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Film su Gauguin, a marzo torna la Grande Arte al Cinema

Il nuovo film evento della Grande Arte al Cinema racconterà la vita di Gauguin tra Parigi e Tahiti, quel viaggio che cambierà per sempre la sua pittura

MILANO – L’appuntamento della Grande Arte al Cinema si rinnova con “Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto”, film evento nelle sale solo il 25, 26 e 27 marzo con soggetto di Marco Goldin e Matteo Moneta, sceneggiatura di Matteo Moneta e regia di Claudio Poli dedicato all’artista che lasciò tutto per seguire la sua ispirazione primitiva e reinventare completamente la pittura occidentale.

Da Tahiti alle Isole Marchesi

È il primo aprile del 1891 quando, a bordo della nave Océanien, Paul Gauguin lascia Marsiglia diretto a Tahiti, in Polinesia. Ha quarantatré anni e quella giornata segna l’inizio di un viaggio che porterà l’artista agli antipodi della civiltà, alla ricerca delle origini. Ai Tropici, Gauguin (1848-1903) resterà quasi senza intervalli fino alla morte: dodici anni di disperata e febbrile ricerca di autenticità, di immersioni sempre più profonde nella natura lussureggiante, di sensazioni, visioni e colori ogni volta più puri e accesi.
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Tra New York e Boston

Il nuovo docu-film, ripercorrendo le tracce di una biografia che appartiene ormai al mito e di una pittura raffinatamente primordiale, guiderà il pubblico in un percorso tra i luoghi che Gauguin scelse come sua patria d’elezione e attraverso i grandi musei americani dove sono custoditi i suoi più grandi capolavori: da New York col Metropolitan Museum, al Chicago con il Chicago Art Institute, dal Washington con la National Gallery of Art, al Boston con il Museum of Fine Arts. Ad accompagnare lo spettatore gli interventi di esperti internazionali: Mary Morton, curatrice alla National Gallery of Art di Washington, Gloria Groom, curatrice all’Art Institute di Chicago, Judy Sund, docente della New York City University, Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin, David Haziot, autore della più aggiornata e accreditata biografia su Gauguin. Il racconto sarà accompagnato anche dalle parole dello stesso artista, con brani tratti da testi autobiografici (come Noa Noa o Avant et après), dalle lettere a familiari e amici e alla moglie Mette, alla quale Paul scriverà: “Verrà un giorno, e presto, in cui mi rifugerò nella foresta in un’isola dell’Oceano a vivere d’arte, seguendo in pace la mia ispirazione. Circondato da una nuova famiglia, lontano da questa lotta europea per il denaro. A Tahiti, nel silenzio delle notti tropicali, potrò ascoltare il ritmo dolce e suadente del mio cuore in armonia con le presenze misteriose che mi circondano. Libero, senza problemi di denaro, potrò amare, cantare, morire”.

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Da Parigi ai tropici

Gauguin nasce a Parigi il 7 giugno del 1848 dal giornalista Clovis Gauguin e da Aline Marie Chazal, la cui famiglia vive in Perù. È qui che Paul viene portato quando ha quattordici mesi. Ed è qui che prende il via l’iniziazione tropicale di un pittore che resterà sempre fiero del suo sangue sudamericano. Dopo il ritorno a Parigi, l’iniziazione alla pittura e all’Impressionismo e i viaggi come allievo pilota sul mercantile Luzitano e nella Marina Francese, Gauguin sente di dover cercare se stesso altrove, sente di dover trovare una via di uscita dall’Impressionismo. Lascia Parigi e una società che considera conformista, scegliendo l’asprezza e la bellezza selvaggia della costa bretone dove si mette alla ricerca delle forme ancestrali di una nuova pittura. È proprio qui a Pont-Aven che Gauguin dipingerà alcune delle sue opere più celebri, come il Cristo Giallo o La visione dopo il sermone. Un’avventura del colore che inizia con il distacco dagli Impressionisti e dalle loro pennellate frammentarie, passa per i contrasti violenti con l’amico e collega Vincent Van Gogh e approda a un cromatismo nuovo, anti-naturalistico e legato ai movimenti dell’anima come quello di opere come La orana MariaNafea faa ipoipo, Aha oe feii? Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?.
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