“L’universo non ha un centro” (2014), la delicata poesia di Livia Candiani sul senso dell’abbraccio

16 Gennaio 2025

Cosa significa abbracciare qualcuno? Lo racconta con una poetica delicatezza Chandra Livia Candiani nella sua “L’universo non ha un centro”.

l'universo non ha un centro candiani

È uno dei gesti che compiamo di più nell’arco della nostra vita. Ha tante sfaccettature diverse: è l’abbraccio, l’azione che ci avvicina, fisicamente ed emotivamente, al nostro prossimo. Chandra Livia Candiani, poetessa milanese esperta di testi buddhisti e di meditazione, ha composto una poesia, intitolata “L’universo non ha un centro”, per spiegare il significato di tale, importante, segno di avvicinamento all’altro. Scopriamola insieme.

“L’universo non ha un centro” di Chandra Livia Candiani

L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “L’universo non ha un centro”

“L’universo non ha un centro” è la breve, delicata poesia che appare sulla copertina de “La bambina pugile, ovvero La precisione dell’amore”, raccolta edita da Einaudi nel 2014. I componimenti inclusi in questa sorprendente opera coprono un arco temporale piuttosto esteso: i versi, infatti, sono stati composti fra l’aprile 2008 e il settembre 2013, e ricorrono pagina dopo pagina senza indicazione temporale.

Una raccolta che canta l’armonia

La raccolta da cui è tratto questo componimento è una sorta di mappa meditativa: il “tu” a cui si rivolge l’autrice pare universale, ma è sempre diverso. Il lettore che si avvicina alla sua scrittura, un destinatario in vita, un’entità invisibile…

I testi, che vivono di una forza armonica e delicata, sembrano suggerire una “fratellanza”, un’unione melodiosa fra uomo e natura, fra uomo e uomo, fra tutte le parti, presenti, passate e future, che ci compongono.

Il “disarmo delle ali”

Emblematica quindi la scelta di porre in copertina questi versi dedicati proprio al gesto che più di tutti ricorda l’armonia e l’unione: l’abbraccio. La poesia sembra quasi un libretto di istruzioni (nella raccolta, sono presenti altri testi dello stesso genere dedicati alla preghiera e all’ascolto, per esempio).

Per abbracciarsi ci si avvicina lentamente, come per non invadere il campo dell’interlocutore. Poi, allargando le braccia, si dimostra la propria disponibilità ad accogliere, “il disarmo delle ali”, la “resa”. Infine, avviene l’atto più importante di tutti: l’unione, in cui l’io e il tu svaniscono, insieme (la parola “insieme” è posta isolata, in un verso ad essa interamente dedicato), in uno spazio immaginario rinominato “di carità”.

Ecco le coordinate, il senso vero e pregnante dell’abbraccio: ci si dedica del tempo, ci si arrende, ci si mostra vulnerabili. Si aprono le braccia quasi senza ragione apparente. E si crea uno “spazio di carità”, di com-passione, in cui uno sente l’anima dell’altro, e in cui l’integralità dell’altra persona diventa parte di noi. Le dualità si annullano, così come i confini: non siamo più io e te. Siamo “noi”.

Chandra Livia Candiani

L’autrice di “L’universo non ha un centro” ha origini russe. La nonna, infatti, è nata a San Pietroburgo, città che ha lasciato per trasferirsi con la famiglia prima a Minsk e Parigi, poi a Milano, dove si è stabilizzata. Chandra Livia Candiani, infatti, è nata a Milano nel 1952.

All’anagrafe, risponde al nome di Livia Candiani: è con un importante viaggio in India che la poetessa e traduttrice scopre il buddhismo e si avvicina alla meditazione, decidendo di fare propri i dettami dello stile di vita orientale. Per ricordare questo momento cruciale della sua vita, da allora adotta come nome il termine sanscrito che indica la luna, affibbiatole dal suo primo maestro: Chandra.

Chandra Livia Candiani scriveva poesie già prima del viaggio “spartiacque” in India. Una delle raccolte più famose del primo periodo della sua produzione è “Poesie mestruali”, racchiuse nell’antologia Poesia femminista italiana (1978) curata da Laura Di Nola.

Oggi, l’autrice di “Tu tienimi” si dedica alla scrittura poetica, all’insegnamento della meditazione, ma anche alla traduzione di testi buddhisti e alla diffusione dell’arte poetica nella fascia d’età infantile. In parallelo alla sua attività di poetessa, si occupa talvolta anche di scrivere fiabe e saggi.

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