Nel XV canto del Purgatorio della Divina Commedia, Dante Alighieri offre unโimmagine straordinariamente toccante del martirio di santo Stefano, il primo martire cristiano. I versi descrivono con precisione emotiva e spirituale la scena del suo martirio, dove lโira umana e il perdono divino si intrecciano in un racconto di profonda fede. Questa scena serve come un ponte tra il concetto del peccato โ che nel Purgatorio viene redento โ e quello del perdono, presentato come la via per la purificazione e la santificazione.
Poi vidi genti accese in foco dโira
con pietre un giovinetto ancider, forte
gridando a sรฉ pur: “Martira, martira!”.E lui vedea chinarsi, per la morte
che lโaggravava giร , inverโ la terra,
ma de li occhi facea sempre al ciel porte,orando a lโalto Sire, in tanta guerra,
che perdonasse aโ suoi persecutori,
con quello aspetto che pietร diserra.
Un giovane ucciso dall’ira altrui: Dante Alighieri rende immortale santo Stefano
โPoi vidi genti accese in foco dโira
con pietre un giovinetto ancider, forte
gridando a sรฉ pur: โMartira, martira!โโ
Dante presenta Santo Stefano come il โgiovinettoโ ucciso dallโira del popolo. La scelta del termine “giovinetto” accentua lโinnocenza e la purezza della sua figura, rendendolo un simbolo della giustizia divina opposta allโingiustizia umana. La folla, descritta come โaccese in foco dโiraโ, rappresenta lโenergia distruttiva e incontrollata che scaturisce dallโodio e dallโincomprensione.
Nel canto, il martirio non รจ solo un evento tragico ma anche uno specchio del conflitto eterno tra lโamore e lโodio, tra la fede e lโintolleranza. Le urla della folla โ โMartira, martira!โ โ enfatizzano una societร che celebra, inconsapevolmente, la propria colpa attraverso lโinflizione della violenza su un innocente.
Il sacrificio di Stefano: una porta verso il cielo
โE lui vedea chinarsi, per la morte
che lโaggravava giร , inverโ la terra,
ma de li occhi facea sempre al ciel porte,โ
Lโimmagine di Stefano che si china sotto il peso delle pietre ma mantiene gli occhi rivolti al cielo รจ di straordinaria bellezza spirituale. Il movimento fisico verso la terra rappresenta la mortalitร dellโuomo, mentre lo sguardo al cielo simboleggia lโapertura dellโanima verso lโeternitร e Dio. Qui, Dante collega direttamente la sofferenza terrena alla redenzione ultraterrena: nonostante le atrocitร subite, la fede rimane inalterata, conferendo al sacrificio un significato eterno.
In questo atto di perseveranza e resistenza spirituale, Stefano diventa un esempio di come affrontare le tribolazioni con una fede incrollabile. ร un richiamo per i lettori alla capacitร dellโuomo di trascendere il dolore attraverso il potere del divino.
Il perdono come disarmo del male
โorando a lโalto Sire, in tanta guerra,
che perdonasse aโ suoi persecutori,
con quello aspetto che pietร diserra.โ
Uno degli aspetti piรน commoventi del martirio di Santo Stefano รจ il suo atto di preghiera per i persecutori. Dante sottolinea come Stefano non risponda alla violenza con lโodio, ma con una richiesta di perdono rivolta a Dio. Questo gesto riecheggia il sacrificio di Cristo sulla croce, stabilendo una connessione tra il primo martire cristiano e il Salvatore.
La frase โcon quello aspetto che pietร diserraโ descrive la compassione di Stefano come unโapertura, una chiave che sblocca il cuore umano. La pietร qui non รจ semplice commiserazione, ma un gesto attivo di amore che rompe la catena dellโodio. Dante propone il perdono come la piรน alta virtรน cristiana, capace di convertire il peccato in redenzione.
Il Martirio nel contesto del Purgatorio
Questa visione del martirio di Santo Stefano compare nella cornice della seconda balza del Purgatorio, dedicata agli iracondi, coloro che in vita hanno lasciato che lโira governasse il loro animo. La rappresentazione di Stefano e della sua grazia perdonatrice รจ un esempio opposto ai peccati degli iracondi, un antidoto alla furia distruttiva che permea questa cornice.
In modo allegorico, Dante invita i penitenti e i lettori a riflettere sulla possibilitร del cambiamento e del superamento dellโira. Stefano, con il suo atto di perdono, diventa il simbolo della sublimazione della sofferenza in virtรน, dell’odio in amore.
I versi dedicati a Santo Stefano rimangono incredibilmente rilevanti. In un mondo ancora oggi segnato da conflitti, intolleranza e divisioni, lโesempio di Stefano rappresenta un richiamo alla pace e alla riconciliazione. Il suo perdono, come atto di resistenza spirituale, dimostra che anche di fronte alle peggiori ingiustizie, lโamore e la compassione possono prevalere.
Questo richiamo alla giustizia divina e al perdono non รจ solo un messaggio teologico, ma anche una lezione etica che Dante vuole trasmettere: non esiste redenzione senza il disarmo dellโodio. Come Stefano, ognuno รจ chiamato ad affrontare le proprie battaglie personali con un cuore aperto al perdono e agli altri, rifiutando di essere dominato dal ciclo del rancore.
Il martirio di Santo Stefano, descritto con maestria poetica da Dante, supera i confini temporali e culturali, invitandoci a riflettere sulle sfide eterne dellโumanitร : lโodio, il perdono e la fede. I suoi occhi rivolti al cielo, anche nella sofferenza piรน estrema, ci ricordano che รจ possibile trovare la salvezza e la pace interiore persino nelle situazioni piรน dolorose. ร un messaggio di speranza, un invito alla trascendenza e unโesortazione a vivere con coraggio e amore verso il prossimo.