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“Oggi non c’è nessun piccolo principe”, le lettere d’amore di Antoine De Saint‑Exupéry a una sconosciuta

Nel maggio del 1943, dopo che già aveva scritto Il Piccolo Principe, Antoine De Saint‑Exupéry si era recato ad Algeri per tornare all’azione militare insieme al suo gruppo di ricongiungimento. Nel corso del viaggio in treno conobbe una ragazza di ventitré anni di cui si innamorò. La ragazza, vent’anni più di lui, era sposata, ufficiale ed autista di ambulanza della Croce Rossa. Ed è proprio a questo periodo della vita dello scrittore, un anno prima della sua scomparsa, che risalgono le lettere inedite di Antoine de Saint-Exupéry raccolte nel libro “Lettres à l’inconnue” edito da Giullard. Ve ne proponiamo un estratto, tratto da L’arte di guardare l’arte.

 

“…Sono le cinque del pomeriggio: da ora fino al momento di dormire sarò solo, perché ai miei amici ho detto che sono stanco e non voglio vedere nessuno. La signorinella a cui ho strenuamente riservato queste ore di libertà non si è neanche data la pena di telefonare per dirmi che non veniva.
Scopro con malinconia che il mio egoismo non è poi così grande, visto che ho dato ad altri il potere di farmi soffrire. Signorinella, dare questo potere è dolce. Vederlo usare è malinconico.

Le favole sono fatte così. Una mattina ti svegli e ti dici: “Era solo una favola…” Sorridi di te: ma nel profondo non sorridi affatto. Sai bene che le favole sono l’unica verità della vita. L’attesa. I passi leggeri. Poi le ore che scorrono fresche come un ruscello sui ciottoli bianchi tra due rive erbose. I sorrisi, le parole senza importanza così piene d’importanza. Ascolti la musica del cuore: è bello, bellissimo per chi è capace di sentire…
Ovviamente vuoi tante cose. Vuoi cogliere tutti i fiori e tutti i frutti. Vuoi respirare tutti i prati.

Giocare. Ma è davvero giocare? Non sai mai dove il gioco cominci né finisca, però sai che mette tenerezza. E che sei felice.
Non mi piace il clima interiore che ha rimpiazzato la mia primavera: un misto di delusione, aridità e risentimento. Fluttuo in un tempo vuoto in cui non ho più niente da sognare. La cosa più triste quando hai un dispiacere è chiederti “vale la pena…?”

Vale la pena avere questo dispiacere per chi non si preoccupa neppure di avvisare? Certamente no.
Allora non hai neanche il dispiacere, ed è più triste ancora.
Oggi non c’è nessun piccolo principe, né ci sarà più. Il piccolo principe è morto. Anzi, è diventato scettico. Un piccolo principe scettico non è più un piccolo principe. Non le perdono di averlo rovinato.

Non ci saranno più neanche lettere, né telefonate, né segni di vita. Sono stato imprudente, non pensavo che continuando così avrei rischiato di farmi male.
E invece il roseto mi ha trafitto mentre coglievo una rosa. Il roseto dirà: che importanza avevo per te? Io mi succhio il pollice sanguinante e rispondo: “nessuna, roseto, nessuna”. Niente ha importanza nella vita. (Nemmeno la vita.) “Addio, roseto”.

 Antoine de Saint-Exupéry

 

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