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I versi di Marina Cvetaeva sul valore della spensieratezza

Una delle più grandi poetesse russe del XX secolo, ha sempre esplorato nei suoi versi le contraddizioni dell'esperienza umana. Scopriamo i suoi versi, scritti nel 1918, in cui, in contrasto con tanta parte della sua poesia, si concede, e ci concede, un momento di spensieratezza.

Marina Cvetaeva, una delle più grandi poetesse russe del XX secolo, ha sempre esplorato nei suoi versi le contraddizioni dell’esperienza umana. Scopriamo i suoi versi, scritti nel 1918 in cui, in contrasto con tanta parte della sua poesia, si concede, e ci concede, un momento di spensieratezza, momento in cui l’amore le ricorda l’importanza della leggerezza.

“La spensieratezza è un caro peccato,
caro compagno di strada e nemico mio caro!
tu negli occhi m’hai spruzzato il riso
e la mazurca mi ha spruzzato nelle vene.”

Marina Cvetaeva e la bellezza della spensieratezza

La poetessa inizia i suoi versi con un paradosso: “La spensieratezza è un caro peccato.” L’uso della parola “peccato” implica una trasgressione, qualcosa che è contro le norme morali o etiche. Tuttavia, l’aggettivo “caro” suggerisce che, nonostante la sua natura potenzialmente dannosa, la spensieratezza è anche qualcosa di prezioso, cosa che di fatto, anche se tendiamo a dimenticarlo. In questo contrasto risiede la tensione centrale del verso: la spensieratezza è sia tentatrice che pericolosa. Marina Cvetaeva riconosce che abbandonarsi alla leggerezza può essere un’azione sbagliata, ma è anche una tentazione irresistibile.

Marina Cvetaeva continua definendo la spensieratezza come “caro compagno di strada e nemico mio caro”. Questo doppio ruolo di compagno e nemico sottolinea la duplicità dell’emozione. La spensieratezza accompagna la poetessa nel suo viaggio attraverso la vita, offrendo momenti di gioia e risate. Tuttavia, come un nemico insidioso, essa può distrarre dalla realtà e portare a conseguenze negative. La poetessa sembra suggerire che la spensieratezza, se non gestita con cura, può allontanare dalla verità e dalle responsabilità, rendendo vulnerabili agli errori e alle illusioni.

Nel terzo e quarto verso, Marina Cvetaeva utilizza immagini vivide per descrivere l’effetto della spensieratezza: “tu negli occhi m’hai spruzzato il riso / e la mazurca mi ha spruzzato nelle vene.” Qui, il riso simboleggia la gioia spontanea e incontrollata, un’esplosione di felicità che illumina gli occhi. È un’immagine di innocenza e di leggerezza che può sembrare liberatoria e purificante.

La mazurca, una danza tradizionale polacca, è spesso associata a vivacità e spirito. “Mi ha spruzzato nelle vene” suggerisce che la spensieratezza infonde energia e vitalità, facendola circolare attraverso il corpo come il sangue. Questo suggerisce un’infusione di vita e movimento, un invito a lasciarsi andare e a vivere pienamente il momento. Tuttavia, la danza può anche essere vista come qualcosa di temporaneo e effimero, un piacere momentaneo che non dura.

La Contraddizione della Spensieratezza

Attraverso questi versi, Marina Cvetaeva esplora la contraddizione della spensieratezza: è al contempo liberatoria e pericolosa. Offre un sollievo dalle preoccupazioni quotidiane e una fuga dalle responsabilità, ma può anche portare a una disconnessione dalla realtà e a un abbandono delle proprie responsabilità. La poetessa sembra essere consapevole di questa dualità, abbracciando la spensieratezza pur riconoscendo i suoi pericoli.

Marina Cvetaeva ci invita a riflettere su come bilanciare il desiderio di leggerezza con la necessità di affrontare le sfide e le responsabilità della vita. In un mondo che spesso valorizza la serietà e la produttività, la spensieratezza può essere vista come un atto di ribellione, un modo per rivendicare la propria umanità e la propria gioia. Tuttavia, la poetessa ci avverte anche di non lasciarci completamente dominare da essa, riconoscendo i suoi limiti e i suoi rischi.

In conclusione, i versi di Marina Marina Cvetaeva sulla spensieratezza offrono una meditazione profonda sulla natura dell’emozione e sulla sua ambivalenza. La poetessa celebra la gioia e la vitalità che la spensieratezza può portare, ma mette anche in guardia contro i suoi pericoli. In questo modo, ci invita a trovare un equilibrio tra il lasciarsi andare e il mantenere il controllo, tra il vivere il momento e il riconoscere le nostre responsabilità.

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