappresentata dalla precarietà di questo sentimento. A dominare la sua poetica era la pena a cui il sentimento amoroso sottopone lo spirito.
Saffo è stata la prima poetessa del mondo greco, un mondo tutto al maschile, in cui le donne non potevano accedere alla cultura e a volte neanche all’alfabetizzazione. Ciò che ha permesso alla poetessa greca di esprimersi sono state le condizioni particolari del luogo e del tempo in cui è vissuta. Infatti, nell’isola di Lesbo tra il VII e il V secolo a.C., il mondo femminile trovava il suo spazio, in maniera autonoma rispetto agli uomini, fondando nella sua isola un tìaso, ovvero un’associazione religiosa centrata sul culto di una divinità.
Si differenziava dall’eteria perché il tìaso era composto da sole fanciulle e nel caso specifico era legato al culto di Afrodite, dea dell’amore, della bellezza e della fertilità. Sacerdotessa era la stessa Saffo e l’educazione delle fanciulle era finalizzata al matrimonio.
Nonostante la società maschilista e patriarcale, la poetessa greca, con la sua capacità di cantare il sentimento amoroso in tutte le sue forme, si è affermata nel tempo come la dea di questo sentimento. La donna fu la prima poetessa a raccontare esplicitamente nei versi un sentimento diverso da quello eterosessuale.
10 frasi sull’amore di Saffo da dedicare a chi si ama
L’amore di Saffo è inclusivo e passionale, capace di esprimere attraverso le parole forti emozioni, capaci di richiamare suggestioni uniche che solo un’anima così sensibile come quello della poetessa ha potuto racchiudere in versi e frasi sublimi, come quelle che vi proponiamo di seguito.
Subito a me il cuore si agita nel petto solo che appena ti veda, e la voce non esce e la lingua si spezza. Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle, e gli occhi più non vedono e rombano le orecchie.
– Ode alla gelosia
Eros ha sconvolto il mio cuore, come un vento che si abbatte sulle querce sulla montagna.
– Frammento 42
A me beato sembra come un dio l’uomo che siede a te dinnanzi, ed ode da vicino le tue dolci parole ed il tuo dolce riso amoroso.
– Frammento 31 West
Fortunato quanto gli dei a me pare colui che siede di fronte a te e da vicino ode la tua voce e il riso melodioso.
– Frammenti di poesia
Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto Ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente I dolci detti e l’amoroso canto!
– Ode della gelosia
Scuote Amore il mio cuore come il vento sul monte si abbatte sulle querce.
– La preghiera ad Afrodite
Le stelle intorno alla bella luna celano il volto luminoso quando, al suo colmo, più risplende sopra la terra.
– Plenilunio
Fermati, amico mio, e rivela ai miei occhi la tua grazia.
Quando guardo te un momento, non ho più modo di parlare, ma la mia lingua resta muta, e di colpo una fiamma delicata scorre sotto la mia pelle, e con i miei occhi non vedo nulla, e le mie orecchie ronzano, e un sudore umido mi bagna, e un tremore mi prende dappertutto.
Scuote l’anima mia Eros, come vento sul monte che irrompe entro le querce; e scioglie le membra e le agita, dolce amaro indomabile serpente.
– Tramontata è la luna