Tra le tracce della Maturità 2025 per l’analisi del testo poetico è uscita la poesia “Appendice I” di Pier Paolo Pasolini tratta dall’opera “Dal diario”. La poesia priva di titolo rappresenta la sintesi dell’itinerario letterario che l’autore ha percorso fin dagli anni della sua giovinezza. Pasolini era uno degli autori “papabili” di questo esame di Stato: proprio quest’anno, infatti, ricorre il cinquantesimo anniversario dalla morte del poeta, avvenuta il 2 novembre 1975.
La poesia è contenuta all’interno del libro “Pasolini – Tutte le poesie”, a cura di Walter Siti (Mondadori, 2003). Leggiamola e analizziamola.
Appendice I di Pier Paolo Pasolini
Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l’acque; annotta da millenniun medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lunenon son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.E cosi la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all’improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico.
Analisi della poesia
Nella poesia, ricorrono quelli che saranno i nuclei tematici dell’opera di Pasolini: il senso tragico della storia, l’innocenza perduta dell’infanzia e del mondo contadino, poesia e lingua come uniche ancore di salvezza.
La poesia inizia subito con un dichiarato intento da parte dell’autore: quello di riflettere sulla propria esistenza e dell’accorgersi di essere diventato tutto d’un tratto da adolescente a uomo. A non mutare, però, è ciò che lo circonda, il paesaggio intorno a lui e in generale il mondo. Ciò che è mutato davvero è il suo cuore, il suo sentimento interiore, a cui si affianca la consapevolezza di vivere un tempo che non è suo, che non gli appartiene.
L’attenzione del poeta si rivolge quindi alla luna, “ferma, come inesistente nella stanca luce” che illumina la campagna, dando la sensazione ingannevole che tutto sia sereno e tranquillo. Ma, all’apparenza, la luna sembra farsi nuova, generando “il canto antico” dei grilli fino ad allora quieti.
Un’analisi introspettiva tra adolescenza e maturità
Ma cogliamo l’intima profondità della poesia Appendice I attraverso il contributo della prof.ssa Antonella Alberghina. Nei versi di Pasolini, l’io lirico ritrova sé stesso in una stanza e sembra ripercorrere il tempo passato dell’adolescenza e quello presente della maturità.
Un incontro con se stesso mutato dal trascorrere del tempo e degli eventi che contrasta con la sterilità e immutabilità vuota e asettica del mondo intorno che non produce rumore, che non cambia colore, che da millenni rimane uguale a se stesso. Alla statica presenza-assenza del mondo si contrappone la mobilità del cuore.
Il componimento si snoda nella continua antitesi fra dentro e fuori, tra percezione soggettiva e estraneità oggettiva del mondo, tra individuo e natura attraverso il gioco cromatico di alternanza tra luce e buio e attraverso la dimensione atemporale del mondo contrapposta alla temporalità dell’io che percepisce l’esterno in modo nuovo, disilluso. Sono bastate poche notti al poeta per non credere più alla bellezza della natura il cui colore ormai è sbiadito; molte notte invece non sono bastate a illuderlo di poter possedere il suo tempo.
La vita della luna, che disegna un arco nel cielo per poi discendere e arrendersi stancamente, cedendo il passo alla campagna scura e serena, fa parte dell’inganno perfetto della natura.
Ma all’improvviso sembra nascere una nuova luna e sembra che i grilli cantino il canto antico. La conclusione rappresenta una nuova illusione che spezza il silenzio della stanza e rende il poeta testimone del mistero della vita della natura, ridestando la solitudine di vivere, un motivo assai caro al poeta.
La solitudine esistenziale di Pasolini
Dai versi di Pasolini emerge tutta la sua disillusione: il poeta, allora ventenne, vive in un’Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, in una fase di ricostruzione non solo fisica, ma anche morale. Già in quegli anni emerge tutta la sensibilità di Pasolini e la sua capacità critica di analizzare il mondo intorno a lui: un mondo desolato, che lo fa sentire solo e incompreso, in cui non è capace di trovare fiducia e ispirazione nemmeno dagli elementi in natura e paesaggistici che lo circondano all’interno del paesaggio rurale in cui si trova.
Perché questa poesia è stata scelta per la Maturità 2025
“Appendice I” vede protagonista un Pasolini ventenne che osserva il mondo con sguardo critico, e che affida alla scrittura e al potere della lingua e dei versi l’arduo compito di trovare ordine interiore in un mondo che non sembra ispirarlo: probabilmente questo sentimento è lo stesso che accomuna molti studenti maturandi, che si stanno approcciando al mondo con un senso di disillusione a causa di ciò che accade nel mondo.
Ed è forse questo comun denominatore che permette di avvicinare il Pasolini di quegli anni ai giovani adulti di oggi che ha spinto il ministero dell’Istruzione a scegliere questa poesia per l’esame: proprio come l’autore in quegli anni, così oggi i ragazzi sono chiamati a confrontarsi con una scrittura scomoda e che pone domande su quello che è il mondo oggi e su quale potrà essere il loro ruolo in questa società.