“Amore che giaci” (1994) di Alda Merini, poesia sul prezioso desiderio di amare

20 Febbraio 2025

Scopri i meravigliosi versi di "Amore che giaci" la poesia di Alda Merini sull'illusorio, ma irrinunciabile, desiderio di amare senza limiti.

"Amore che giaci" (1994) di Alda Merini, poesia sul prezioso desiderio di amare

Amore che giaci di Alda Merini è una splendida poesia che mette in scena il piacere d’amare, seppur nella convinzione che tale desiderio sia una mera illusione, un “incantevole inganno” frutto di una passione non controllata.

Una poesia dai versi meravigliosi, ma che lascia una leggera vena di amarezza. La voglia di amare in modo libero dell’autrice stride con la sua esistenza, con la realtà che la circonda. La sua è stata un’esistenza travagliata, ma, non vuole rinunciare alle pulsioni che dona l’amore.

Amore che giaci fa parte della seconda parte, maggio-settembre 1994 della raccolta di poesie Ballate non pagate di Alda Merini, pubblicata per la prima volta dalla casa editrice Einaudi nel 1995 e vincitrice del Premio Viareggio per la poesia nel 1996.

Leggiamo questa stupenda poesia sull’amore di Alda Merini per vivere l’ebbrezza che solo l’amore riesce a donare.

Amore che giaci di Alda Merini

Amore che giaci
dentro un’ampolla di vetro
per le ricerche nobili
di chi ha scoperto
il verde delle stagioni,
con gli arabeschi dei prati
abbiamo intessuto la veste
e giubilando del nulla,
attoniti dentro la fede,
abbiamo gustato il vino
dell’incantevole inganno.

L’amore è un incantevole inganno 

Amore che giaci è una poesia sull’amore di Alda Merini capace di saper rappresentare la parte più intima e profonda del pensieri della poetessa dei Navigli. Leggendo i versi sembra vivere la sua vita, immersa in quella parte storica di Milano, in cui le riflessioni nascevano bevendo qualcosa in un bar, in un locale.

I versi scorrono veloci. L’autrice immerge il suo sguardo interiore in quella simbolica “ampolla di vetro”, nella quale è custodito il bene più prezioso: il desiderio di amore. Questi per l’autrice è l’unica cosa per cui vale la pena vivere, è qualcosa di potente, di selvaggio, di passionale e allo stesso tempo di prezioso, perché difficile da gestire, da toccare, da possedere, da controllare.

L'”amore giace” dentro quel fragile contenitore, facile da “toccare” con la mente, ma, difficile da vivere fisicamente. Ma, non importa basta la sua intima visione a scatenare il piacere.

Finalmente libera di poter godere la propria libertà

L'”io lirico” di Alda Merini parla in realtà di se stessa e dell’enorme desiderio di amare che prova in quell’istante. È un momento della sua esistenza in cui la vita è diventata non più un tormento, può finalmente fare ciò che desidera e vivere in modo libero, disincantato, senza la paura di dover subire il carcere di una società che non accetta chi pensa diversamente.

È pura come la natura e disposta a godere della ricchezza del nulla, quella sensazione in cui la cosa più importante è non reprimere le proprie pulsioni, la propria libertà, la propria intimità.

Il desiderio di amare va gustato sino in fondo

attoniti dentro la fede,
abbiamo gustato il vino
dell’incantevole inganno.

Gli ultimi versi della poesia offrono il senso dell’intero componimento. Sono vera magia poetica. Alda Merini finalmente non riesce a smettere di credere che il gusto della passione non finirà mai. Qualsiasi sia la sua condizione la voglia di amare riesce a soverchiare ogni cosa possa coinvolgerla.

La sensazione di vivere nel desiderio, di poter immaginare la vera passione, riesce a farla stare bene, felice, gioiosa. Non ha nessuna voglia di voler reprimere ciò che custodisce quella preziosa ampolla di vetro.

Il fluido magico che contiene quella ricercata boccetta, è il desiderio assoluto, perché le permette di poter guardare la vita come meritevole di essere vissuta. Dentro quel pregevole contenitore c’è la favola più bella.

Alda Merini rivela la piena consapevolezza di vivere totalmente immersa nell’illusione dell’amore, ma non vuole in nessun modo rinunciare ad affrontare il suo presente inseguendo l’incantevole inganno.

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